Ebbene sì, alla fine è finita davvero l’era dei due Presidentissimi a Milano, di un calcio fatto di pancia, di cuore, di milioni spesi e molte soddisfazioni. Sicuramente sarebbe piaciuto a tutti che la situazione fosse rimasta questa, perché il calcio noi italiani lo conosciamo così e probabilmente è anche più romantico, però senza soldi il cambiamento era inevitabile: in caso contrario si sarebbe giunti al definitivo fallimento sportivo e probabilmente anche finanziario. Cosa possono, e cosa devono fare i nuovi proprietari cinesi quindi per rilanciare a livello sportivo ed economico i due colossi di Milano? La base da cui partire è già stata citata ed è la più ovvia: soldi. Tanti soldi. Soldi da investire soprattutto in un progetto serio di stadio di proprietà per entrambe le squadre (che poi voglia dire acquistare e rimodernare San Siro o costruirne uno da zero poco importa) per mettersi in linea coi tempi e fornire un patrimonio reale alle società, che ora come ora a parte nome, giocatori e poco altro non hanno. I soldi devono servire sul mercato, permettere alle società di scegliere dei giocatori (cosa non più scontata da queste parti) che siano funzionali al progetto e soprattutto di qualità, affidandosi alla competenza di uomini mercato che agiscano nell’interesse della società e non per amicizie e quant’altro. Bisogna puntare forte, fortissimo sui giovani, perché sia Milan che Inter mancano da troppo tempo dal calcio che conta e i campioni, almeno inizialmente, non arriveranno: giovani italiani in primo luogo, ma anche stranieri se di qualità, e senza per forza guardare solo ai 4 principali campionati europei (come la Milano di sponda rossonera ha fatto negli ultimi anni, mancando di un vero direttore sportivo). Il mercato è cambiato, i prezzi sono saliti e generalmente anche per agire in questo modo lungimirante può portare a spese importanti, che però, se ponderate, possono fare la differenza: il Milan viene dato sulle tracce di Riechedly Bazoer, costo dell’operazione 20 milioni (cifre impensabili per il Milan di Berlusconi degli ultimi anni, che si fece sfuggire un certo Eriksen per poco più di 10…), che se verrà valutato veramente competitivo e utile alla causa potrà essere acquistato e probabilmente valorizzato a molto più della cifra spesa. Quello che le nuove proprietà cinesi non devono fare, e i tifosi non dovrebbero aspettarselo o pretenderlo, è pensare a giocatori alla Neymar, Bale o Lewandowski e a cifre astronomiche, ma piuttosto cimentarsi in un progetto serio a lungo termine. Sicuramente non dovrà mancare una spina dorsale forte italiana in società ma soprattutto in squadra. I nuovi proprietari del Milan devono continuare (e se possibile migliorare) l’ottimo lavoro compiuto dal settore giovanile rossonero, che ha fornito giocatori come Donnarumma, Calabria, De Sciglio e Locatelli, che dovranno formare l’anima del Milan che verrà insieme a ragazzi italiani e di valore come Romagnoli e Bonaventura. L’Inter da questo punto di vista è molto più indietro: nonostante molti successi giovanili, di talenti veri ne escono pochi e di questi pochissimi sono italiani. Detto questo si è sempre in tempo per invertire la rotta, con le nuove proprietà che dovranno fare dei settori giovanili un punto di forza e un vanto. Per quanto riguarda la società, la presenza di una parte italiana legata alla storia di questi club o comunque a conoscenza dell’ambiente sarà fondamentale, anche se non la cosa principale: accanto a queste figure, se non lo saranno loro, ci dovranno essere uomini (preferibilmente uno solo) che abbiano la fiducia totale dei proprietari lontani e che possano agire e decidere in loro vece, senza dover sempre fare mille passaggi. All’Inter non è così ora, e il caos è fin troppo evidente, con Thohir che sicuramente non è l’uomo forte e di fiducia di Suning, che non è ancora entrata bene in sintonia nemmeno con la parte “italiana” composta da Gardini-Ausilio-Zanetti. Molto probabilmente questa situazione non si prolungherà di molto, e credo che la nuova Inter una volta sistemato questo aspetto potrà fare ottime cose. Per quanto riguarda il Milan quest’uomo potrebbe essere Fassone, ma bisognerà aspettare i primi messi di vero regno cinese per dare giudizi: certo è che se veramente la nuova proprietà si fiderà di lui e gli affiderà la gestione del club il Milan è in buone mani e non si verificheranno probabilmente situazioni caotiche come l’attuale in casa dei cugini. L’ultima cosa che dovrebbero fare i nuovi proprietari per rilanciare definitivamente Milan e Inter nell’Olimpo del grande calcio è migliorare e diffondere l’immagine dei due club nel mondo, iniziando ovviamente dalla sconfinata e ricca Asia. Quotare le società sul mercato asiatico, portare le squadre in tournée, eventi, vendita di gadget e soprattutto trasmissione delle partite in paesi extra europei deve essere uno degli obbiettivi dei cinesi, per raggiungere, grazie anche e soprattutto ad un nuovo stadio e al rilancio sportivo, i fatturati delle grandi potenze del calcio mondiale. Il che comunque non vuol dire per forza dover avere un allenatore con un nome di grido come Villas Boas (fallimento annunciato), Bielsa o Hiddink, come pensando in quel di Suning, ma agire prima su molti altri fattori che non sempre hanno a che vedere con il campo, del quale si dovranno occupare professionisti competenti del settore (Ausilio & ci infatti propongono la scelta più logica per salvare la stagione, Pioli, vedremo chi l’avrà vinta…). Fondamentale in questa opera di internazionalizzazione delle società il rispetto per la grande storia dei club cercando di mantenerla il più possibile, perché giocatori, allenatori e proprietari passano, le società rimangono, queste due in particolare fanno già parte della storia e si spera ne scriveranno ancora molte pagine.