Periodo di crisi per il Milan, cinque partite al termine e cinque punti nelle ultime cinque gare giocate in campionato, con la parentesi brutale della coppa Italia, periodo di voci e di sussurri giornalistici che vedono mister Gattuso al centro della scena.
Tanti i nomi fatti per questo ormai scontato avvicendamento, che fa male ai cuori rossoneri ma che libera la mente dai cattivi presagi delle ultime sette stagioni, sette come le Champions vinte, la competizione più prestigiosa che sembra ormai irraggiungibile nonostante i punti e la classifica ora più che mai offrano la possibilità matematica di ambirla!

Nel valzer dei tanti nomi di allenatori papabili, big e giovani promesse, equilibratori e propositivi spiccano due nomi da Accademia del bel Giuoco: Maurizio Sarri e Giampiero Gasperini.

Storie diverse le loro ma con più di una costante in comune, entrambi partiti dal basso, entrambi hanno fatto la gavetta, entrambi hanno promosso e sfruttato i “giovani” ma soprattutto entrambi propongono un approccio tattico offensivo e frizzante, docenti del bel giuoco!
Il Maestro Sarri ha più punti a suo favore, come i 91 di Napoli, record storico in una piazza importante seppur, purtroppo, non vincente ma di certo non provinciale!
Il Gasp, baluardo della difesa a 3, lo schieramento che Massimo Moratti non ha mai digerito fino all’esonero,  nell’esperienza in una Big ricca di campioni che avevano già dato, campioni forse non più pronti a ripartire con una nuova e innovativa idea di calcio dopo aver vinto tutto e accompagnati da giovani di cui ad oggi non si è più sentito parlare, il che significa qualcosa... un’esperienza per il Gasp che sembra macchiare una carriera tanto provinciale quanto brillante già a partire da Genova per poi culminare in tre anni mozzafiato in questa Dea, di certo non bendata, che vendendo ogni anno e ripartendo da giovani promesse e rocciosi atleti sembra non finire mai di stupire.
Il maestro Sarri invece, tattico propositivo fin dai tempi di Empoli ha avuto il suo exploit in una piazza certamente difficile, ma che ha dimostrato di puntare ai vertici della serie A attraverso l’ambizione del suo presidente, cosa che per ragioni economicamente inevitabili i Percassi non possono, ancora, dimostrare!

Il tutto si traduce negli interpreti che hanno rappresentato il calcio di Sarri e in quelli che hanno seguito lo spartito di Gasperini, da un lato: Higuain, Insigne, Hamsik, Mertens, Zielinski, Goulham e il roccioso Allan, in casa Atalanta invece spiccano le gemme grezze trasformate in diamanti Gomez ed Ilicic, giocatori di qualità e fantasia che non hanno mai ingolosito fin troppo le Big e che hanno seguito il Grande Gasp con la compagnia di Conti, Kessie, Caldara, grandi punti interrogativi del Milan presente e futuro ma anche Freuler, Hateboer, Castagne, il roccioso De roon e il bocciato di sarri Duvan Zapata.

L’elenco degli interpreti pone dunque un interrogativo, siamo proprio sicuri che l’esperienza Sarriana valga tanto più dell’esperienza di Gasperini considerando il materiale umano a disposizione? Siamo proprio sicuri che un terzo ed un secondo posto conquistati con 5-6 top player, quantomeno per la serie A, valgano molto più di un quarto posto conquistato con giocatori normali e di una lotta Champions ed una finale di coppa, risultati attuali, conquistati con giocatori normalissimi?
In molti sostengono che entrambi i mister non abbiano il carisma richiesto dalle grandi piazze, un'obiezione che non viene certamente smentita da alcuni episodi legati alla comunicazione che hanno caratterizzato i percorsi dei due.

Tuttavia, seppur abbondano le analogie, è anche vero che c’è una fondamentale differenza tra l’ex allenatore partenopeo e l’attuale mister degli orobici, la gestione del gruppo e l’utilizzo degli uomini, punto su cui il buon Carletto Ancelotti si sta dedicando, sommerso dalle critiche, a Napoli. Questione su cui il maestro Sarri ha sempre peccato, ma che il Professor Gasp ha dimostrato di saper trattare con abilità, passando da Conti ad Hateboer, da Spinazzola a Castagne, da Kessie a Cristante fino a Pasalic, da Caldara a Mancini e così via, e Duvan Zapata può testimoniare!