Tanto per parlar di calcio...
Belli i tempi in cui si parlava di Allegri, di Bonucci ecc… oggi posso solo dire che non vedo l’ora che finisca la stagione e cambino parecchie cose. Certo, se tutto dovesse rimanere così com’è, sarà dura tornare a guardare la Serie A con gli occhi di prima.
Intanto le disdette, 6000 mi sembra, un numero falso e tendenzioso, mentre 1.5 mln visti gli ascolti mi sembra irrealistico.
Il numero dato da Zuliani su RBN, 650 mila disdette dal 23 gennaio a fine febbraio, così divise, 300 mila Juve, 350 mila rotellina, penso possa essere vicino alla verità.

Il dato mi pare realistico, abbiamo infatti una variazione molto alta delle visualizzazioni della serie A tra una giornata e l’altra, capace di “nascondere” i 600mila, tra le normali fluttuazioni dei valori. Ad esempio nel campionato in corso per le giornate 11; 12; 13 e 14 notiamo rispettivamente, 6.5mln; 5.5mln; 6.7mln; 4.8mln di spettatori con differenze di -1mln; +1.2mln; -1.9mln.
Interessante invece la variazione del dato medio di ascolti tra la stagione scorsa e la stagione attuale.
La stagione scorsa, alla 26 esima giornata, si misurava una media di 6.5mln di spettatori, oggi siamo ad una media di 5.7 mln con una perdita media di 0.8 mln di spettatori a giornata.
Ed è su questo dato che si devono fare delle riflessioni, e penso sia questo dato ad allarmare Gravina e soci.
In buona sostanza il messaggio delle televisioni è chiaro: “scordatevi il miliardo”.

Eviterei di parlare di disamoramento del pubblico verso il calcio in generale, o verso le troppe partite, non metto in discussione l’analisi di A.Agnelli, ritengo però che quello sia il futuro, quanto prossimo non so, ritengo altresì che di quanto stiamo parlando oggi sia il presente, e questo calo di pubblico è in controtendenza rispetto agli altri maggiori campionati europei.

A mio avviso è un problema di qualità generale del prodotto.
I risultati sono quello che sono, la Nazionale dopo essere uscita 2 volte nella fase a gironi, ha mancato la qualificazione per altre 2 volte. A livello di Club se contiamo gli anni senza una Champions League arriviamo tranquillamente in doppia cifra.
Dobbiamo prendere atto della realtà, e rassegnarci al fatto che il calcio italiano è questo, i campioni vanno altrove, e vero o meno che sia, sta passando il concetto che le partite della serie A sono noiose.
Di contorno dobbiamo ammettere che se il nostro calcio è quello che è, il racconto è assolutamente peggio. Certe telecronache sono decisamente scadenti, le interviste agli allenatori sono sempre uguali, per il resto durante l’approfondimento si lascia più spazio al gossip che all’evento sportivo.

Insomma manca il prodotto, e se manca il prodotto qualsiasi sforzo di marketing è assolutamente inutile.
Mi taccio sulla giustizia sportiva perché già moltissimo è stato scritto, mi rimane solo un pensiero a conclusione.
Posso anche comprendere le mire politiche di Gravina in seno all’UEFA, ma rischia veramente di tagliare il ramo sul quale è seduto.
Ai posteri, l’ardua sentenza, anche perché solo più le sentenze hanno ragion d’essere in questo calcio.