Ancora una volta gli sfortunati epiloghi della carriera del boemo impongono una riflessione circa le reali cause di tali - eclatanti - fallimenti. A mio sommesso avviso il credito di Zeman è da attribuirsi più al suo "esser personaggio" che ai suoi reali meriti sportivi, ed i suoi fallimenti non sono altro che la naturale conseguenza di gravi carenze tattiche e caratteriali che da sempre lo contraddistinguono. Ritengo, tuttavia, che Zeman sia più intelligente di quanto la gente creda. A mio avviso il boemo è ben consapevole dei suoi limiti e sa di essere "top" solo per quanto riguarda la preparazione atletica e gli schemi tattici offensivi (memorabili i tagli degli esterni). In maniera intelligente e lungimirante ha capito la forza dei media, le debolezze degli italiani, e si è creato il personaggio. Propongo questa riflessione: il boemo avrebbe avuto lo stesso credito nell'ambiente calcistico, gli stessi stipendi e le stesse opportunità se non avesse avuto una loquela così "particolare" (ricca di pause di riflessione e frasi "piccate") e se non avesse pronunciato certe frasi sul doping e contro l'odiata Juventus? A mio avviso no! Tant'è vero che allenatori come Ventura o Sarri, più bravi di Zeman, non hanno avuto le stesse opportunità professionali e pagano - paradossalmente - il loro essere "equilibrati" - tatticamente e moralmente. Sono curioso di sapere quale sarà la prossima squadra allenata dal boemo: la storia, infatti, ci insegna che a Zeman (e solo a lui) viene sempre data una seconda opportunità a prescindere dai meriti (o demeriti) sportivi!