Inutile nascondersi, Roma è una piazza particolare, noi tifosi romanisti siamo particolari. Pronti ad esaltarci alle prime giocate o vittorie, convinti di essere nel baratro ai primi cenni di cedimento, quindi qualsiasi gestione razionale da parte di una dirigenza sarà sempre difficile.

Premesso questo, in molti si chiedono dove vuole arrivare la società Roma. Si ha sempre il sentore che non ci dicano tutto. Il Presidente parla spesso di volerci portare tra le società top al mondo, in parte dei buoni risultati sono anche arrivati, ma in conclusione trofei per la Roma ancora dobbiamo vederne. Chi, come me, si è affacciato al calcio negli anni 90 ha vissuto di peggio, ha vissuto Ciarrapico, ha vissuto una squadra indecente che vagava nelle parti medie della classifica senza arte ne parte. Ha visto giocare Benedetti, Pivotto, Cesar Gomez, Trotta, Petruzzi, Maini e compagnia cantante. La differenza sta nel fatto che lo sapevamo, non ci venivano raccontate favole, quello potevamo permetterci e noi amavamo la nostra squadra così com'era, si perché quando la Roma entra in campo non ci sono mogli che tengono, toglieteci tutto ma non quei 90 minuti giallorossi, anche se dobbiamo vedere Tomic e Fabio Junior pascolare per 90 minuti nel rettangolo verde.

Ora però ci viene raccontata un'altra storia, ci viene detto che "vogliamo diventare grandi", si ok ci speriamo. Ma come si diventa grandi? "Serve lo stadio di proprietà", condividiamo, ma a Roma non si mettono nemmeno due ombrelloni sul Tevere se Zorro non vuole..... e allora come si fa? Come si diventa grandi? Si comprano giocatori top, facile. "Non si può fare, hanno ingaggi troppo alti."

Alternative? "si investe sui giovani" , va benissimo ci piace. Investire sui giovani però vuol dire farli crescere, bisogna dargli tempo e non venderli dopo un'annata giocata alla grande o in alternativa pessima. Bisogna che diventano dei top in casa tua e che ti portino vittorie. Ci viene risposto che "Le offerte arrivate sono state spropositate, non potevamo rifiutare" ok, ci va bene tutto anche questo, anche se non è proprio sintomo di grande squadra. Dopo qualche anno passato così però a fare plusvalenze i tifosi si aspettano un giocatore vero, uno di quello che ci va sulla prima pagina e non ancora giovani di buone speranze pronti ad essere venduti al miglior offerente. Questo gioco la fanno le squadre medio-piccole e non una che vuole aspirare ad essere grande.

Noi tifosi romanisti abbiamo bisogno di chiarezza, perché in fondo, che ci venga detto che diventiamo un top club o che lottiamo per "restare a galla" noi la nostra Roma, giallo ocra e rosso pompeiano continueremo a tifarla sempre.