Il trasferimento di Cristiano Ronaldo in un club italiano è stato un evento mediatico che ha calamitato le attenzioni di tutti gli stakeholder (in primis tifosi, media e sponsor) del panorama calcistico italiano e mondiale meritando considerazioni che vanno ben oltre l’aspetto meramente sportivo e che avrà un notevole impatto in diversi ambiti.

Reputo che per riuscire a definire la magnitudo di questa operazione i seguenti tre aspetti siano i più importanti:

  • Commerciale.
  • Visibilità.
  • Competitività.

Nuove opportunità commerciali. L’operazione che ha portato Ronaldo a Torino è da contestualizzare all’interno del piano strategico di crescita della Juventus che dopo anni di crescita del fatturato e di bilanci chiusi in utile si è ritrovata ad un bivio: accontentarsi del livello raggiunto o rilanciare assumendo inevitabilmente dei rischi.

È pacifico che l’obiettivo di breve periodo della Juventus è la conquista della Champions League. Trofeo che garantisce fama (più fan), gloria (maggior valore del brand) ed ulteriori introiti (premi, bonus sponsor, nuovi sponsor). Quindi l’arrivo di CR7, nella strategia di business bianconera, è fondamentale per alzare il livello competitivo della squadra ma soprattutto per il ritorno economico che questa operazione può garantire ai campioni d’Italia. Sebbene, negli ultimi 10 anni, la Juventus sia riuscita a moltiplicare le proprie fonti di ricavo ed aver più che raddoppiato il proprio fatturato, attualmente patisce un gap piuttosto netto con le altre big europee che rappresentano il benchmark di settore. Dal confronto del bilancio bianconero con quello delle società europee (principalmente Real Madrid, Barcelona, Manchester United, Bayern Monaco e Manchester City) con il fatturato più elevato emerge chiaramente che la voce dei ricavi commerciali è quella che presenta il differenziale maggiore. Secondo il Financial Times entro tre stagioni la dirigenza di Corso Galileo Ferraris rinegozierà gli accordi con gli sponsor, in primis Jeep ed Adidas, e punterà a raggiungere quota 235 milioni di euro, quindi più del doppio degli attuali introiti commerciali (114,4 mln €).

Ad oggi, la strategia commerciale bianconera è focalizzata sul ridurre questo differenziale facendo leva proprio sui benefici derivanti dalla presenza, tra le proprie fila, di un brand globale come CR7. Quindi, al prossimo ciclo di rinnovi delle sponsorizzazioni, potrà essere sfruttata la maggiore visibilità che garantisce CR7 ed il conseguente incremento delle vendite per esercitare un maggiore potere contrattuale nei confronti degli sponsor e dei partner commerciali in modo da tenere il passo di società come il Barcelona, Real Madrid e Manchester Utd capaci di ottenere, con i soli sponsor principali e tecnici, ricavi di oltre 150 milioni di euro.

Visibilità e nuovo appeal. Quando parliamo di Cristiano Ronaldo però parliamo anche di influenza. Quella che è capace di esprimere in campo è indubbiaente notevole ma quella esercitata sui social media e quindi sulla schiera di followers che lo segue, è senza eguali. Basti pensare che, secondo un report di KPMG, il totale dei seguaci del portoghese sulle principali piattaforme social (Facebook, Twitter ed Instagram) ammonta ad oltre 318 milioni (ad oggi già 342 milioni). Nessun'altra star del panorama mondiale presenta numeri paragonabili né a livello sportivo (Neymar-191 milioni), né extra sportivo (Justin Bieber-283 milioni). Se poi osserviamo i followers del club juventino (meno di 60 milioni) e della Lega serie A (5,5 milioni) è facilmente intuibile cosa può apportare il portoghese in termini di visibilità. Difatti, la fan base del n°7 bianconero non solo consente alla Juventus di accedere a nuovi mercati e poter raggiungere, coinvolgere (direttamente ed indirettamente) e monetizzare l’interessamento di nuovi utenti ma indubbiamente favorisce anche l’intero movimento calcistico italiano il cui appeal è notevolmente calato nell’ultimo decennio e che tuttora fatica a trovare nuovi sponsor e stipulare accordi soddisfacenti per i diritti televisivi. Quindi potremmo assistere ad un aumento delle presenze allo stadio e degli ascolti tv con un conseguente maggior appeal del prodotto calcio italiano e una maggiore richiamo per altri campioni. Le premesse ci sono tutte, infatti, se guardiamo oltralpe dove l’anno scorso è stata portata a termine un’operazione di mercato simile, cioè il trasferimento di Neymar al Paris Saint-Germain, sono emersi numeri interessanti come l’aumentato degli ascolti tv del 25% nonché delle presenze allo stadio del 7%. Senza dimenticare che quest’estate anche grazie alla presenza del brasiliano è stato stipulato un accordo per i diritti tv (domestici) della Ligue1 per 1,15 miliardi di euro l’anno a fronte di soli 973 milioni di euro (più 100 variabili in base ai risultati di Sky e Perform) l’anno incassati dalla nostra Lega Serie A per il prossimo triennio. Non sapremo mai gli effetti che avrebbe prodotto CR7 sui termini del contratto se fosse arrivato prima della chiusura dell’accordo sui diritti televisivi ma sicuramente avrebbe inciso e non poco così come sta incidendo sulle presenze allo stadio e sugli ascolti delle partite della sua squadra.

Competitività del campionato. L’arrivo di un campione del calibro di Cristiano Ronaldo, a prescindere dal livello del club, sposta gli equilibri sul campo. Peccato che un acquisto “alla CR7” a ragion veduta si mostra come “esclusiva” della Juventus, poiché le altre società italiane non hanno, strutturalmente, la base di risorse per sostenere un investimento del genere. Per questo, dopo aver approfondito i benefici economici e d’immagine che offre quest’operazione non resta che considerare e valutare anche l’altra faccia della medaglia dell'operazione CR7, cioè lo squilibrio competitivo che può generare nel massimo campionato di calcio italiano.

Questo effetto rientra nel più ampio fenomeno della concentrazione delle risorse economiche, finanziarie ed umane che affligge il calcio moderno e genera una perdita di interesse diffusa. Un fenomeno che mina l’incertezza di lungo periodo delle competizioni e che genera disinteresse negli spettatori che assistono alla contesa dei campionati e delle coppe tra quei pochi club che, a loro volta, si contendono anche i contratti di sponsorizzazione più remunerativi. Tutto ciò contrasta con gli obiettivi e gli interessi dell’intero settore che compete nell’industria dell’entertainment in cui regalare spettacolarità e competitività è la discriminante che induce le persone a scegliere di spendere parte del loro tempo libero e del loro reddito per un dato evento. Tornando al nostro tema, nonostante i recenti risultati dei nostri club, che hanno mostrato miglioramenti dentro e fuori dal campo, la sensazione è che il gap tecnico tra i bianconeri e le avversarie sia ancora più marcato rispetto al passato e, non solo fa apparire scontato il risultato del campionato in corso, ma sembra rendere la chimera dei 10 scudetti consecutivi una pura formalità.

Per il campionato italiano l’approdo di CR7 porterà sicuramente dei vantaggi su diversi fronti, ma restano i problemi strutturali del nostro calcio che non consentono di sfruttare appieno tutte le opportunità e vedere realizzato qualcosa di diverso sembra essere una vera missione impossibile in attesa del prossimo colpo di scena.