Forse venerdì il Manchester City ha abdicato definitivamente al trono della Premier. In una notte gelida e nebbiosa nelle Midlands i campioni della Premier League non sono riusciti a mantenere un vantaggio di due gol contro i Lupi che li hanno lasciati ancora in terza posizione a 14 punti dalla capolista Liverpool (che ha schiantato a domicilio le Foxes seconde). È stata una serata di straordinaria follia al Molineux Stadium. La squadra di Pep Guardiola ha dovuto lottare per gran parte della partita in 10 uomini, dopo l’espulsione di Ederson, ha anche segnato due volte ma semplicemente non ha potuto resistere alla travolgente marea del Wolverhampton, guidato da Adama Traore, che alla fine si è rivelata troppo forte. La squadra di casa ha ottenuto la vittoria in rimonta che li proietta a ridosso delle big e in piena corsa Champions League.

É stata una partita drammatica per il City, che giocherà domenica in casa contro la sorpresa Sheffield United, mentre i Lupi andranno ad Anfield, con un Pep Guardiola piuttosto affranto a fine partita davanti al compito “irrealistico” di cercare di raggiungere il Liverpool. L’unica nota stonata è stata la bottiglietta lanciata a Raheem Sterling, mentre celebrava il primo dei suoi due gol, con i tifosi dei Lupi contrari alle decisioni del VAR, sempre a favore del City, e che alla fine hanno determinato ben 7 minuti di recupero solo nel primo tempo. In ogni caso sarà una partita che resterà a lungo nella memoria di Guardiola nell'insolita veste difensivista: passa al 5-3-1 per cercare di proteggere il vantaggio; la sua squadra ha avuto solo il 37,8 % di possesso palla, il più basso della sua carriera da allenatore. Ma sarà ricordata a lungo anche da Nuno Espirito Santo che diventa il secondo allenatore a recuperare un doppio svantaggio su una squadra di Guardiola (dopo il Chelsea di Antonio Conte nel 2016-17).

Anche i lupi hanno una convinzione e ambizioni notevoli e mentre per quasi un'ora sono sembrati distratti da un senso di rancore indotto dal VAR, hanno svoltato con le sostituzioni di Nuno, portando un cambio di ritmo con Neto e Ruben Vinagre, facendo una differenza significativa con un City stanco. Il resto lo hanno fatto i tifosi che fino all’ultimo non hanno smesso di incitare la propria squadra. Dall’altra parte invece invece Guardiola cercava di proteggersi con un centrocampista in più, cambiando Kevin De Bruyne con Gundogan. Il City era in vantaggio ancora per 2-1 e questa mossa secondo me ha dato maggior coraggio agli avversari. Quest’anno le cose sicuramente stanno girando male agli uomini di Guardiola, a differenze delle 2 passate stagioni dove sono stati campioni, però il gap si vede. Le prestazioni sono bel lontane dagli anni scorsi e qualunque possano essere le proteste di Guardiola, a me pare che la squadra abbia bisogno di un profondo restyling. In difesa viene spesso schierato un centrocampista, Fernandinho; il famoso gioco sulle fasce di Pep quest’anno stenta a decollare, Cancelo non è riuscito a imporsi così come si era pensato in estate; Aguero a 31 anni, nonostante sia ancora uno dei migliori, inizia a risentire sempre di maggiori infortuni; i cambi in tutti i reparti non sembrano essere all’altezza.

Il primo tempo è stato sicuramente insoddisfacente con l’intrusione massiccia della Var. Il primo episodio chiave è quando Diogo Jota, lanciato a rete, viene fermato irregolarmente da Ederson. Il contatto sembra minimo ma il cartellino rosso è stato inevitabile. Nonostante l’inferiorità numerica però il City rimane pur sempre una grande squadra e dopo una lunga revisione al Var vede assegnarsi un rigore a favore. Rui Patricio fa il superman e salva su Sterling. Ancora il Var è protagonista con la riassegnazione della massima penalità poiché un giocatore dei Wolves era in area al momento della battuta. Si presenta ancora Sterling che ritira nello stesso angolo e nuovamente il numero uno portoghese salva, però stavolta ha la peggio sulla ribattuta. All’inizio del secondo tempo un lampo illuminante di De Bruyne lancia Sterling verso la porta che non sbaglia. A questo punto si è visto il vero Wolverhampton che rispecchia lo spirito del suo allenatore. La reazione al secondo gol subito è stata eccezionale e riesce ad accorciare grazie a Traore. Il City inizia a difendere ma ancora Traore sfrutta una follia di Mendy, gli soffia palla in area di rigore e serve una assist perfetto per Jimenez. Il City sulle gambe non riesce a contrastare l’entusiasmo dei Lupi, che a loro volta fiutano la paura degli avversari. Doherty e Jimenez danno spettacolo e confezionano il terzo gol. Solo un barlume d’orgoglio fa avvicinare Sterling alla tripletta, ma scheggia solo la parte alta della traversa su punizione. Un punto non avrebbe certo fatto la differenza e la corsa al titolo pare già essersi esaurita. Mentre i lupi sono a soli 2 punti dal quarto posto - e con una partita in meno - col merito di aver sconfitto i campioni in carica del Manchester City.


