Ma se la Francia del Delfino Carlo VII, nel bel mezzo del suo momento più buio della Guerra dei cento anni, non trovò di meglio che dare le sorti di un intero regno in mano ad una minorenne che diceva di essere mandata dal Signore a salvare la patria contro l’invasione inglese, perchè non affidare la panchina della Juventus ad una guida come Milena Bertolini? 
Con questa mossa, Giovanna d’Arco finì per diventare la donna più conosciuta e documentata del Quattrocento…

Il mio divano mi guarda perplesso e dall’alto dei suoi braccioli, mi risponde: se non lo si fa, ci sarà un motivo, no? Se il calcio è sempre stato uno sport per uomini, ci sarà un motivo, no? Ma hai visto una partita di calcio femminile? Ma ti sembra lo stesso sport? Dai, non scherzare… donne e palloni o donne e motori, sono sempre gioie e dolori, dai retta..

Aspetti conservatori si intrecciano con contro-ragionamenti spaventati dalla mia deriva maschilista e al tempo stesso preoccupati di strizzare l’occhio ad una retorica del “siamo tutti uguali”. 
Ne viene fuori un caos in cui il mio divano non mi è affatto d’aiuto, anzi. 
Sei un femminista dell’ultima ora, aver visto casualmente la finale dell’europeo 2022 o sapere che adesso la Spagna è sorprendentemente in finale nel Mondiale in Australia non ti basta per erigerti a paladino della democrazia di genere! 
Quel *** un po' di ragione ce l’ha. Io preferisco di istinto il calcio maschile. L’ho detto. 
E non credo di aver detto qualcosa di clamoroso, né in controtendenza.

Del resto fin dalle elementari mi hanno inzuppato dalla testa ai piedi nel calcio col fiocco azzurro, i miei eroi pallonari sono tutti uomini. E se ho avuto calendari con le star della nostra vecchia Serie A delle sette sorelle, nella mia infanzia i calendari femminili non parlavano certo dello stesso sport…
Oggi quindi, dopo più di 25 anni, continuo a pensare che, alla faccia di Achille, non sia stata tralasciata alcuna parte di me in questa full immersion, talloni compresi…

I ragazzini miei coetanei avevano il grembiule blu e collezionavano robot, le ragazzine grembiuli rosa e le loro Barbie non giocavano a calcio, anche se molto probabilmente, a pensarci bene, avrebbero paradossalmente giocato meglio dei robot stessi o delle tartarughe ninja (che dove volevano andare, con i loro piedoni a tartaruga..).
Con questo volevo solo dire che il contesto, banalmente, influenza, eccome. 
Però calma, non tutto è andato affogato nel maschilismo più bieco. 
Io posso preferire Danilo a Sara Gama, ma quando dico che vedrei Milena Bertolini al posto di Max Allegri, sono sobrio.
Perchè? Perchè il sesso non è tutto.  
Le obiezioni piovono a raffica e si scatena un temporale tra le pieghe del mio divano... E’ un diluvio di botta e risposta…
Bertolini per Allegri?? E dove sarebbe l’esperienza? 
E che esperienza aveva in confronto un certo Arrigo Sacchi quando, esordiente con il Milan, ha scritto un capitolo della storia del calcio? 
Bertolini per Allegri?? E come potrebbe una donna guidare un gruppo di uomini?

E allora perchè un uomo saprebbe invece in automatico guidare un gruppo di donne?
Bertolini per Allegri?? Il calcio non è per donne! 
La pensava così anche il Fascismo, che nel ‘33 bloccò la prima amichevole organizzata tra una squadra di Milano e una compagine di Alessandria…

Mi alzo di scatto in piedi e mi giro verso il mio divano, sorpreso e sarcastico al tempo stesso. 
Metto definitivamente da parte le mie remore conservatrici e mi lancio nella causa femminista a colpi di sbirciate febbrili su Wikipedia. 
Lily Parr e le Dick Kerr’s Ladies! 
Ecco il mio jolly vincente, lo scacco matto contro il mio reazionario interlocutore.
Gli leggo stralci di fonti prese dalla Rete e vado all’assalto.

