Siamo tutti un po’ Napoli… Gravina: esternazioni da internare.
Ho visto le dichiarazioni del Sig. Gravina e non posso fare a meno di dire ciò che penso su quanto sta accadendo. Mi è capitato di commentare in modo simile un articolo de “La Repubblica” in cui si denunciava la scalata alle poltrone di potere (RAI inclusa) da parte degli attuali rappresentanti di governo. Nulla di diverso da chi li ha preceduti.

Smettiamo di fare le verginelle e di aprire gli occhi e sbalordirci solo quando ci interessa. Tutto o quasi di cui ci scandalizziamo oggi è già successo ieri e spesso a nessuno ne è fregato nulla.
Io sono juventino quasi dalla nascita, ed ho smesso di andare allo stadio nell’86,  Juve - Barcellona: 1-1. Partita che mi è rimasta impressa per 2 motivi.

Motivo 1: Il crollo di un mito (Platini) per il suo comportamento inaccettabile nei confronti di un povero semidebuttante, Marco Pacione (che si mangiò il mangiabile e anche qualcosa in più), massacrato dagli improperi di Roi Michel, che invece di incoraggiarlo e spronarlo, ad ogni errore lo mandava sempre più nel pallone con le sue “maledizioni”. Un'immagine che mi ha fatto venire il cuore piccolo piccolo, perchè (come spesso mi accade) mi sono messo nei panni (ho camminato 2 lune nelle sue scarpe?) di chi subiva dapprima un carico di responsabilità enorme a causa degli infortuni degli attaccanti titolari e che si vedeva addossare tutte le colpe dell’eliminazione da colui che avrebbe dovuto essere per lui una guida ed un compagno da seguire.

Motivo 2: Pochi minuti dopo il gol di Archibald, i tifosi della curva (evidentemente considerando conclusa la partita anche se mancava ancora mezz’ora), invece di spronare la squadra, hanno cominciato ad intonare una serie di vaffa contro la Roma e forse l’Inter, ma non ricordo bene (sono 32 anni fa). Sicuramente la Roma. Ci sono rimasto malissimo, io andavo al comunale una tantum dalla Riviera di Ponente, e come me tifosi che arrivavano da tutta Italia per tifare per i bianconeri, cosa c’entrava la Roma in Juve-Barcellona?
Risultato? Basta stadio, ma che gente ci va? Animali? Da quel giorno la Juve l’ho vista solo in tv (e all’epocaSky non c’era, per cui la parola “vedere in tv” era un eufemismo).

Sì, sono rimasto schioccato e deluso, ma quante volte è successo da 32 anni fa? E sono solo gli Juventini o ci sono altri “peccatori” che scherniscono questa o quella tifoseria? Io, ad esempio ho scoperto sulla mia pelle che per molte persone, e non allo stadio ma nella vita di tutti i giorni, in qualità di Juventino non merito la patente di essere pensante, di uomo obiettivo ed onesto. Non è discriminazione anche questa?
Siccome siamo uomini e non animali, grazie mamma per il tuo insegnamento ricorrente, “Chi ha più cervello lo usi!” Diamo il giusto peso alle cose, alle persone e alle situazioni, e smettiamo di farci la guerra ogni giorno. 
Come per i “boooo” definiti razzisti. Da sempre ho sentito fischi, boooo e anche offese peggiori, indirizzate a quelli che erano i giocatori meno simpatici alle tifoserie avversarie (Gentile, Furino, Tardelli per la Juve, Stielike e Schumacher x la Germania, Hugo Sanchez e Ramos del Real). Non mi risulta abbiano mai booeggiato giocatori dal comportamento irreprensibile come Maldini, Scirea, Del Piero, Baggio, Pelè che era pure di colore. Voglio credere che l’idiozia umana si fermi al motivo sportivo, anche perchè non mi risulta ci siano squadre in serie A che non schierino giocatori di colore. Che facciamo allora, il razzismo selettivo?

Tutto questo panegirico, per dire che non dobbiamo stupirci, offenderci o scandalizzarci. Dobbiamo lavorare insieme per migliorare, a partire da noi genitori che dovremmo insegnare il recupero di certi valori ai nostri figli, ai docenti che dovrebbero insegnare e far comprendere i concetti e non le nozioni, ai politici, che dovrebbero essere da esempio e legiferare e governare per il bene della comunità e non per interesse di parte. Bisogna cercare di cambiare lo stato delle cose, anche se è difficile, se no non ne veniamo fuori.

Un piccolo esempio sugli insegnamenti che non si dimenticano e ti aiutano a crescere meglio (il calcio c’entra sempre…). 1970, non avevamo la tv in casa (nemmeno il bagno - solo il gabinetto) ed io avevo nove anni, c’erano i mondiali a Città del Messico e non potevo certo andare al bar a vedere le partite. Sotto di noi abitavano i proprietari di un ristorante che avevano la TV, ma loro lavoravano, mi ospitarono comunque a vedere la partita, lasciandomi solo in casa loro. Con la stupidità che contraddistingue i giovani virgulti, trovai in un cassetto una gomma, una penna, una matita e un mazzo di carte, che pensai bene di infilarmi nelle tasche come ringraziamento per la disponibilità ed ospitalità. Povero me. Non avevo fatto i conti col cerbero, mia madre una volta viste queste cose non nostre in casa capì subito l’arcano, me le suonò di santa ragione (e fin lì nulla di nuovo o eclatante - allora non c’era il telefono azzurro) poi con mia somma vergogna mi mise in mano “la refurtiva” e mi obbligò a restituire il maltolto e a chiedere scusa ai derubati. Avevo 9 anni ed ora ne ho 57, non mi sono mai dimenticato quella scena. Ripensandoci oggi, non credo che per mia madre sia stato facile impormi quella lezione, mettersi in gioco come madre di un ladruncolo, ma vi assicuro che mi è proprio servita. Questo per farvi capire che, anche se è difficile, siamo noi per primi, nelle piccole cose di ogni giorno, a cambiare la vita delle persone che amiamo.

Quando ero piccolo correvo sempre, e se corri in un ambiente molto frequentato è facile andare a sbattere contro qualcuno. Ricordo che quando accadeva mi vergognavo come un cane e chiedevo subito scusa. Qualche anno fa un ragazzino mi viene a sbattere contro, lo guardo aspettandomi le scuse (nulla di più), quando questo mi risponde (avrà avuto 6/7 anni): “xxxx hai da guardarmi, xxxx vuoi!

Questo è il nostro mondo, se ci piace teniamocelo così.
Se no proviamo a cambiarlo, senza gridare al lupo signor Gravina, senza sentenziare o penalizzare questa o quella squadra, perchè a pensarci bene, siamo tutti un po’ Napoli…