Milano si prepara ad una svolta epocale,il calcio,uno dei fiori all'occhiello della capitale economica del bel paese passa dalle mani delle storiche famiglie della borghesia milanese a quelli dei neocapitalisti d'oriente. La stagione calcistica 2016/2017 si apre con Milan e Inter con al comando i nuovi imprenditori della terra del dragone. I due club hanno dato il via al cambio di connotati quasi in contemporanea,anche se la Milano neroazzurra ha vissuto la controversa transazione indonesiana di Thoir e ha potuto diluire il trauma,assorbendolo con maggiore disincanto. L'esito però è comune e segna il trasbordo del calcio milanese dall’era delle grandi dinastie cittadine,i Berlusconi e i Moratti, a quella dei potentati un po’ misteriosi del più grande impero economico attuale, di cui poco si sa e sul quale la barriera della lingua proietta ombre appunto cinesi. E' già accaduto in Inghilterra e Francia e il fenomeno sembra destinato ad espandersi a macchia d'olio ovunque. Lo stesso presidente Berlusconi ha cavalcato l’onda, dopo un lungo e tormentato distacco dal club rossonero, ha deciso di lasciarlo ai migliori padroni possibili,nella speranza che spenderanno un sacco di soldi e lo riporteranno ai fasti di un tempo, visto e considerato che l'alba della nuova stagione si presenta con una sinistra continuità col recente passato non proprio brillante. La scelta di Milano da parte delle rispettive nuove proprietà non è a caso. Il capoluogo lombardo offre non solo opportunità a livello calcistico e questo i neocapitalisti d'oriente lo sanno bene,ma con per ogni business plan che si rispetti è opportuno darsi delle priorità e porsi obiettivi fattibili sia a lungo termine che nell'immediato. Il primo punto è prettamente sportivo,e consiste nel diminuire il gap tecnico con le altre compagini in modo da tornare ad occupare le prime posizioni del campionato di serie A. Le classifiche impietose sottolineano come negli ultimi tre campionati l’Inter abbia complessivamente racimolato 98 punti in meno della Juventus, il Milan addirittura 114. Durante il mercato il divario dalla squadra egemone,sembra essersi oggettivamente allargato. Le concorrenti tutte partono molto dietro e confidano soltanto in qualche inciampo della squadra di Allegri. Nella corsa al secondo posto e al terzo della Champions l’indebolimento teorico di Napoli e Roma accende tuttavia le speranze dell’Inter, reduce dal quarto posto e dal fresco divorzio da Mancini e il susseguente ingaggio dell'olandese De Boer in panchina,anche le manovre in sede di calciomercato hanno finora partorito una rosa ingiudicabile, nonostante arrivi importanti come Candreva e l’atteso Joao Mario che sono rinforzi reali,senza poi dimenticare il tanto corteggiato Gabigol, il brasiliano che potrebbe fare le fortune del club di Suning non solo per le sue qualità tecniche. Il Milan per la prima volta,dopo anni,non ha illuso i proprio tifosi, evitando di sbandierare traguardi incongrui, dopo essere finito nell’ultimo biennio alle spalle di Genoa e Sassuolo,il budget per la campagna acquisti è limitato, perché deve completarsi il passaggio di proprietà, e le conferme di De Sciglio, Bacca e Donnarumma vanno considerati i veri colpi. Montella è un mister in cerca di rilancio: incarna perfettamente lo spirito del Milan attuale. L’ingaggio di giocatori non proprio irresistibili ha fatto inferocire i tifosi, che a più riprese hanno contestato l'a.d. Galliani,situazione che ha portato a sempre meno abbonamenti,e ad un San Siro semideserto. Oltre il gap tecnico da ridurre,un ulteriore priorità dei nuovi proprietari dovrà essere quella di ridurre il gap chiamiamolo "strutturale" con la Juventus. Per darsi un idea dell'enorme differenza che c'è tra la Torino e Milano, lo Juventus Village sull'area della Continassa raccoglie in