La corsa al titolo della Premier League ha cessato di essere esclusivamente una questione di abilità, ora è principalmente imperniata sulla psicologia di Manchester City e Liverpool. Un’analisi semplicistica potrebbe portare a credere che, dopo l’uscita dalla Champions, sia avvantaggiato il City poiché adesso può concentrarsi unicamente sul campionato; ma secondo me non è affatto così.

La squadra di Klopp si sta già preparando mentalmente per una semifinale Champions League, dove ritroverà anche due sue vecchie conoscenze come Suarez e Coutinho, cercando di alimentare il suo slancio vincente; mentre quella di Guardiola sta combattendo contro la prospettiva di una battuta d'arresto europea demoralizzante con ripercussioni anche nella competizione nazionale. Valutando l'umore dei due club a metà settimana, non si crederebbe che il City, già vincitore della Community Shield (sconfiggendo ad agosto il Chelsea) e della Coppa di Lega (sconfiggendo a febbraio ancora il Chelsea) ed in finale di FA Cup, rimanga il favorito per vincere la Premier League. Il Liverpool brama il suo primo trofeo dell'era Jurgen Klopp, ma questa settimana è stata particolarmente importante per Pep Guardiola.

Lo scorso weekend, il Liverpool ha battuto il Chelsea e c'erano scene trionfanti all'interno di Anfield. Invece, cinque anni fa l'immagine era di desolazione, proprio dopo una sconfitta contro il medesimo avversario, a poche turni dalla fine, che di fatto significò la perdita della Premier a vantaggio del City che aveva bisogno di un passo falso degli avversari. La differenza deriva dall'impeto dei risultati e dalla convinzione che, mantenendo una straordinaria striscia vincente alla fine arriverà il tanto ambito premio, ovvero la vittoria della Premier. Il City ha combattuto contro quest’idea del destino che è a favore del Liverpool da mesi e deve ancora recuperare una partita per poter balzare in testa.

Eppure l'Europa ha dato alla corsa al titolo una sottotrama ancora più avvincente. La vista di Guardiola che si è inginocchiato dopo che la VAR ha annullato il gol di Sterling contro gli Spurs potrebbe diventare l'immagine persistente di questa stagione. La Champions League significa tanto per Guardiola e i suoi giocatori. Sa che la sua squadra aveva il talento e le capacità per vincere quest'anno, come anche la scorsa stagione. Indipendentemente da ciò che è stato detto pubblicamente, fallire ancora una volta e non arrivare almeno in finale, un'ambizione più che realistica e realizzabile, è stato un colpo molto duro da sopportare. La Champions League è il traguardo per il quale i proprietari del City hanno ingaggiato Pep, per guidare il club dove Roberto Mancini e Manuel Pellegrini non potevano. Guardiola non è stato in grado di farlo e tutto ciò fa molto male al morale, lasciando una profonda ferita che difficilmente si rimarginerà in fretta. Ciò che rende la cosa ancora più difficile da digerire è che i Citizen nelle ultime tre stagioni sono stati in grado di eliminare il Barcellona e il Real Madrid, le sfidanti più accreditate ogni anno alla vittoria finale, ma le squadre che si aspettavano di battere - Monaco, Liverpool e Spurs - le hanno messe fuori combattimento.

Il City affronterà nuovamente il Tottenham Hotspur nel turno di campionato di questo fine settimana, dovendo rivivere immediatamente un ricordo straziante per quella che è stata probabilmente la partita di calcio più drammatica che abbia mai visto l’Inghilterra. Ci sono quelli che credono che la delusione di City li porterà al titolo. Ciò potrebbe risultare vero se riusciranno a mantenere il proprio vantaggio (giocare solo in Premier e dover recuperare una partita), ma a mio modo di vedere l’eliminazione ai quarti di finale sarà un ostacolo, non un aiuto. Mercoledì sera non c'era nessuna benedizione sotto mentite spoglie all'Etihad, la reazione di un Guardiola in ginocchio ha detto tutto. Il City era ad un passo dal poter fare la storia, ma tutto ciò le è stato negato nelle circostanze più crudeli.

Questo ha inevitabilmente pesato sull’umore dei giocatori, che nell’allenamento del giovedì si sono visti rabbuiati e svuotati da una vittoria inutile. Toccherà a Guardiola e al suo staff entrare nelle menti dei giocatori e ricordare loro ciò che hanno raggiunto e ciò che è ancora in gioco per stimolarli a dovere affinché si scrollino di dosso la loro disperazione con l’obiettivo di raccogliere il massimo dei punti nelle rimanenti cinque partite della Premier League, così da mitigare almeno in parte l’amarezza per una mancata semifinale che avrebbe potuto portare diretti a Madrid da favoriti.

