I soldi non comprano la felicità, ma la tolgono.
Proviamo a pensare a Tonali, un calciatore fino all'altro ieri felicissimo di vestire la maglia che sin da bambino sognava un giorno di indossare, per ritrovarsi oggi una ricca pedina su uno scacchiere fatto di dollari e petrolio.

Non esistono più i famosi "patron" dei club, come nell'epoca dei vari Berlusconi, Agnelli o Cecchi Gori, ma sultani pronti a togliersi capricci e saccheggiare il calcio europeo, iniettando nelle casse delle povere società malcapitate, denaro atto solo ad alimentare un ciclo vertiginoso di irrealtà.

Sono d'accordo, anzi molto d'accordo, con Gary Neville, quando chiede un embargo per i giocatori verso l'Arabia Saudita.
Oltre i sultani c'è il nulla rappresentato dai fondi economici che rappresentano i vari club europei che a loro volta per rimanere al passo dei petroldollari sono costretti a ricercare nuovi investitori (vedi Inter) o richiedere iniezioni di capitale sempre più proficue (vedi Juventus o Roma).

Si parla spesso di come il calcio italiano stia vivendo uno dei periodi più bassi della sua storia.
Certo, sono d'accordo.
Il momento più basso lo stiamo vivendo tutti.
Proviamo a pensare quando la Juventus ha comprato Cristiano Ronaldo per 100milioni (indebitandosi), abbiamo pensato quanto sia stato uno schiaffo alla miseria; oggi invece conviviamo con un operazione Tonali da 80milioni circa, follia pura.

Il tutto per un capriccio.
Alla FIFA bisognerebbe chiedere cosa intende per Fair Play Finanziario quando alla luce di quanto accaduto, ci siano questi trasferimenti?
Vergogna, io provo molta vergogna.