Sarri alla Juve. Certo, non qualcosa di semplice da pensare soltanto fino a qualche mese fa. E chi con il suo gioco, con la sua filosofia, aveva sperato, sognato, come non accadeva dai tempi del Napoli di Maradona, quella dell’allenatore toscano è una decisione impossibile da digerire. 

Con la mente si ritorna facilmente a tre estati fa, quando in quattro e quattr’otto Gonzalo Higuain, decide di lasciare Napoli in direzione Torino. Il copione è lo stesso: il bomber argentino, allora neo-protagonista di una stagione da 36 gol in campionato, si trasferisce in bianconero e i tifosi del Napoli vengono colpiti da una delusione che immediatamente sfocia in insulti di ogni genere e nel rinnegamento di tutto ciò che di buono aveva fatto il Pipita fino a quel momento in maglia azzurra. Oggi stiamo assistendo alla stessa scena. I tifosi del Napoli, che com’era ovvio non hanno preso bene la scelta di Sarri di allenare la Juventus, stanno già esprimendosi come un popolo orfano dei valori e dei principi in cui tanto hanno creduto e cui per anni si sono affidati speranzosi, andando più vicini che mai al nirvana calcistico con quello scudetto soltanto sfiorato nel 2018.

Sfido qualsiasi tifoso che vede il proprio condottiero (visto che la sua figura è stata addirittura accostata a quella di Che Guevara), trasferirsi dagli acerrimi rivali di una vita, a non vedersi rivoltato lo stomaco dal senso di tradimento. Succede ogni qual volta capiti un fatto del genere. Pensiamo a Bonucci che passa dalla Juventus al Milan, o a Miralem Pjanic, che dopo cinque anni in giallorosso, passa proprio alla Juve nell’estate 2016.

Qua però c’è qualcosa di diverso. Quando in un ‘tradimento calcistico’, i traditi sono i tifosi del Napoli, la questione prende una connotazione differente. C’è poco da fare. Prendiamo il caso di Higuain. Quando il pipita è passato alla Juve, l’intera città di Napoli si è rivoltata di fronte a quella scelta, e nessun tifoso partenopeo ha provato, non dico a capire, ma ad accettare la scelta di un grande professionista di andare a giocare per quella che è la più grande squadra del campionato italiano. Oggi con Sarri alla Juve, i tifosi vedono violati i valori del calcio e dell’etica sportiva, ma che non sia proprio il comportamento della maggioranza partenopea a sfidare i principi cui loro inneggiano a gran voce ogni qual volta ne hanno l’occasione? Non mi sembra che, nel caso di tre estati fa, la tifoseria azzurra abbia fatto propri questi principi nell’esprimersi nei confronti di Higuain, quando non sono mancati insulti, epiteti di qualsiasi genere e anche qualche minaccia di morte.

Se io fossi un tifoso del Napoli a cui sta a cuore la crescita del proprio club, come prima cosa, abbandonerei questo tipo di reazioni di fronte a ciò che nel calcio è la normalità e soprattutto la smetterei di pensare che la Juventus rappresenti il potere maligno e disonesto del calcio italiano. La Juventus è una società calcistica che ogni anno cerca di conquistare lo scudetto con i mezzi che ha a disposizione, ovvero con una società solida, ben organizzata e con una potenza economica certamente superiore rispetto a quella del Napoli. Il fatto che i mezzi economici e le infrastrutture a disposizione della Juventus siano superiori a quelle delle altre squadre non è di certo una colpa dei bianconeri. Il Napoli, rispetto alla Juve, è strutturato diversamente, forse per molti aspetti assomiglia di più a una provinciale, e per questo, quando vince, è ancora più straordinario. Ciò che le accomuna, però, è il contesto: un campionato, un gioco da giocare e una sola squadra che a alza il trofeo a fine stagione.

A quale professionista non farebbe piacere far parte di una squadra così forte e con l’ambizione di vincere tutte le competizioni a cui partecipa? E non credo che ci sia bisogno di chiamare in causa alcuna questione etica, né tantomeno di cancellare dall’albo quanto di bello fatto fin ora con un’altra squadra.