La differenza tra allenare una squadra e gestire un gruppo, questo dovrebbe essere il tema, di cui non ho sentito parlare in nessuno dei mega dibattiti televisivi, di fine estate, alla luce dei primissimi, e ancora troppo verdi, verdetti della Serie A.
E allora succede che l'allenatore della squadra piu' titolata a livello nazionale, la Signora, si permette dopo uno scialbo, e alquanto sonnolento, misero pareggio in casa della Sampdoria, di arrivare ai microfoni delle emittenti televisive a giustificarsi per i 2 punti persi e un gioco smarrito, o meglio mai trovato, facendo cio' che nessun allenatore di calcio, a nessun livello, solitamente ama fare. Parla di singoli, nomi, cognomi, categorie.
Nella fattispecie prende di mira un intervento scomposto in fase difensiva di quel Miretti, classe 2003, che a dirla tutta è sembrato entrare in campo col piglio giusto e la voglia di fare non dimostrata da qualche altro compagno ben piu' pagato, ben piu' blasonato. Di altra "categoria", per dirla alla Allegri...

Mi consenta (che in tempi di campagna elettorale va sempre bene) Mister, ma lei, il suo attuale gioco, le sue indicazioni di campo, di quale categoria sono? Questa credo sia la domanda che, non da ieri sera a dire il vero, tormenta le caldi notti juventine.
Allenare o gestire? Vivere l'area tecnica o preparare le conferenze stampa come un copione degno di Paolo Sorrentino? A quale figura di manager, sta andando incontro il nostro calcio? 

Di Maria, Pogba, Bremer, Kostic... forse Depay, probabilmente Paredes... ma le idee quanto costano sul mercato? E soprattutto, si possono acquistare o servirebbe un ALLENATORE anzichè un GESTORE? 

Oratori, narratori, venditori di teorie calcistiche spesso chiamate "il Mio Calcio", ma il Calcio, quello vero e vincente, è di tutti, è di chi si aggiorna, di chi difende i giovani e si affida ai vecchi, di chi magari fa toccare piu' di 3 palloni ad una punta da 75 milioni di € durante i primi 45'. Di quelli ad esempio come Pioli, che sicuramente è meno persuasivo nelle conferenze del venerdi, ma sull'avambraccio sinistro, un paio di mesi fa, si è tatuato il tricolore, con una squadra che segna un'età media bassissima, ma con una Categoria di idee di molto superiori a quelle dell'amministratore livornese.