Questa è una lettera d'amore, un omaggio a una squadra che mi ha fatto innamorare di nuovo del calcio e di un club che ci ha ricordato che qualcosa di puro rimane immacolato ed indelebile nel bel gioco. Forse ancora non si apprezza appieno quanto sia speciale quello che sta facendo l’Ajax, non ancora. Probabilmente non tutti sono al corrente della storia di questo glorioso club olandese, del pensiero alla base di un processo che li ha portati sull'orlo di una finale di Champions League per la prima volta dopo 23 anni.

L'Ajax è una squadra fantastica e io non uso queste parole alla leggera. Giocano con la libertà di espressione, giocano come una squadra nata ad Amsterdam, ricalcando quella parte più artistica e ribelle delle città in cui è permesso indulgere; dove l'edonismo è un modo di vivere e la tua creatività è nutrita e incoraggiata. Se mai una squadra di calcio ha simboleggiato la sua città natale, questa è l'Ajax senza ombra di dubbio. È una squadra incredibile, non solo una gioia per gli occhi nel vederla giocare, ma è un qualcosa di raro ed eccezionale che non accade facilmente nel calcio moderno.

Ciò che li rende speciali, così unici, è che questa squadra non costruirà una dinastia, non dominerà a lungo. L'Ajax è come una farfalla, bella, ammaliante, ma già morente. Quasi dal momento in cui hanno spiccato il loro volo in Europa in questa stagione, molto prima che eliminassero il Real Madrid e la Juventus nella fase a eliminazione diretta, sapevano che stavano raggiungendo la fine del loro tempo insieme. Sono una squadra da amare perché questi sono già i loro ultimi giorni. In estate, questo team sarà smembrato dal mercato, i suoi migliori giocatori si disperderanno nei club maggiori d'Europa, distribuiti in tutto il continente a seconda di chi offre più denaro per attirarli.

Va anche tenuto conto che l'Ajax è il club che ha prodotto più giocatori, cresciuti nella loro academy (da noi si chiama vivaio) da tre anni o più a questa parte, che attualmente giocano nelle migliori divisioni europee rispetto a qualsiasi altro club al mondo. Questa non è una novità, ciò che è diverso, è che per una volta sono riusciti a crescere e a migliorarsi tutti insieme. Almeno per il momento. La generazione d'oro si può racchiudere citando cinque giovanotti con un grande futuro. Frenkie de Jong, 21 anni, è un centrocampista centrale di classe che si unirà a Barcellona per 75 milioni di euro in estate; il gioiello della corona dell’Ajax. Matthijs de Ligt, 19 anni, difensore centrale di immenso talento che ha fatto il suo debutto in Olanda a 17 anni ed è già il capitano dell'Ajax. Donny van de Beek, 21 anni, centrocampista a tutto campo con un grande occhio per l’ultimo passaggio e sempre pronto ad inserirsi in area di rigore per far male agli avversari; ha segnato nove gol in questa stagione. Dani de Wit, 21 anni, è un centrocampista che si è appena affacciato in prima squadra, ma è stato capocannoniere e un abile fantasista a livello giovanile, ne sentiremo parlare nei prossimi anni. Kasper Dolberg, 21 anni, l'attaccante danese è arrivato a 18 anni dal Silkeborg nel 2016 e si è trasformato in uno dei giovani attaccanti più entusiasmanti d'Europa.

Con tutti questi talenti è inevitabile che la squadra venga distrutta. C'è tristezza, ma è fugace perché questa squadra ha reso i suoi tifosi orgogliosi. È una squadra progettata per giocare e vincere, per non fare mai un passo indietro, una squadra che intende dominare, non solo per sopravvivere, anche se è quello che il club è stato costretto a fare. Come ha imparato a sue spese la Juventus il calcio opportunistico e basato sui singoli non paga. Chiunque veda giocare l’Ajax, ne sono sicuro, si innamora. La squadra più giovane a raggiungere la fase a eliminazione diretta della Champions League di quest'anno è stata di gran lunga la migliore da tenere d'occhio. Il suo stile di calcio si può paragonare ad un uragano, tale è la velocità e la potenza di coloro che indossano le casacche dell’Ajax, hanno una ferocia inesorabile. Corrono e si muovono con una velocità che non si vedeva da anni. Giocatori con buone capacità tecniche, in grado di giocare in più posizioni. Sono l'incarnazione dei valori del calcio totale di cui il calcio olandese è sempre stato orgoglioso. Meritano il loro posto accanto a tutti i grandi Ajax del passato, ma lo hanno fatto in un'epoca in cui doveva essere impossibile per loro competere.