“828 partite, 758 vittorie, 46 pareggi e 24 sconfitte, Lily Parr fu la vera star degli anni 20 con i suoi oltre 1000 gol segnati, 43 nella sua prima stagione con la squadra di una ditta di Preston. Numeri da capogiro per una fumatrice accanita che veniva pagata, anche, con pacchetti di sigarette Woodbine.”

Anni '20, un secolo fa… 
Proseguo: “La sua fama finì con l’attirare allo stadio folle di oltre 20.000 spettatori durante il tour compiuto in Inghilterra nel 1920 dalle Dick Kerr's Ladies contro le migliori selezioni femminili francesi. Furono realizzate quattro amichevoli a Preston, Stockport, Manchester e Londra con lo scopo di ricucire il rapporto tumultuoso che da sempre aveva caratterizzato  le relazioni tra i due Paesi e di raccogliere fondi in favore di ex militari e dei minatori ritrovatisi con lo stipendio dimezzato dopo la recessione causata dalla guerra. 
Le partite crearono però, quasi magicamente, un crescente entusiasmo tra la gente che il 16 dicembre 1920 in ben 53.000 gremì il Goodison Park di Liverpool per l'incontro tra Dick Kerr's Ladies e le St Helens Ladies. L'Inghilterra usciva dai difficili anni causati dalla guerra ed in molti intendevano il football come uno svago per dimenticare gli orrori del conflitto.”

E poi? poi arriva una ostruzione…
“Ai piani alti qualcuno vede poco volentieri le loro gesta. La Football Association pensa che dietro queste azioni ci siano implicazioni politiche e inizia una crociata contro il calcio femminile, emettendo il 5 dicembre 1921 un comunicato nel quale esorta tutti i club membri a non affittare i propri campi per le partite di Lily & C.
Il calcio, sostenevano i vertici della Football Association, non era idoneo per le donne e non doveva essere incoraggiato. 

SBAM. Vado dritto per dritto.

“Lo sport femminile era stato tollerato durante gli anni del primo conflitto mondiale, ma con gli uomini tornati alle loro case, alle fabbriche e ai campi di pallone, la Federazione temeva di perdere pubblico”. 

“Il divieto del 1921, ha spiegato in una lezione del 2015 alla Duke University Jean Williams, storica britannica dello sport, ha avuto un effetto sproporzionato sul futuro del calcio femminile nel Regno Unito. E benché nel 1969 la Women’s Football Association contasse 44 squadre, l’interdizione cadde soltanto nel 1971.”

50 anni di terra bruciata. Chiudo questa finestra online e da “erudito last minute” estendo la riflessione al presente, pensando che una moderna protagonista assoluta di questo sport ce l'abbiamo anche in casa.

Carolina Morace è la nostra Lily Parr, amico mio!

“Prima donna ad entrare nella Hall of Fame della Federcalcio, prima allenatrice a sedere nel 1999 su una panchina maschile di calcio professionistico, la Viterbese del Presidente Gaucci. 

CT dell’Italia, del Canada, Trinidad e Tobago, allenatrice del Milan, della Lazio e adesso a 25 km da Londra, a Dartford, nella città di Mick Jagger e Keith Richards, con le London City Lionesses (Wiki Wiki Wiki!)

