Fernando Javier Llorente Torres, per tutti semplicemente Fernando Llorente, detto il Re Leone, come il famosissimo cartone animato della Disney. Hirving Lozano, soprannominato “Chucky”, come la bambola assassina del film di Tom Holland. Fisicamente e tatticamente agli antipodi, sono loro due i fiori all’occhiello del mercato estivo del Napoli, insieme al meno appariscente, ma non meno noto, Kostas Manolas, e alle due giovani promesse Giovanni Di Lorenzo e Eljif Elmas.

Una sessione di mercato che ha fatto le gioie dei tifosi napoletani, non abituati ad una campagna acquisti così ricca. Ma siamo sicuri che fosse effettivamente quello di cui il Napoli aveva bisogno? A mio pare, dopo otto giornate di campionato, si possono evidenziare dei pro e dei contro.

Caratteristica distintiva del Napoli di Sarri, per quanto riguarda la fase difensiva, era una sensazione di instabilità, che spesso portava la squadra a subire goal da situazioni di situazioni di vantaggio o nei minuti finali e che raramente consentiva di chiudere le partite con la porta inviolata.
Questo punto debole è stato ereditato da Ancelotti durante l’ultima stagione, il quale ha indicato come principali indiziati due fedelissimi dell’ex tecnico toscano: Albiol, giocatore di notevole esperienza ma non più giovanissimo, che negli ultimi anni ha spesso mostrato limiti fisici e tecnici, e Hysaj, terzino a cui è sempre stato rimproverato dalla critica il fatto di svolgere solamente il “compitino”, non essendo incisivo in fase offensiva. Entrambi sono stati sostituiti da un pari ruolo con caratteristiche completamente opposte: Manolas, centrale giovane e veloce, grazie al quale la squadra può permettersi di giocare con una difesa più alta, per contare sulla sua velocità in ripiegamento nel caso di contropiede subito; Di Lorenzo invece è un terzino fisico a abile in entrambe le fasi, ordinato in difesa, non disdegna le sortite offensive che lo portano anche a segnare alcuni gol.

Il centrocampo invece non necessitava di particolari innesti ed è stato rinforzato dal solo Elmas, macedone classe ’99 che è già diventato il faro della propria nazionale e che si sta dimostrando un vero e proprio gioiellino.

Arriviamo ora al reparto offensivo. Come tutti sappiamo la filosofia di calcio che caratterizza il tecnico di Reggiolo è diametralmente opposta a quella del neo tecnico della Juventus: ampio turnover per dare minutaggio a tutti i giocatori della rosa e per far capire ai titolari che il mantenimento del posto è strettamente condizionato alle prestazioni, partita per partita. È questo il principale motivo dell’acquisto di due attaccanti di prima fascia nonostante il reparto non fosse certo scoperto. Queste scelte comportano però un rischio, che si è concretizzato in alcune partite, come quelle in casa con Torino e Cagliari e in trasferta contro il Genk: proponendo un tandem d’attacco differente in ogni gara è più difficile creare il cosiddetto” feeling”, sia tra compagni di reparto che con gli altri giocatori, e la squadra ne risente così dal punto di vista della produzione offensiva.

È quindi mia opinione che i frutti di un’ottima sessione di mercato si vedranno in modo più evidente nel reparto arretrato e, nonostante i numeri del Napoli non supportino la mia argomentazione (sono infatti 10 gol subiti nelle prime 8 partite) sono pronto a scommettere che nelle prossime giornate assisteremo ad un assestamento della difesa partenopea.