L'Ajax ha costruito ciò con un mix di talenti fatti in casa e di scommesse di mercato che poi si sono rivelati degli ottimi affari. I giocatori più costosi sono stati Dusan Tadic, preso dal Southampton per circa 15 milioni di euro la scorsa estate e l'ala David Neres, pagata più o meno lo stesso importo, arrivato dal San Paolo due anni fa. Quindi si tratta di uno scarto della Premier League e di un giocatore che ha trascorso la sua prima stagione nelle giovanili. È una squadra forgiata dall'arroganza e dalla spavalderia della gioventù, che sia il centrocampista Frenkie de Jong - che ha già firmato per il Barcellona per 75 milioni di euro e partirà in estate - o il difensore e capitano, il diciannovenne Matthijs de Ligt, un obiettivo di mercato per tutti i maggiori club europei, che hanno segnato il gol della vittoria contro la Juventus, ovunque guardi c'è un giovane promettente, un fiore pronto a sbocciare. L’Ajax ha costruito questa squadra dal basso, non hanno preso in giro i migliori giocatori, non hanno comprato le stelle che tutti volevano. Hanno costruito una squadra con la propria visione e il duro lavoro, principalmente nella propria academy. Hanno costruito qualcosa di fantastico perché hanno creduto nella loro capacità di produrre e coltivare i propri giocatori.

L'Ajax però è soltanto un ricordo di un glorioso passato, al giorno d'oggi sono “poveri”, una reliquia di un'epoca più egualitaria quando tutti i grandi club, provenienti da tutti i campionati europei, potevano sognare di conquistare il continente. Quei giorni sono spariti. Ora siamo nell'era dei Super Club, dove le nazioni ricche di petrolio possiedono club di calcio e i miliardari si contendono tra di loro il prestigio internazionale. Siamo, se guardi in tutta Europa, in un punto in cui le stesse grandi squadre vincono i loro campionati nazionali anno dopo anno, in Germania, Francia, Scozia, Italia e oltre. Anche in Inghilterra, il club più ricco, il Manchester City potrebbe vincere il quarto titolo nel giro di pochi anni.

L'Ajax è rimasto indietro, ma ugualmente i suoi sostenitori cantano con enfasi ed indossano con orgoglio la maglia rossa e bianca. La penuria di introiti dell'Ajax nella scorsa stagione è stata inferiore a squadre come Aston Villa, Cardiff, Middlesbrough e Wolves, non di certo club così rinomati. Ha incassato anche meno del Celtic, un club con una storia e una fama altrettanto grandiosa. La situazione è migliorata un po’ in questa stagione, ma i guadagni saranno comunque inferiori a qualunque squadra della Premier League.

Come tutte le grandi imprese nella storia delle coppe europee di chi parte senza i favori dei pronostici, l'avventura nella Champions League dell'Ajax è iniziata quando gli altri erano ancora in vacanza, dieci giorni dopo la finale dei Mondiali, con una vittoria casalinga su Sturm Graz il 25 luglio dello scorso anno. I lancieri erano alle prese con i turni preliminari della competizione, mentre le grandi squadre d'Europa erano ancora in fase di rodaggio nei tour in giro per il mondo. L'Ajax ha battuto lo Sturm Graz per 5-1 complessivamente e sei giorni dopo ha affrontato lo Standard Liegi con cui ha pareggiato 2-2 in Belgio prima di vincere la partita di casa. Il vero spareggio è stato però contro la Dynamo Kiev, la cui seconda posizione in Ucraina nella stagione precedente gli ha permesso di giocare un turno di qualificazione in meno rispetto all'Ajax, arrivata seconda nella Eredivisie. La seconda tappa di questa sfida, giocata nella stessa città che aveva ospitato la finale di Champions League tre mesi prima, porta un pareggio per 0-0 in trasferta che non cambia quindi la vittoria dell’andata ad Amsterdam e segna il loro ultimo passo prima della fase a gironi di una competizione che non sarebbe iniziata fino a metà settembre per tutti gli altri. Avevano giocato sei partite in 34 giorni, viaggiato in tre paesi e iniziato il campionato nazionale, e in qualche modo, otto mesi dopo aver cominciato quest’avventura, sono tra le migliori quattro.

Non sono gli attuali campioni olandesi, come lo erano spesso negli anni '70 quando per tre anni consecutivi l'Ajax era il re d'Europa. Inoltre c’è da sottolineare che sotto il profilo della moderna Champions League l'Uefa non rende la vita facile per i club olandesi giacché nemmeno i campioni della Eredivisie hanno un posto garantito sul palcoscenico della Champions. In questa stagione i campioni del PSV Eindhoven hanno beneficiato di un aggiustamento e sono partiti dal terzo turno preliminare poiché i vincitori della Champions League e l'Europa League, il Real Madrid e l'Atletico Madrid, si erano già qualificati in virtù delle loro posizioni in campionato; altrimenti la vincitrice del campionato olandese avrebbe dovuto giocare almeno due turni per raggiungere la fase a gironi.

