Chi si ricorda la citazione “Era meglio morire da piccoli” di Paolo Rossi? Non il calciatore, ma il comico...
In questo caso possiamo pensare a una metafora sul calcio tra gli anni '80 e '90.

Non era meglio morire da piccoli quando ci si ritrovava con gli amici della piazza a giocare a pallone proprio in piazza? Non era meglio morire da piccoli quando ci si sbucciava le ginocchia in piazza e nessuno piangeva, ma si continuava a giocare fino al tramonto? Non era meglio morire da piccoli quando si giocava a pallone senza infiniti tatuaggi sul corpo e coi capelli tutti spettinati anziche’ ingellati e curati, dove l’unico vero calciatore ingellato (Stefano Tacconi, ndr) veniva quasi sempre preso in giro?
Non era meglio morire da piccoli quando si giocava “alla tedesca”, tipico gioco a pallone di quegi anni?
Non era meglio morire da piccoli quando i tuoi idoli non erano mai a Formentera, Ibiza, Costa Smeralda, ma semplicemente a Diano Marina, Bellaria, Jesolo o San Benedetto del Tronto? Dove i calciatori non avevano come fidanzate delle veline, modelle o attrici, ma semplicemente delle donne “normali”?
Non era meglio morire da piccoli quando i tuoi idoli non erano tutti palestrati e depilati, ma semplicemente uguali a tutti gli adulti di quel periodo? Non era meglio morire da piccoli quando il calciomercato non andava avanti a oltranza e percio’ potevi capire davvero quale fosse la rosa di una squadra e completare perfettamente il tuo album di figurine?

Penso che per tanti, come me, “era meglio morire da piccoli”...