La tanto attesa “conferenza stampa” del procuratore più influente al mondo è andata in onda. Con un’ora e mezza di ritardo sulla tabella di marcia (la professionalità è per pochi), Mino Raiola spiega le motivazioni che hanno portato alla rottura tra il Milan e Donnarumma, pardon Raiola.
E dopotutto, cosa ci aspettavamo esattamente?
One man Show! Quali sarebbero le motivazioni chr hanno portato alla scelta di non rinnovare?

“Una situazione troppo ostile e violenta che si era creata e da cui non si poteva più uscire. Lui è stato minacciato, la famiglia è stata minacciata: minacce di non giocare, di morte, striscioni mai tolti dalla società e un atteggiamento passivo nei suoi confronti”.
Il calcio da sempre è fatto si sfottò e striscioni. I tifosi del Milan lo hanno accolto, adorato e difeso sempre e comunque. Che questo signore non si permetta di parlare dei tifosi del Milan.
“C'è stato un ambiente ostile tra le parti. Siamo stati costretti a prendere delle decisioni che non eravamo pronti a prendere, è per questo che la risposta è stata negativa”.
Ma mi faccia il piacere! (Totò a colori, 1952)
"Sbagliata la gestione di un top player come Donnarumma? Secondo me sì. Sono stati troppo esuberanti, i toni sono stati sbagliati e i rapporti non sono stati giusti. Se volevo conoscere il progetto del Milan in modo più graduale? Sì...”.
Top player? Assurdo. A riguardo vorrei citare le parole di Giovanni Galli che ad un’intervista pochi giorni fa rispondeva:Ma come può un calciatore che ha disputato solo 50 partite in Serie A opporsi alla storia del Milan, a 7 Coppe dei campioni, a un mega-ingaggio di 5 milioni di euro all’anno?”.
"Il rapporto con Mirabelli? Ma io parlo del Milan, poi Mirabelli è stato un esponente che ha condotto questo e quindi si prenderà le sue responsabilità”.

Complimenti al Dott. Fassone che ha subito preso le difese del ds Mirabelli, respingendo queste accuse e chiedendo di non mettere zizzania in società. I dirigenti hanno il diritto di parlare con i propri giocatori.
"Se Donnarumma rischia di perdere un anno? Sì, è un rischio importante.”
Personalmente non mi dispiacerebbe, ma siamo il Milan. Non scenderemo così in basso, aspettiamo l’offerta e togliamo la nostra gloriosa maglia a chi non merita di indossarla.
"Gigio diventerà più forte di Buffon e sarà il primo portiere a vincere più Palloni d’oro”.
Diciamo che ha ancora parecchio da imparare da Buffon in termini calcistici e in termini professionali.
"Galliani è un amico. Ma solo fuori, non sul campo. A un certo punto ha provato anche a mediare, per tentare di ricucire. Gli ho risposto alla mia maniera, abbiamo discusso. Era amareggiato, lui sì che è un tifoso. Purtroppo del vecchio Milan si è preso lo stemma ma non lo stile”.
Non so perché, ma mi aspettavo una dichiarazione al suo vecchio amico Galliani. Queste situazioni si commentano da sole. Fassone e Mirabelli stanno facendo un lavoro egregio non per il mercato, ma per la trasparenza delle operazioni e il contatto diretto con i tifosi che è mancato da troppi anni.

Che dire, ci aspettavamo risposte di chiarimento, ma dovremo accontentarci delle risposte... di Raiola.
Avanti così, siamo il Milan!