Da Malmo alla Juventus, attraverso l'Ajax delle meraviglie con Van Basten come preparatore. Poi Inter, Barcellona, Milan, PSG, Manchester United e L.A. Galaxy, per poi tornare a Milano sponda rossonera. Il ragazzo "del ghetto" ha regalato vittorie ovunque è andato. Un gigante di quasi due metri, ma agile e veloce, sempre pronto a colpire e ad aggredire la palla come un leone fa con la sua preda.
Una leggenda del calcio moderno, nessuno si offenderà se lo mettiamo un gradino sotto ai soli Ronaldo e Messi.
Al Palmarès di Re Zlatan manca solo la Champions League, ma per lo svedese ormai non è più un'ossessione. Il passaggio al Milan l'ha dimostrato; una squadra che gioca i preliminari di Europa League, ma che grazie anche a Zlatan può tornare grande. Eppure due parole in più per questo campione vale la pena spenderle. Quasi quarant'anni, ma non molla un centimetro. Quando il pallone arriva tra i suoi piedi la marcatura si raddoppia, triplica. Difficile spostare un colosso del genere, con un grande equilibrio e intelligenza tattica.
Non è un mistero: quando ha palla Ibrahimovic ogni azione può diventare pericolosa.

La speranza dei tifosi rossoneri è di vederlo guidare la squadra nei momenti bui come fece l'anno scorso. La speranza degli amanti del calcio è di vederlo giocare altri 10 anni. Prima o poi Ibra abbandonerà il rettangolo verde, ma non è questo il giorno. Manca un po' di freschezza, ma se a quasi quarant'anni fai ballare tutte le difese d'Italia significa che hai ancora qualcosa da dire. La freschezza non manca però sui social, dove lo svedese è molto attivo e ormai è un vero e proprio "personaggio" al di fuori del calcio giocato. Nel suo libro Ibrahimovic ha parlato di "Ibramania" riferito agli anni di Inter e Milan. Forse quella mania non è mai passata.