Nonostante ciò io non mi associo alla teoria che l’uscita dalla Champions League ha reso il compito della City più semplice, soprattutto a causa dell'impatto emotivo negativo. Affrontare l’Ajax in semifinale non avrebbe fatto alcuna differenza per i livelli di prestazioni contro Leicester City e Brighton, le partite successive alla semifinale che avrebbero risentito maggiormente del carico di lavoro aggiuntivo. Anzi quei matchs avrebbero reso l'Ajax una proposta più ostica, non gli avversari del campionato. La mia sensazione per la corsa al titolo è che saranno le prossime tre partite dei City prima dell'inizio delle semifinali - Spurs, Manchester United e Burnley - che determineranno se resteranno detentori del campionato.

Allo stesso modo, il successo del Liverpool ha portato diversi dubbi a Klopp che sarebbero stati accolti favorevolmente all'inizio di questa stagione, ma che ora gli presenta decisioni non invidiabili. La trasferta di domenica a Cardiff ha assunto lo status della partita più importante della stagione del Liverpool dal momento che una vittoria costringerebbe il City a vincere all'Old Trafford. I Reds hanno già subito una battuta d'arresto quando l’Uefa ha deciso che giocheranno la sua prima partita contro il Barcellona mercoledì 1 maggio, questo ha reso la vita più difficile per Klopp. Ora la sua squadra deve giocare due volte consecutivamente in trasferta, prima a Barcellona e poi viaggiare a Newcastle nell'arco di sei giorni. Cosa farà il manager del Liverpool in questa situazione? Il dilemma su quale torneo assegnare le priorità è stata ignorata finora, Klopp ha sempre evitato la domanda spiegando che era importante la "prossima partita". Può davvero aspettarsi che i suoi - ed in particolare il tridente Salah-Firminio-Mane - si esibiscano al massimo al Camp Nou e poi ancora tre giorni dopo al St James's Park? In caso contrario, quale incontro sceglierà per fare un po’ di turnover? I prossimi sette giorni renderanno più chiara la direzione da prendere.

Se il City dovesse perdere punti nelle prossime due partite e il Liverpool battesse Cardiff e Huddersfield, direi che la partita contro il Newcastle sarà più importante del Barcellona. Per quanto possa sembrare inconcepibile, non criticherei troppo Klopp se farà saltare ad uno dei tre attaccanti l'andata delle semifinali per assicurarsi che siano pronti ed in forma per sfidare la squadra di Benitez. Sarebbe sicuramente una scelta coraggiosa, ma la Premier League è tutto per i tifosi del Liverpool, la Champions League è una brillante opportunità per rendere la stagione memorabile anche se il titolo sfuggisse. Se, tuttavia, il City batte Spurs, United e Burnley, Klopp deve presumere che la Champions League offra la via più probabile per la gloria.

Tutto questo assicura una delle conclusioni più emozionanti per una corsa al titolo dal gol vincente di Sergio Aguero nel tempo di recupero contro il QPR nel 2012. Queste stagioni capitano raramente, come quando il Manchester United si è scontrato con l'Arsenal quando Arsene Wenger era al suo apice, oppure quando i Blackburn Rovers conquistarono incredibilmente il titolo nel 1995 al terzo anno dopo essere saliti in massima serie, oppure ancora quando Michael Thomas ha vinto il titolo con l’Arsenal segnando nei minuti di recupero il gol decisivo nell'ultima giornata della stagione 1988-1989.

Sono così poco frequenti che vengono ricordati molto di più, eppure quest’anno ancora non c’è stato un momento della stagione di Premier League che può competere con il dramma dell'Etihad a metà settimana. Tale è la qualità delle squadre, la pressione così forte che sta mettendo sotto stress tutti i giocatori affinché migliorino di settimana in settimana le loro prestazioni sul campo, l’intensità di ogni partita è incredibile da sembrare quasi una battaglia, e quindi si sta inevitabilmente andando incontro ad un momento topico indimenticabile e veramente decisivo.

Basta infatti vedere i numeri che sono impressionanti per entrambe le squadre: il Liverpool è primo con 85 punti in 34 partiti, inseguiti dal City con 83 punti in 33 partite. Una corsa punto a punto con medie pazzesche per un livello altissimo. Siamo impressionati di osservare questi allenatori al lavoro: Mauricio Pochettino degno di riconoscimenti altissimi conquistati sul campo; Guardiola sarà ricordato come uno dei più grandi allenatori di tutti i tempi per i 25 trofei che ha già vinto, e per i prossimi che vincerà. Ma non c'è un solo tifoso del Liverpool che scambierebbe Klopp con loro, l'uomo perfetto per Anfield come l'incarnazione moderna di ciò che tutti i membri della Kop bramano dal loro allenatore: pura emozione, una personalità coinvolgente che si connette con i fan della classe operaia, sempre all’attacco.

SIa City e Liverpool hanno tutto da guadagnare nelle prossime settimane, consapevoli però di quanto potrebbero perdere. Non c’è bisogno di continuare a incensare e scrivere quanto sono bravi. Adesso sta a loro, la differenza tra il vincere tutto o niente e molto labile ed il passo per la gloria è tanto vicino quanto lontano. Questa è l'ultima prova della loro resistenza mentale, una questione più di testa che di gambe.