Chi abita a Verona città o nei dintorni non può non averli notati. Sono ovunque, per strada e agli incroci. Sto parlando della forma di protesta intrapresa dalla Curva Sud dell’Hellas Verona nei confronti del proprio presidente, cioè gli adesivi con la scritta “Setti buffone”, che ricoprono più della metà dei cartelli stradali, semafori e lampioni dell’intera provincia. Alcuni sono anche corredati da un disegno della sua faccia. Perfino coloro che non si sono mai interessati al calcio hanno iniziato a farsi qualche domanda: “Ma chi è questo Setti?”, o ancora “Cos’ha fatto di così terribile per essere diventato lo zimbello di Verona?”.

La risposta breve, alla prima domanda, è la seguente: Maurizio Setti, nato a Carpi e diplomato in ragioneria, è un imprenditore che dal 2013 è diventato proprietario dell’Hellas Verona.

La risposta più completa è inevitabilmente più lunga: Maurizio Setti è un imprenditore carpigiano attivo nel settore tessile e della moda. È CEO della Antress Industry SpA, nata dalla fusione delle sue due precedenti aziende, nonché proprietario del marchio Manila Grace. Da sempre appassionato di calcio, si è avvicinato al mondo del pallone per la prima volta nel 2011, sotto le vesti di imprenditore, diventando comproprietario e vicepresidente del Bologna. Lascerà la carica e cederà il suo pacchetto azionario nell’anno successivo per decidere di puntare fortemente sull’acquisizione dell’Hellas Verona, operazione che concluderà definitivamente nel marzo 2013, arrivando a possedere la totalità delle azioni del club. Nel 2018 diventa inoltre primo azionista del Mantova, che attualmente milita in Serie D.

Il perché la tifoseria gialloblù abbia deciso di attuare una forma di protesta così eclatante è un po’ più complesso. Le principali motivazioni derivano delle svariate dichiarazioni fatte dell’imprenditore riguardo il rapporto tra le sue aziende e la squadra: Setti ha sempre ribadito come questi due mondi siano per lui totalmente separati.

Nascendo imprenditore tessile le sue aziende vengono al primo posto, perché costituiscono la fonte principale dei suoi guadagni, mentre il club scaligero è spesso stato definito come “una scelta di passione” che non porta a lui e alla sua famiglia alcun vantaggio economico. Da qui la scelta di mantenere la carica di presidente, delegando però la quasi totalità della gestione del club al direttore operativo Barresi e a quello sportivo D’Amico, nonché al team manager Sandro Mazzola. I costi di gestione del club, afferma, sarebbero così alti che nel migliore dei casi i bilanci annuali si chiudono in pareggio.
Queste dichiarazioni non possono certo rendere felici i tifosi, che hanno sempre accusato il loro presidente di essere lontano dalla squadra e di non fare investimenti adeguati. Se poi aggiungiamo anche qualche controversia legale, la frittata è fatta. Verso la fine del 2018 infatti, con la squadra impegnata nel campionato di Serie B in una posizione di classifica non proprio agevole, si sparge la notizia che il presidente gialloblù sia stato condannato a risarcire Gabriele Volpi, imprenditore con il quale aveva condiviso investimenti in passato, sempre nel settore della moda. Setti si è affrettato a dichiarare come questa notizia fosse falsa, o comunque non avesse alcuna ripercussione sulla sua gestione del club, ma il malcontento tra i tifosi si era già sparso a macchia d’olio.
Come se non bastasse, a metà del girone di ritorno, si è visto costretto a esonerare l’allenatore preso a inizio stagione, Fabio Grosso, a causa degli scarsi risultati sul campo: la squadra galleggiava infatti a metà classifica, nonostante le dichiarate intenzioni di centrare la promozione diretta fatte a inizio stagione.

Nonostante tutte queste turbolenze l’Hellas riesce ad ottenere il 5° posto e partecipare così ai play off, che gli permetteranno di tornare nella massima serie dopo un solo anno di B.

Proprio durante la pausa estiva Setti prenderà un’altra decisione destinata a far aumentare l’attrito tra lui e la tifoseria: decide di esonerare il tecnico che li ha portati ad una promozione che sembrava ormai un miraggio, Alfredo Aglietti. Al suo posto arriverà Ivan Juric, allenatore che ha già avuto esperienza della Seria A. Il mercato estivo, criticato da molti, è stato invece a mio parere molto oculato e ha visto l’arrivo di giocatori funzionali al progetto e al gioco di Juric.
Come leader della squadra è stato scelto Miguel Veloso, giocatore tecnico e di grande esperienza, al quale è stata affidata la fascia di capitano e le chiavi del centrocampo; al suo fianco in giovane Amrabat, centrocampista box to box infaticabile. Altri arrivi importanti sono stati Lazovic e Gunter, entrambi già allenati dal croato al Genoa, insieme a Veloso, e Valerio Verre, mezz’ala dinamica e offensiva.

Grazie a queste scelte l’Hellas ha ben figurato nelle prime giornate di campionato, mettendo in mostra un’ottima solidità difensiva (miglior difesa con 8 goal subiti in 9 partite, al pari della Juventus) ma anche qualche problemino di troppo in attacco.

Per ora le premesse per ottenere una salvezza tranquilla ci sono tutte e prima di definire Setti un buffone suggerirei di aspettare la fine del campionato.