Juve, Verona, Leicester, Ranieri, Bagnoli, Mourinho Facciamo un passo indietro. Era il 9 settembre 2006, la Juventus era impegnata, come molti di voi ricorderanno, a "ricominciare" dalla Serie B (per un attimo lasciamo perdere la farsa calciopolesca) sul campo del Rimini. Tutti ricordiamo come finì la stagione, con la Juve prima e la risalita in serie A. Fino a qui, tutto normale (per modo di dire). Juventus diventata immediatamente simpatica. Le pacche sulle spalle accompagnate dalle frasi di rito "Ora il calcio è pulito, e le vostre vittorie, quando arriveranno, saranno frutto esclusivo del merito" si sprecano. L'anno dopo una Juve orgogliosa finisce il campionato al terzo posto, Del Piero capocannoniere, Ranieri al timone della squadra. L'anno successivo (stagione 2008-2009), l'idolo delle folle interiste e degli asserviti leccapiedi del Nuovo Ordine/Sistema, Josè Mourinho apostrofava così Claudio Ranieri: "A quasi 70 anni ha vinto una Supercoppa e un'altra piccola Coppa. E' troppo vecchio per cambiare mentalità". Ovviamente opinione pubblica, tifosi, "giornalisti" camuffati da "sportivi" incensavano Josè Mourinho e schernivano Claudio Ranieri: le occasioni di attaccare la Juve, anche se in disarmo, sono sempre troppo ghiotte per farsele sfuggire. Nel giro di tre stagioni, la Juventus mirabilmente guidata da Antonio Conte, torna nel posto che le compete: davanti a tutti. Poi altri 4 scudetti di fila: altri due con Conte, e due con Allegri al timone. Campionati noiosi, calcio italiano poco competitivo, campionati vinti per assenza di avversari Nella stagione in corso, dopo la falsa partenza bianconera, si riscopre che il calcio italiano è nuovamente bellissimo, entusiasmante, equilibrato, competitivo. Succede, però, l'imponderabile: la Juventus inanella risultati impressionanti (con record su record) e vince con 3 giornate d'anticipo lo scudetto. Il quinto consecutivo. Un record celebrato OVUNQUE con il giusto risalto. Fuori dai confini nazionali ovviamente. Nel frattempo "gli sportivi", "i giornalisti camuffati da sportivi" provano tutte le carte possibili e immaginabili per sminuire la Juventus e il sentimento di juventinità. Si passa dall'innaturalezza di essere juventini se si nasce a Napoli, alla "testata" di Bonucci a Rizzoli, dai "falli televisivi" (Medel in coppa Italia), a Beppe Bergomi che dice "pensavo lo scudetto lo vincesse l'Inter", alle dichiarazioni di Sarri su fatturati, contemporaneità partite, fortuna Juve. A Sacchi che definisce la Juve "il Rosenborg italiano". A Maradona che parla di Juve con tanti "grandissimi giocatori in FIGC" sulle reti Mediaset. E potrei continuare all'infinito. Il succo è sempre questo: sminuire se non addirittura negare, nei casi patologici, i meriti della Juventus. A mia memoria questo capita da quando tifo Juventus. Sono del 1977, ragionevolmente "seguo con cognizione di causa" da almeno 25 anni. Il "giubileo delle celebrazioni mediatiche/italiote" sulle vittorie della Juventus termina il giorno 2 maggio 2016. Claudio Ranieri realizza un'impresa storica: vince la Premier League con il Leicester (per dare la portata di questa impresa, faccio notare che ad inizio campionato se puntavi 1 euro sulla vittoria dei Leicester, te ne tornavi a casa con 5000). I giornali nazionali (adesso sì), l'opinione pubblica, i tifosi e gli sportivi di tutte le risme, che da sempre hanno creduto in Claudio Ranieri, si sperticano di elogi. Rai Sport addirittura lancia il seguente sondaggio sui social network: "Per avere anche in Italia, una favola come quella del Leicester, servirebbero: diritti tv ripartiti diversamente e stadi di proprietà dei club o la moviola in campo o, ancora, iscrivere la Juve in un campionato estero? Dite la vostra, vi aspettiamo stasera, dalle 22 su Raisport1!" Anche loro sono giunti (tra le varie ipotesi del sondaggio) con circa 10 anni di ritardo che bisogna far giocare la Juve in un altro campionato per far vincere altre squadre. All'inizio fu calciopoli e la Juve nel campionato di serie B, adesso si propone lo spostamento della Juve all'estero. Eppure, qualche giornata di campionato fa, in un Inter Udinese, gli stranieri in campo erano 22 (su 22). Magari possono provare a spostare l'Inter in un altro campionato (magari quello svizzero), forse riesce a vincere lo scudetto prima che passino altri 18 anni (Inter di Trapattoni vinse lo scudetto nel 1989, Quella post-Calciopoli nel 2007). Ma torniamo a Claudio Ranieri. In Italia, allenatore tra le altre di Napoli, Juventus, Roma, Inter. Risultati ottimi/buoni con le prime tre, deludenti con l'Inter. Ovviamente quelli che oggi si sperticano le mani in complimenti, solo ieri imputavano al Signor Claudio Ranieri di essere un perdente (come insegnava lo Special One Mourinho). Ps Nella stagione 1984/85 il tifo diversamente bianconero vedeva primeggiare il Verona di Bagnoli. Anche lui nei cuori di tutti, specialmente degli interisti, che ne sperimentarono la sapienza tattica qualche anno dopo.