Il Liverpool alla fine l'ha spuntata.

I favori del pronostico erano dalla parte dei reds probabilmente già dal sorteggio, ma hanno avuto da sudare parecchio contro una Roma davvero esaltante in alcuni tratti della doppia sfida.
Il fattore "Olimpico" anche stavolta ha avuto tanto peso nell'economia dell'incontro, seppur l'erroraccio di Nainggolan in apertura di incontro abbia spalancato ulteriormente le porte di Kiev agli inglesi.

Nonostante ciò, la partita disputata dalla banda di Di Francesco è stata davvero un monito per tutti quanti, specie verso chi non ci crede mai veramente fino in fondo. Anche sul 2-2 infatti non hanno mai smesso di attaccare e soprattutto di crederci, aiutati dalle grandi prestazioni di El Shaarawy e Dzeko, quest'ultimo autentico mattatore giallorosso di questa campagna europea e addirittura in gol per cinque partite di fila, dal ritorno degli ottavi con lo Shakhtar, passando per i gol nelle due doppie sfide contro Barcellona e Liverpool.
Fondamentalmente la Roma ha pagato a caro prezzo il blackout di venti minuti capitatogli nel primo tempo di "Anfield", dove Salah aveva firmato l'uno-due micidiale che aveva tagliato completamente le gambe ai capitolini, poi orgogliosamente riaffiorati dal baratro negli ultimi dieci minuti sempre con il solito Dzeko autentico trascinatore offensivo.
In Champions questi sono dettagli che fanno la differenza contro chiunque, ancor più che in campionato o in qualsiasi altra partita. Probabilmente la causa è da ricercarsi nella poca esperienza del proprio allenatore (nonostante tutto un autentico trascinatore per tutta la competizione) e della squadra in certi palcoscenici.

Il Liverpool dal canto suo si è costruito questa qualificazione alla finale passo dopo passo, anno dopo anno, nonostante le tante, troppe difficoltà nell'ottenere risultati concreti negli ultimi dieci anni (un solo titolo dal 2008 ad oggi, la League Cup del 2012 ).
Klopp aveva promesso fin dal suo arrivo che avrebbe riportato il club agli antichi fasti e per ora, anche se solo in parte, ci sta riuscendo. Ma il Real è il Real
Chi avesse scommesso in una stagione europea simile per la Roma quest'anno alzi la mano e si palesi. E soprattutto lo provi. Perchè in fondo la maggior parte di noi li dava fuori ai gironi, dove Atletico Madrid e Chelsea sembravano dei giganti insormontabili per tanti motivi. Per non parlare del Barcellona ai quarti.

In conclusione dunque ancora tanti complimenti alla Roma, risultata essere davvero "Magica" in questa strana e pazza Champions League, in barba anche a chi ha deciso di snobbare le competizioni europee per raggiungere obiettivi che probabilmente non coglierà comunque, togliendosi di conseguenza ogni possibilità di vivere serate magiche come queste che ti porterai dietro per lungo tempo, al di là del risultato finale.