Seduto su una panchina un po' scolorita all'interno del parco di Plaza Arenales, un uomo agita le gambe come quando si tenta di rilassare i muscoli in tensione, incuriosito mi avvicino e mi siedo accanto a lui;
- "Buongiorno, mi scusi - chiedo - ma questa manovra di alleggerimento muscolare assomiglia un poco al defaticamento che attuano i calciatori dopo una corsa veloce?"
- "Certo, un tempo ne facevo di più importanti e pesanti".
- "Ah, quindi lei ha giocato al calcio".
- "Bhe - risponde - ho dato la mia vita per il calcio, ma ho anche ricevuto molto".
- "Dove ha giocato e in che squadra?". 
Lui risponde: "Ho incominciato a giocare in strada e negli oratori, e in squadre di quartiere come la "Unidos y Venceremos" e la Iman nel quartiere Flores, poi con mio fratello Tulio nel club Social y Deportivo Unio Progresista fino al 1943.
Nel 1944 entro nella seconda rosa del River Plate, l'anno dopo entro a far parte della prima squadra, la Maquina, Esordisco nel 1945 a 19 anni e debutto il 15 luglio contro l'Huracan.
É proprio l'Huracan che mi chiede in prestito, io ci vado volentieri perché è allenata da Guillermo Stabile, che è anche allenatore della nazionale Argentina, gioco bene e sopratutto segno, segno anche una rete di pugno contro il Ferro Carril Oeste, segno 10 reti in 25 presenze. 
L'Huracan mi vuole riscattare, ma non ha i 90 mila pesos necessari per il mio cartellino.
Torno al River Plate e vinciamo il campionato argentino, sono capocannoniere con 27 reti, da li vengo soprannominato Saeta Rubia. Nel 1947 lascio la squadra per la leva militare, torno, gioco e l'anno seguente vinco di nuovo il  campionato. Gioco in Cile per la coppa dei campioni in Sud America, arriviamo secondi dietro al Vasco de Gama e segno 4 gol in 6 partite, ho fatto anche il portiere per una ventina di minuti in un derby vinto contro il Boca Juniors. Nel 49 firmo un contratto con i Milionarios colombiani e parto con il mi compagno di squadra Nestor Rossi per poter guadagnare di più, vinco immediatamente il campionato nazionale nel 1950 e poi nel 51 e 53, divento capo cannoniere con 31 e 20 reti. 
Nel 1953 mi trasferisco in Spagna dopo aver realizzato 267 reti in 292 incontri. Sono del Real Madrid il 22 settembre 1953, fino a qui il Real Madrid non era ancora una grande realtà calcistica avendo vinto 2 soli campionati mentre il Barcellona e l'Atletico 6 e 4.
Nell'ottobre del '53 debutto contro il Barcellona e vinciamo 5 a 0 con una mia tripletta.
Da lì inizia la mia scalata ai successi, tanto che nel 1957 vinco il mio primo Pallone d'Oro.
Ho sempre vinto tanto e segnato tantissimi gol, e finisco con il Real nel 1964, giocando l'ultima partita con l'Inter che vince 3 a 1. Lascio il Real Madrid con 8 campionati spagnoli, una coppa di Spagna, 2 coppe latine, 5 coppe dei campioni consecutive, 1 coppa intercontinentale, 5 volte il titolo di pichichi come migliore realizzatore e un altro pallone d'oro. Undici anni con i blancos con 418 gol in 510 partite, 49 reti in 59 presenze di Coppa Campioni.
Nel '64 mi trasferisco all'Espanyol e da lì nel 1966 mi ritiro dal calcio. Ho fatto poi l'allenatore nell'Elche, nel Boca Juniors nel 67-68, nel 70 al Valencia, poi allo Sporting Lisbona. Nel River Plate e anche al Real Madrid nel 1982-84.
Ventiquattro anni da allenatore e vinco 5 titoli nazionali, due campionati argentini, un campionato spagnolo, una supercoppa di Spagna, una Seguna Division e una internazionale.Termino rientrando nello staff tecnico del Real Madrid come consigliere.
Ecco qua, questo è stato il mio passaggio e la mia vita sportiva".

"Ma posso chiederti come ti chiami?".
"Sì, mi chiamo Alfredo di Stéfano, un po' francese, un po' irlandese, un po' italiano e argentino, nato a Barraca il 4 luglio 1926".
 
Ma mentre mi stava ancora parlando, tutto svaniva, e aprendo gli occhi capivo di aver fatto un sogno, un sogno così lontano, ma pieno di fatti e ricordi che credo mi resteranno perenni nel tempo.