Tanti nomi. Aubameyang, Benzema, Aguero, Kalinic, Diego Costa, Belotti. Di tutti questi numeri 9 di altissimo profilo che, speranzosamente, potrebbero regalare al Milan 20-25 gol stagionali, quello che più intriga e piace per valore, età e nazionalità rimane il Gallo Belotti.
La punta granata, però, è ormai blindata dal bravo presidente Cairo, e, a meno di offerte shock da 100 milioni, giocherà la prossima stagione ancora all'ombra della Mole. L'impressione, però, è che Andrea, ormai notoriamente tifoso del Milan e di Shevchenko, prima o poi, vestirà la divisa rossonera, in un modo o nell'altro.

Terra di mezzo. Dopo un' estate così calda e ricca di nuovi arrivi più che mai scottanti, l'ingaggio di un attaccante bravo, esperto e, possibilmente, leader della zona offensiva milanista è d'obbligo. Se poi, come speriamo, il Gallo Belotti dovesse raggiungere il gruppo e diventarne la stella, il punto di riferimento per eccellenza nel giro di uno o due anni, serve necessariamente un giocatore in grado di compiere tre importantissimi ruoli, nel frattempo. Il primo è quello di riportare il Milan in alto e in fretta (viste anche le necessità di bilancio) a suon di gol. Serve quindi un finalizzatore che conosca la Serie A come le sue tasche. Il secondo è quello di unire la squadra sotto la propria supervisione, come i grandi attaccanti e fuoriclasse sanno fare, spianando, di fatto, la strada a un possibile giovane attaccante. Il terzo, e forse il più importante, è quello di fare da mentore ad Andrè Silva, il grande bomber del futuro che, però, ancora deve ambientarsi come si deve (vedi ultimi minuti della partita contro il Craiova).

Il grande ritorno. Se avete letto attentamente, l'identikit è lampante e porta a un solo individuo: Zlatan Ibrahimovic. La stella svedese porterebbe a numerosi vantaggi: conosce la Serie A perfettamente, essendo proprio questo il campionato in cui si è consacrato, è svincolato, e quindi, sul bilancio già molto appesantito peserebbe "soltanto" l'ingaggio (seppur faraonico) e accenderebbe ulteriormente gli animi del popolo milanista, rimasto ancora ferito dalla sua improvvisa (e regalata) cessione al PSG di qualche anno fa.
Zlatan, come è risaputo, nella sua ultima parentesi milanista è rimasto molto legato ai nostri colori e, probabilmente, accetterebbe di buon grado il nuovo trasferimento in via Aldo Rossi. Inoltre, l'acquisto di Ibra porterebbe sicuramente a grosse entrate per quanto riguarda il merchandising, un aspetto davvero molto importante e da non sottovalutare se si vuole tornare grandi, vista anche la grande mole di tifosi rossoneri sparsi in tutto il mondo.

Il problema? Mino Raiola. Ma Ibra non è un diciottenne appena affacciatosi sul mondo del calcio, e Fassone sa come trattare il presuntuoso agente.

Andrea Roderi