Il 13 maggio 2012, superando all'ultima giornata di campionato l'Atalanta, la Juventus vince il suo primo scudetto post-calciopoli. Governava Monti, Domenico Pozzovivo vinceva l'ottava tappa del Giro, e sapevamo che per tutta l'estate ci saremmo dovuti sorbire "Ai se eu te pego" ovunque e a qualsiasi ora. A partire da quel momento sono cambiati governi, tormentoni e ciclisti, ma ancora non il nome sul titolo di società Campione d'Italia. Siamo cambiati tutti da allora, io stesso ero un single all'università e ora ho un bambino che va all'elementari.
E anche la Juventus è cambiata, senza però mai perdersi, con momenti difficili e di grande frustrazione per dirigenza, giocatori e tifosi, ma non si è mai arresa.
La straordinaria grandezza ed epicità di ciò che è riuscita ad ottenere questa società negli ultimi 9 anni ci apparrà più chiara in futuro, siamo ancora dentro il ciclo più incredibilmente vincente nella storia della Serie A, quasi doppiando il vecchio record di campionati vinti consecutivamente, doppiando.

Perderemo? E' probabile, è umano, è quasi necessario dopo tutti questi anni. Ma credo sia importante ricordare che il nome sul titolo di Campione d'Italia è ancora quello della Juve, e che mancano ancora 19 partite alla fine del campionato, niente è ancora perso. Credo anche che ancor più importante sia ricordare a tutti i fratelli bianconeri, che siamo noi quelli che gridano: Fino alla fine!
E così sia, lottiamo insieme fino alla fine.