Nell’immaginario collettivo calcistico diffuso dal Liga, che trovava ispirazione nel calcio degli anni ’80, quando si parla di mediano si tende a pensare a un giocatore dalle seguenti caratteristiche: posizionato davanti alla difesa, dedizione esclusiva al recupero del pallone, spirito di sacrificio, abnegazione e carattere da combattente, a cui fanno da contraltare delle doti tecniche limitate, che al primo errore in disimpegno scatenano il solito commento da parte dei critici “ecco il solito medianaccio”. Nella realtà calcistica moderna però, va sempre più affermandosi un mediano dall’identikit diverso, il mediano alla De Rossi, un giocatore completo che alle già citate caratteristiche di temperamento e agonismo, abbina un’ottima qualità dei piedi (sì, entrambi) e uno spiccato senso del gol. Il mediano moderno, non è più semplicemente il gregario di fatica che dopo aver recuperato il pallone “deve darlo a chi finalizza il gioco”, ma è il vero faro che illumina la squadra con le sue geometrie e la trascina con il suo carisma. Questo tipo di giocatore è preziosissimo per l’allenatore, che non può fare a meno di un punto di riferimento nel vivo dell’azione, è ammirato e rispettato dai compagni di squadra perché “non molla mai un centimetro” ed è l’idolo vero dei tifosi che ne amano l’attaccamento alla maglia. Inoltre, dal punto di vista prettamente economico, da sempre termometro del valore complessivo di un giocatore, non è un caso che proprio De Rossi abbia scalato la classifica anche degli ingaggi della nostra Serie A, arrivando a guadagnare molto di più di compagni e avversari che di professione fanno i gol; probabilmente, anche presidenti, sponsor e uomini marketing delle società si sono accorti che la vera risorsa imprescindibile è proprio lui: il mediano. Nicola Materzanini