A Madrid non riesce l’impresa al Milan di ribaltare il risultato dell’andata e, forse, nemmeno l’ambiente rossonero credeva pienamente a questo miracolo sportivo. Agli occhi dei tifosi si presenta un film già visto: la disfatta di La Coruna, il disastro di Manchester, persino lo tsunami di Istanbul scorrono nei ricordi. Esistono però delle differenze: nelle partite precedenti, se il disastro poteva essere riconducibile ad una stagione pessima, oppure ad un allenatore rivelatosi inadatto al Milan, la sensazione era di un caso isolato, per quanto doloroso. La squadra mostrava interpreti che avrebbero potuto risollevarsi nelle stagioni successive come, di fatto, successe. Oggi, invece, questo Milan disillude qualunque previsione ottimistica sul suo futuro, perché la squadra è scarsa e gli uomini inadeguati a vestire la maglia rossonera. Non esiste un’ossatura che possa consentire innesti di valore per giocare in modo competitivo a buoni livelli. A mio modo di vedere l’attuale situazione rossonera rischia di essere peggiore del biennio buio ’96-’98: campagne acquisti completamente errate perché fu imbarcata a Milanello una pletora di scarponi senza ritegno; allenatori presi sull’enfasi però mai incisivi come Tabarez e il ritorno di Capello (che resta il migliore). A fronte di quel periodo, però, la società decise di rivoluzionare l’ambiente, di puntare su un volto nuovo e ricominciare un ciclo con giovani e giocatori di livelli: Zaccheroni e Bierhoff su tutti. Oggi la prospettiva rossonera appare completamente diversa: la società è allo sbaraglio, falcidiata da faide interne; la rosa è completamente da sfiorire e l’allenatore non dimostra la capacità e l’esperienza necessaria per pianificare adeguatamente un progetto lungimirante. Affidare le chiavi del Milan ad un uomo esperto, pratico sarebbe stata la mossa ideale, invece, ancora una volta la scommessa, il rischio dell’improvvisazione. La partita di ieri sera ha semplicemente espresso l’assenza di valore negli undici titolari e l’incapacità di Seedorf di leggere le partite. Non è un caso, infatti, che i peggiori in campo siano stati Emanuelson, Essien e De Jong. E’ difficile capire il pensiero del Professore sul laterale olandese: tenere in panchina De Sciglio in favore di Emanuelson lascia seri dubbi che si tramutano in certezze durante la partita. Il suo voto non va oltre il 4 sulla fiducia che, da parte mia, non ha mai avuto. Sulla fascia sinistra gli spagnoli hanno messo a segno tutte le manovre che credevano opportune. Complice anche un pessimo Essien, senza dubbio il peggiore dei peggiori in campo, un 3 appare generoso: inutile zavorra che il Milan si trascinerà fino al 2015, una decisione scandalosa di Galliani senza scuse e senza senso. Il giovane Cristante non avrebbe sfigurato al posto del sempre sorridente (chissà poi perché..) ghanese. L’assenza di un uomo come Montolivo dimostra tutti i limiti di De Jong, per fortuna che Poli raccorda bene attacco e centrocampo, ancora una volta si dimostra uno dei migliori in campo, pennellando anche un ottimo cross per Kakà. Voto 7. Il brasiliano, dal canto suo, regge abbastanza bene l’incontro, essendo anche l’unico ad elargire esperienza nella squadra rossonera, però, appare sempre con le polveri bagnate. Non è più il fuoriclasse che poteva risolvere le partite. Prende un 6, grazie anche alla rete del momentaneo pareggio. Il Milan non tira mai in porta, la manovra esiste solo in sporadiche azioni offensive, troppo poco per una squadra che doveva ribaltare il risultato dell’andata e che è stata, invece, ribaltata, assieme alle scelte tecniche e tattiche di Seedorf, il cui voto non supera il 5, ancora per merito delle attenuanti, tuttavia, le critiche sono evidenti: ha messo ordine e gioco dove prima regnava anarchia, però, era difficile fare peggio di Allegri. Non è un motivo sufficiente per meritarsi degli elogi, che si conquistera forse il prossimo anno, tuttavia, conservo parecchie riserve sul suo ruolo. Schiera senza motivo Emanuelson ed Essien, non capendo che entrambi non sono in condizione psicofisica per giocare. La sua superbia gli impedisce di comprendere come la squadra non renda con questo modulo e come non sia possibile sostenere due mezze punte più Balotelli che cammina sul fronte offensivo senza sapere cosa fare. La squadra va in difficoltà. Sarebbe buona cosa che l’olandese rispolverasse un concetto che non gli appartiene: l’umiltà, correggendo le sue idee di gioco se sono improduttive. I cambi sono nulli: Robinho è un ex giocatore capace solo di prendere pali o traverse; Pazzini entra tardi, quando cioè la squadra è stanca e non produce più un cross, serviva prima nella manovra offensivo al posto di Balotelli. All’azzurro dovrebbero cambiare il soprannome da “SuperMario” a “SuperGiallo” giacchè sembra capace solo di collezionare cartelli gialli per motivi disciplinari. Non è mai stato incisivo, mai una giocata degna di nota, solo il passaggio per Poli in occasione del pareggio, evidentemente troppo poco. Si muove troppo spalle alla porta, non consegnando mai riferimenti offensivi ai compagni. Spiace per lui ma un 3 è il voto più adatto, da Balotelli ci si aspetta di più, a meno che qualcuno non si convinca che non è un fenomeno ma solo un buon giocatore che rende solo in un collettivo forte. Nota ancora più dolente la difesa: i detrattori di Abate e Abbiati incolperanno loro sui quattro goal presi, la realtà è diversa. Il portiere è incolpevole sulle reti prese, preso a pallonate quando gli spagnoli decidono di giocare. Non è mai protetto. Sul banco degli accusati deve finire Rami: tanto impegno e volontà ma, ancora una volta, perde Diego Costa in occasione della prima marcatura degli ospiti. Lo spagnolo è al centro dell’area ed insacca un pallone alto che il francese rossonero non prende di testa. Rami perde spesso l’uomo in area e non anticipa mai di testa. Anche in occasione del terzo goal Rami salta male, complice anche la presenza di De Jong che non lo aiuta, quasi si ostacolano. La situazione migliora quando Bonera va in marcatura sul centravanti spagnolo. Il centrale rossonero è certamente il migliore dei suoi compagni, voto 6,5, non è quasi mai aiutato e chiude dove riesce. La musica della Champions fa scendere il sipario sulla Scala del Calcio e resterà abbassato per lungo tempo: comparirà presto il cartello “lavori in corso” per una ristrutturazione necessaria. I tifosi milanisti auspicano che il loro tempio riapra presto i battenti, personalmente non sono fiducioso, per ora conviene chiudere il libro di Storia. Il Milan ha scritto l’ultima pagina del suo ventennale ciclo vincente, meglio stringere quest’opera, ringraziare gli autori e sfogliarla nei momenti di sconforto. Abbiamo la fortuna di possedere infiniti ricordi e sensazioni meravigliose che conservano proprio la funzione di alleviare i momenti peggiori, non tutti possono fregiarsi di questo passato. Onoriamolo.