Una vita da mediano: un ruolo talmente importante, soprattutto nel calcio che fu, che un cantautore del calibro di Ligabue, noto tifoso interista tra l'altro, ha voluto dedicarci addirittura una canzone. Il testo di quel pezzo, che il cantante ha voluto dedicare a Lele Oriali, idolo della sua infanzia, rappresenta al meglio quello che è il compito di un mediano all'interno di una squadra: questo tipo di giocatore non è, generalmente, dotato di buoni piedi, ma fa delle grinta e dell'aggressività i propri punti di forza. Il mediano è quello che nel ciclismo è il gregario, quello che canta e porta la croce, quello al servizio della squadra o del grande campione. Quello che corre, che si sacrifica per tutti, che molto spesso non lo si vede protagonista in una partita, ma il cui lavoro in fase di non possesso è di fondamentale importanza. Quello che vive nell'ombra in poche parole. L'esempio di Oriali è sicuramente quello più semplice e forse banale, ma sicuramente il più calzante: una vita passata con i colori nerazzurri addosso, prima di concludere la carriera alla Fiorentina, è stato centrocampista dalla tecnica non di certo eccezionale (non alla Pirlo per intenderci), che però è riuscito a sostituire grazie alla sua enorme forza di volontà e al suo spirito di sacrificio. A livello di club ha vinto poco per il suo valore (solo un paio di Scudetti e Coppa Italia), ma la vittoria più prestigiosa della sua carriera è stata senza ombra di dubbio quella al Mondiale del 1982 in Spagna, dove riuscì a ritagliarsi un posto da titolare, a dimostrazione di quanto la sua tenacia e la sua corsa fossero di un'importanza straordinaria. Giocatore unico nel suo genere, quando gli è stato chiesto quale calciatore moderno gli potesse assomigliare di più ha risposto Daniele De Rossi. Vero, probabilmente il romanista (insieme a Gattuso) è l'ultimo grande esempio italiano di mediano, un ruolo che solo in pochi al mondo ricoprono ancora. Anche lo stesso termine "mediano" viene utilizzato sempre più raramente, sostituito da espressioni come "incontrista" o "metodista" (per dirla alla Mazzarri): ora si preferisce un altro tipo di centrocampista, quello in grado di fare degli ottimi inserimenti (alla Marchisio, per esempio), ma di mediani veri e propri se ne vedono sempre meno in giro. Eppure di calciatori con quel tipo di gioco sono parecchio importanti nell'economia di una squadra: si veda per esempio l'interista Medel, l'unico, insieme al già citato De Rossi, a rappresentare la categoria dei mediani nei grandi club della Serie A. E non è un caso che il cileno, proprio per il sacrificio e lo spirito con cui combatte su ogni pallone, sia diventato nel giro di pochi mesi un idolo della tifoseria nerazzurra. Insomma, il ruolo del mediano sta sempre più diventando una sorta di specie in via di estinzione, ma siamo proprio sicuri che una squadra possa fare a meno di giocatori con quel tipo di caratteristiche?