La pallina gialla che tocca la rete, si alza verso il cielo per poi tornare giù e scegliere da che parte del campo rimbalzare... comincia così Match Point, sapientemente diretto da Woody Allen nel 2005; finalmente, dopo mesi di buio, un po' di destino dalla nostra parte che ci fa portare a casa tre punti da una trasferta a Brescia di certo non semplice e dove, a dir la verità, non è stato espresso un gioco di certo spumeggiante, anzi... Diciamocela tutta, due mesi fa saremmo tornati a casa a testa bassa, zero punti e molte critiche.

Oggi gira tutto un po' meglio, vedi gol allo scadere contro l'Udinese, e tutto fa morale. Un filotto di vittorie quasi inaspettato che proietta il Milan in una zona interessante di classifica, situazione che sino a 20 giorni fa sembrava onestamente impensabile. Le certezze hanno dei nomi e cognomi, a partire da quel patrimonio societario tra i pali, lo ricordo ai più scettici, classe 1999, che risponde al nome di Gigio Donnarumma, un giocatore che personalmente reputo per età, capacità e tenuta mentale un top 3 nel suo ruolo sul panorama europeo. Sento valori senza senso in un calciomercato in cui, sembra solo per certe squadre, a farla da padrone è il fair play finanaziario, ma se il Chelsea spende 80 milioni per Kepa solo 18 mesi fa, non posso pensare che il nostro numero 99 valga meno di quota 100, che nulla centra questa volta con il sistema pensionistico, anzi! Altra risorsa della nostra rosa, una certezza mi verrebbe da dire, quell'Alessio Romagnoli, classe 1995, che ho sempre apprezzato per attenzione al ruolo e il temperamento con cui affronta ogni singola partita. Insomma, non è tutto grigio a quanto sembra, pensando anche al miglior colpo della stagione estiva, Theo Hernandez, che credo di poter presentare senza vergogna come il miglior esteno sinistro del campionato, o Ismael Bennacer, forse ancora acerbo, forse troppo innamorato del pallone, ma che dimostra di settimana in settimana miglioramenti facendo accrescere l'idea che potrà essere lui il centrocampista su cui puntare per il futuro.

Sapessimo vendere sarebbe una grandissima cosa, mi verrebbe quindi da dire. Affiancare a questi quattro pilastri, aggiungendoci il totem Ibrahimovic (alla faccia di chi credeva fosse inutile il suo ritorno...) e qualche medio giocatore come Conti o il giovane Leao, dei nuovi acquisti figli di un bottino ricavato dalle uscite, potremmo iniziare veramente a vedere una Squadra degna del suo nome. Paquetà, Piatek, Suso, se mi permettete anche quel Calhanoglu che in tre anni non ha mai convinto... Vendere, per comprare, preferibilmente titolari. Questa potrebbe essere la chiave per dar senso a questo momento di vento positivo, in cui anche non giocando bene riusciamo a strappare con i denti delle vittorie fondamentali per accorciare in classifica. Il nostro calendario recita Hellas in casa, derby della Madonnina, Torino in casa e poi a Firenze, tre volte a San Siro e poi una trasferta in un campo diffcile che diranno ai tifosi che ambizioni può avere il Diavolo nel finale di stagione. Nel frattempo non ci resta che goderci la pallina gialla che finalmente cade sul campo dell'avversario, anche dopo un dritto non troppo pulito.