Il blocco di due sessioni del mercato del Real è la notizia più rilevante della settimana, in tema di mercato, per via del blasone dei "condannati" e per i riflessi che può avere sugli scambi di giocatori a livello continentale e, per quel che a noi più interessa, a livello di mercato italiano: non stupisce dunque che nelle ore successive al diffondersi della vicenda si siano sentite le ricostruzioni più disparate, molte delle quali imprecise perché frettolose. Credo che possa giovare a fare un po' di chiarezza ripercorrere le tappe, la scansione temporale, dell'illustre precedente giurisprudenziale che ha colpito il Barcellona per fatti identici. Il club catalano venne colpito da analoga sanzione nel mese di aprile del 2014, presentò ricorso e, cosa che qui rileva, gli organi della giustizia sportiva riconobbero al ricorso l'effetto di sospendere la sentenza in via cautelare, in attesa della pronuncia definitiva. Il Barcellona, nelle more del ricorso, poté operare sul mercato estivo comprando giocatori della schiatta di Rakitic e Suarez, per citarne giusto un paio. La condanna definitiva giunse nel mese di dicembre e la sentenza, ed il blocco del mercato, divennero effettivi (per la cronaca mi limito a sottolineare come i blaugrana abbiano comunque acquisito giocatori, pur in costanza del blocco, senza poterli però tesserare). Tiriamo le somme: sono intercorsi 8 mesi tra la prima condanna e quella definitiva.Il tempo che separa Florentino Perez dal mercato estivo è minore, per cui è lecito attendersi che, come il Barcellona, anche il Real sarà beneficiato dalla sospensione della sanzione e potrà operare a luglio (Morata, Pogba, Pjanic e chi più ne ha più ne metta!) in attesa che, in autunno, la sentenza ed il blocco divengano definitivi. Perchè, ed è questa la morale, punire si può. Ma non troppo. Sopratutto certi club.