E prima ancora partite su partite, goal su gol, 105 in 153 match con la nazionale italiana, 12 volte capocannoniere del campionato…

Il mio divano ascolta, senza ribattere…

Bertolini al posto di Mancini significa libertà di vedere le cose in modo diverso - incalzo - è il coast to coast di Weah in un memorabile Milan Verona del 1996, coraggio e fantasia, che da sole non ce la farebbero se non fossero supportate da un sentimento di pura libertà..
Quella libertà che illumina asciugando i ristagni della paura (e vai con gli effetti speciali…).
Il nostro problema è che guardiamo le partite femminili con occhi maschili… e ci scandalizziamo se il copy paste non funziona… ma non proviamo disappunto quanto la domenica pomeriggio, davanti ad una partita maschile di terza categoria, non rivediamo esattamente le gesta di Cristiano Ronaldo in campo… 
In questo caso siamo molto, molto più flessibili e tolleranti nei confronti delle giocate di Mauro Bentivoglio, falegname 40 ore alla settimana, 5 giorni su 7, CR7 la domenica con la Roccacannuccia Laminati Sottili Fratelli Alberello...
Come forse direbbe la Coscienza di Zero Calcare, l’importante è essere almeno consapevoli di applicare due pesi e due misure. 

A tal riguardo, stride come le unghie di Quint sulla lavagna del film Lo squalo, l’annullamento dei festeggiamenti dello scudetto vinto questo anno dalla squadra femminile dell’Ajax. 
“La società dei lancieri ha declinato la proposta del sindaco di Amsterdam Femke Halsema che aveva invitato le donne della squadra olandese a un ricevimento davanti ai tifosi in Piazza Leidschenplein, nel centro della capitale, dove da anni si tengono le celebrazioni maschili.”
Il motivo? Manzonianamente questa festa non s’ha avuto da fare perchè i colleghi maschili erano reduci da una stagione deludente e l'umore non sarebbe stato dei migliori…
Un po' come quando Francesco Nuti nei panni del suo Caruso Pascoski si portava via il pallone alle partite di calcetto dopo essere stato regolarmente espulso: il pallone è mio e ci gioco io… lo scudetto non l’ho vinto io, tu non festeggi il tuo: tutti a casa.

Quindi ad Amsterdam non si è celebrata la squadra campione d’Olanda perchè la sezione maschile è arrivata a 13 punti di distacco dai campioni del Feyenoord . E va bene, chiamiamola "solidarietà tra affiliati". 
Ma al mio divano in tono di sfida chiedo: la solidarietà sarebbe stata contraccambiata a parti inverse? 
Non mi fermo ad aspettare le sue eventuali obiezioni.
Nuovo giro, nuova corsa informativa su Google e scocco l’ultima freccia. 

“A Dusseldorf le giocatrici della prima squadra non hanno accesso al centro sportivo della società, si devono allenare a parte perchè le migliori strutture sono riservate alla sezione maschile”.
Libertà è partecipazione e in questi casi non c’è libertà, il pregiudizio si autogiustifica parlando di oggettive differenze corporali che producono alla fine due diversi tipi di risultati e autorizzano la prevaricazione. 
Il calcio maschile nasce in Inghilterra nella seconda metà del 1800, nella stessa nazione le donne cominciano sul finire del 1800 ma il movimento viene forzatamente sospeso per una cinquantina d’anni e quando ricomincia non è certamente sostenuto come quello maschile… L’ esempio del Dusseldorf è del 2023… 
Sono due piante coltivate in maniera molto differente, ma ipocritamente non se ne tiene conto…
In questo affare è la cultura ad essere chiamata in causa, non la natura che semmai dalla cultura è stata finora influenzata…

Orazione finita, torno a sedermi trionfante. 
Sollevato di aver mostrato di non essere maschilista, finisco con il lanciarmi in una sospirata previsione futura: se ci libereremo di questa soffocante mentalità conservatrice, faremo in tempo anche a vedere la prima donna giocare con gli uomini!
Tendo gli orecchi per sentire l’applauso scrosciante del pubblico... 
Il mio divano mi guarda, senza dire niente, poi commenta: nella tua ricerca “bignamica” immagino che non fosse tra le pagine suggerite la storia di Ellen Fokkema e del VV Foarut…
Silenzio in salotto. Ellen chi? Foa-che?
Ellen è la prima donna che nel 2021 è entrata a far parte di una squadra maschile senior ed ha debuttato nella nona divisione della piramide calcistica olandese, indossando la maglia del VV Foarut.
Mi fiondo su Wikipedia, come il portiere che disperato arretra tra i pali perchè sorpreso da un pallonetto da metà campo…
Non ci vuole molto tempo.

