Fresco di esordio da titolare a Russia 2018, il classe '93 natio di Dronten (Paesi Bassi) si prepara a raccogliere, molto probabilmente, l'eredità di Radja Nainggolan nella Capitale. Quella di ieri è stata, di certo, una serata agrodolce per il numero 10 dei Lancieri. Il suo Marocco, infatti, è uscito a mani vuote dal primo incontro Mondiale, sconfitto in pieno recupero dall'Iran, grazie ad un incornata, nella porta sbagliata, del suo attaccante Bouhaddouz. Hakim Ziyech nasce e cresce calcisticamente in Olanda, nella cantera dell'Heerenveen, con cui fa il suo esordio in Eredivisie ed Europa League. Dopo tre stagioni, condite da 36 presenze ed 11 gol, saluta, direzione Twente. Qui il ragazzo Orange, marocchino di sangue, si mette in luce, realizzando 30 gol in 68 presenze, aggiungicandosi il premio "Miglior assist-man" nella stagione 2014/15. Passa, successivamente, all'Ajax per una cifra vicina agli 11 milioni di euro.

Tecnicamente parlando, Ziyech è un mancino puro, un trequartista dotato di grande tecnica e visione di gioco, molto abile nel dribbling ed efficace su calcio piazzato. Proprio per queste sue caratteristiche è considerato, dalla dirigenza giallorossa, il tassello in grado di dare al centrocampo della Roma quell'estro perso dall'addio di Miralem Pjanic. Un fantasista capace di quel cambio di marcia e di quell'ultimo passaggio decisivi contro difese asserragliate come quelle che spesso vediamo in Serie A. Un regalo assai gradito da Eusebio Di Francesco che, vista anche la sua grande duttilità, potrà impiegarlo sulla mediana (posizione che abitualmente ricopre con l'Ajax), dietro le punte o da esterno d'attacco. Giorni di fuoco quelli di Ziyech: dai campi di Russia al sole di Roma, dove potrà, magari, ricongiungersi con il suo amico ed ex compagno Justin Kluivert.