Siffatto discorso per dire che la stagione dei migliori club olandesi inizia molto presto, ma tutto ciò non ha impedito alla giovane squadra di Erik ten Hag di arrivare fino alle seminali di Champions, rivalutando di molto il calcio olandese rispetto al 12esimo posto - insieme alla Svizzera - riconosciutagli dall'Uefa a livello Europeo. Più si va avanti con gli anni e più diventa impossibile eguagliare la ricchezza dei più grandi club europei. Malgrado ciò l'Ajax ha dimostrato che scuotere l'élite è ancora possibile. Quando un club ha eliminato il Real Madrid e la Juventus, in un trionfo della giovinezza, del collettivismo e dell'ingegno, sembra che ci sia ancora vita nella competizione.

Ma per quanto tempo? L'anno zero per la Champions League sarà il 2024 quando i contratti televisivi termineranno ed il calendario delle partite internazionali sarà resettato. Agnelli e gli altri vogliono strapparlo e ricominciare. Preferiscono una Champions League con quattro gruppi da otto di cui faranno parte le squadre che hanno un maggiore potere economico. Ancora non c’è un piano chiaro e definito, ma qualcosa è trapelato, compresa la retrocessione di soli otto club l'anno a partire dai 32 prestabiliti, con quattro promossi dall'Europa League e altri quattro dai campionati nazionali. La maggiore ambizione sarà far parte delle squadre col posto garantito ed il calcio olandese è già molto indietro in una coda molto lunga. Ci sono attualmente 11 campionati nazionali davanti a loro, che comprendono le potenze tradizionali Spagna, Inghilterra, Germania e Italia, nonché Francia, Russia, Portogallo, Ucraina, Belgio, Turchia e Repubblica Ceca. La prestazione dell'Ajax quest'anno ha spostato un po' il quadrante per il calcio olandese, ma ciò che hanno ottenuto finora è in contrasto con il tipo di nuova competizione che viene proposta dai club più potenti d'Europa.

L'Ajax è riuscito a tenere insieme un gruppo di giocatori relativamente giovani abbastanza a lungo da trasformarli in una squadra capace di passare da tre turni eliminatori fino alle semifinali. Più sono le barriere che ostacolano un club come il loro, tradizionalmente saccheggiato dai rivali più ricchi, meno è probabile che possano mantenere intatta una squadra abbastanza a lungo da avere un impatto favorevole. Se ci vogliono due stagioni per accedere all'élite dei 32 club, attraverso qualunque sistema di promozione che Agnelli e il resto dell'ECA possano sognare, allora potrebbe rivelarsi un lasso di tempo troppo ampio per un club come l'Ajax. Questa squadra sta già andando in frantumi, con la partenza di Frenkie de Jong, ed è improbabile che sia l'unica proprio come è avvenuto con la bella squadra del Monaco del 2017 che è stata disgregata dopo la loro semifinale di Champions League.

L'essenza del calcio in coppa è che le fortune cambiano nel corso di una stagione. Col format attuale, anche se si deve passare attraverso estenuanti turni preliminari, comunque c’è la possibilità per le squadre più piccole di poter arrivare in alto. Mentre se passerà la rivoluzione che è già in atto, le probabilità di sconfiggere una big e ottenere certi risultati sarà quasi impossibile, poiché bisognerà battere le grandi squadre non soltanto sul campo da gioco – compito relativamente semplice quest’anno per l’Ajax – ma anche fuori, pagando a caro prezzo il non far parte dell’élite europea.

Già l'anno scorso, l'Ajax temeva che era giunto il momento per i loro migliori giocatori di partire, ma il club ha chiesto a giocatori come De Jong, de Ligt, Hakim Ziyech e Donny van de Beek di restare un'altra stagione. Solo l'attaccante Justin Kluivert, figlio di Patrick, non ha ascoltato, partendo per la Roma dove ha faticato a trovare spazio. Gli altri sono rimasti per riconoscenza verso un club che ha lanciato la propria carriera, un altro anno. Un'ultima stagione per vincere il campionato olandese, per vincere insieme le coppe e sicuramente i più ora sperano che la più importante possa sfilare a maggio per le strade di Amsterdam.

L'Ajax, campione d'Europa, sarebbe una fiaba ancora più grande del Leicester City che vinse la Premier League.