“È fantastico, una sfida entusiasmante. I miei compagni di squadra hanno reagito con entusiasmo al fatto che possa restare in squadra con loro. Gioco con questi ragazzi da quando avevo 5 anni, perché non dovrei continuare a farlo?"

“Il via libera concesso a Ellen è stato solo il primo step. La federazione olandese, infatti, ha monitorato il progetto del VV Foarut e, alla fine, ha deciso di modificare definitivamente il regolamento: le giocatrici, ora, possono giocare nelle squadre senior maschili di categoria A all’interno del calcio amatoriale olandese. A commentare la notizia rivoluzionaria, è il direttore del calcio dilettantistico della KNVB Jan Dirk van der Zee: “Fino ad ora, il calcio misto era possibile per i giovani nei Paesi Bassi. Tuttavia, non appena le donne avevano raggiunto la maggiore età, dovevano scegliere tra giocare in un campionato femminile o continuare a giocare in una squadra mista ma nella categoria B. Sulla base dei recenti risultati della ricerca, non vediamo più alcun motivo per attenerci a questo e optare per l’uguaglianza e la diversità. Vogliamo che le ragazze e le donne trovino un posto adatto nel panorama del calcio in base alle loro qualità e alle proprie ambizioni“.

Il vecchio rottame aveva calato l’asso dalla manica, scopro tutto insieme che finora aveva bluffato.
La sua controffensiva è feroce.
Dall’alto del tuo avanguardismo, la tua speranza è una realtà datata 2021 e ti ricordo che noi siamo già nel 2023, quasi 2024...
Comunque senza dubbio sapresti immaginare anche una prossima Juventus mista. Difesa a tre Bremer-Gama-Gatti, attacco Vlahovic-Bonansea… 

L’atterraggio è rovinoso, mi sembra che mi abbia fatto una domanda in arabo, non ci capisco più niente…Alla fine la voglia di spuntarla non è forte abbastanza per non rispondergli: assolutamente NO.
Donne e uomini assieme? Come sarebbe l’esultanza dopo una rete segnata? Con che naturalezza verrebbero gli abbracci? E le discussioni? Come potrebbe non risentirne il gioco? E i falli? E il tifo? Possibile pensare capi Ultrà Donne? 

I pregiudizi scendono a cascata e bombardano la mia mente. 
Mi sorprendo a sentirmi un cavernicolo che fatica ad uscire dalla sua tana, accecato dalla luce. 
Non riesco a vedere una Juventus mista perchè è troppo avanti per la mia immaginazione che si alimenta del qui e ora. 
Ripenso al comunicato della Federazione olandese: “La KNVB è sinonimo di diversità e uguaglianza, non vediamo alcun motivo per cui non ci dovrebbe essere spazio per tutti in ogni modo nel calcio». 
Con gli occhi serrati, alla fine penso che il ragionamento sia semplicemente corretto, semplicemente logico. 
Ma tu resti comunque semplicemente in perfetto orario con l’anacronismo di questo mondo, caro Icaro lo Pseudo-Illuminato…
Sospiro. Ha ragione, sono sempre nella caverna.
Forse mi compro un nuovo divano, magari non così troppo all’avanguardia…bofonchio e esco per sgranchirmi le idee. 
Sulla soglia della porta, il mio vecchio amico mi grida: 

Alle 20:30 c’è Juve Atalanta…
20:30 non 20:45! 
Che poi non dire che non lo sapevi e fai tardi come al solito e poi ti lamenti…