se: sede sociale, centro d'allenamento, hotel, scuola internazionale, attività commerciali, di ristorazione e intrattenimento. In tutto 34.380 metri quadrati di diritti edificatori per i quali la Juventus ha raccolto finanziamenti per 58,8 milioni e fatto mutui per i restanti 64,5. Sarà un business e consentirà nuovo impulso al fatturato e che ha già consentito una plusvalenza di 10 milioni nel 2015 attraverso il conferimento dei diritti al Fondo J Village. Questo e' il modello delle grandi società europee e rischia di diventare imprescindibile se si vuole raggiungere le dimensioni delle multinazionali inglesi, tedesche e spagnole. Inter e Milan hanno un gap notevole con la Juventus alla voce 'ricavi da stadio'. Nel bilancio 2014-2015 i nerazzurri, in trend di crescita, hanno segnato 23,2 milioni di euro, la metà dei bianconeri, e il Milan (bilancio sull'anno solare 2015) è crollato a 15,4,il dato precedente era di 28 milioni, secondo solo alla Juve ma comunque distante. Bastano queste cifre per far capire l'estremo bisogno di cambiare filosofia di pensiero e cominciare al correre e spendere,non solo in sede di calciomercato, per ritornare a tenere il passo degli altri top club europei. Entrambi i gap descritti sono subordinati inevitabilmente ad un solo fattore, che da anni tormenta i dirigenti dei due club meneghini,il bilancio. Non è un mistero che sia in casa Inter che Milan si sia pensato prima ai successi sportivi che al creare valore ai club creando cosi un rosso costante per molti versi preoccupante. Se ne è accorto Thoir nel Novembre 2013,il tycoon indonesiano ha comprato il 70% con un assegno da 75 milioni che di fatto ha liberato l'ex presidente Moratti dalle garanzie personali fornite a copertura di un indebitamento di 180 milioni. Il valore del club al tempo era stimato in circa 350 milioni di euro. Thoir ha rinegoziato con la Goldman Sachs il debito e ha chiuso i sui primi due bilanci in profondo rosso. L'accesso del gruppo Suning in casa neroazzurra ha portato immediati benefici già dal primo step,in quanto nonostante le difficoltà oggettive di imporsi in campionato e la mancata qualificazione in Champions,il Suning group ha valutato il 100% del club 600 milioni,cosa che ha permesso a Thoir di fare una discreta plusvalenza oltre che a liberarlo del debito con la Goldman Sachs. Situazione un pò diversa dall'altra parte del Naviglio, il presidente Berlusconi,dopo l'infruttuoso corteggiamento con mister Bee, il futuro societario del Milan,dopo molte nuvole sui possibili nuovi proprietari si va pian piano definendo. A sedere sulla poltrona del club rossonero ci sarà Yonghong Li,chairman della management company Sino-Europe Sports Investment Management Changxin Co,soggetto di diritto privato cinese espressione di una cordata di imprenditori. Tra i suoi investitori sarà presente anche Haixia Capital, che in Cina si preoccupa di finanziare la realizzazione di infrastrutture pubbliche. In questo caso i nuovi proprietari cinesi oltre a comprare il pacchetto di maggioranza del club,circa 500 milioni,più i debiti,si impegnerebbero ad investire attraverso un fondo ad hoc tra i 200 e i 300 milioni,per rilevare le restanti quote, facendo si che l'uscita dell'ex presidente Berlusconi sia graduale,e il valore del club si innalzi fino a toccare gli 800 milioni di euro. Siamo solo al principio di questa nuova era per la Milano calcistica,i cambiamenti non saranno immediati e forse non saranno nemmeno facili da accettare, essendo ancorati ancora ad un tipo di concezione calcistica di stampo popolare più che aziendalistico,ma è già tangibile che l'aria che si respira a San Siro e dintorni è già diversa,certo è che a farne le spese sarà il lato "romantico" del calcio meneghino ,ma non è detto che non ce ne sarà un'altro bello,ma in maniera diversa.