Chi conosce Nuno Espirito Santo e lo segue abitualmente saprà che è un uomo di poche parole. È un maestro nell'attenuare le aspettative, rifiutando di guardare troppo avanti o fissare obiettivi a lungo termine, e non si sposta mai dal suo mantra di concentrarsi semplicemente sulla partita successiva. In un settore in cui l'ego e la personalità possono essere soffocanti, Nuno non ricorrerebbe mai alle tattiche del suo collega portoghese, Jose Mourinho, trovando modi strani e meravigliosi per battere il tamburo e dire a tutti quanto è bravo. Nuno preferisce lasciare che i suoi risultati e i traguardi raggiunti parlino per lui. Dopo aver battuto già due volte i campioni della Premier League quest’anno, è giunto il momento di rendersi conto che è senza dubbio uno dei migliori allenatori in Europa.

Da quando è atterrato al Molineux Stadium nel maggio 2017, il suo percorso è semplicemente sorprendente. Sono stati due anni e mezzo di notevoli progressi, un giro magico sul tappeto volante che ha portato emozioni e divertimento, ma soprattutto ha formato un’identità alla propria squadra. In questa stagione ci si è concentrati molto su Chris Wilder dello Sheffield United (una neopromossa che è a un solo punto proprio dal Wolverhampton), e meritatamente, ma Nuno merita di essere ugualmente in alto nelle valutazioni per scegliere il migliore allenatore della stagione. Nuno ha guidato i Wolves al titolo di Championship (la seconda serie inglese) nella sua prima stagione, giocando probabilmente il miglior calcio che la divisione abbia mai visto - anche se, ovviamente, ha beneficiato della presenza di giocatori tra cui Ruben Neves e Diogo Jota. Guardare Neves e Jota giocare nella seconda serie spesso sembrava l'equivalente di vedere Benigni esibirsi in una recita natalizia, ma Nuno è riuscito comunque a condurre una squadra a vincere il titolo con 99 punti.

Col la risalita in Premier League le prospettive erano scoraggianti e limitate a lottare per la salvezza, ma non solo finì settimo, facendo meglio di molti altre squadre più accreditate, ma si assicurò anche un ritorno nella competizione europea. C'è stata anche una semifinale della Coppa d'Inghilterra che, fino ad oggi, rimane l’unica nota dolente per Nuno. Quest’anno dopo una partenza lenta, poiché inizialmente i Lupi si sono scontrati con l’esigenza di lottare in entrambe le competizioni (ad inizio stagione hanno sconfitto il Torino nel play off per entrare in Europa League) e quindi bilanciare le forze, hanno superato i gironi di Europa League accedendo alla fase a eliminazione diretta, le possibilità di un bel campionato di Premier sembrano promettenti. I loro avversari di febbraio, l’Espanyol, sono in totale subbuglio e l’allenatore Pablo Machin è stato cacciato questa settimana. In campionato, i Lupi hanno subito solo una sconfitta nelle ultime 13 partite e la loro rimonta contro il City di Pep Guardiola ha sottolineato le loro abilità e determinazione. Sono ora settimi in classifica, in vista del viaggio di domenica a Liverpool. Le prospettive di migliorare il traguardo della scorsa stagione, e persino di vincere l'Europa League, non possono essere escluse e la stella di Nuno continua a salire.

Espirito Santo ha anche dimostrato le sue qualità sul campo di allenamento, migliorando notevolmente Adama Traore con grande pazienza, ed ora i risultati si vedono. Altri giocatori sono stati trasformati e migliorati dal punto di vista tattico col suo arrivo, come Conor Coady, Ryan Bennett, Neves e Jota. Nuno ha anche stabilito un'identità riconoscibile e uno stile di gioco: il suo 3-4-3 consente ai suoi giocatori di prosperare, con il piccolo maestro Joao Moutinho al centro di esso a dettare i ritmi della manovra. Il prolungamento di contratto è sicuramente in fase di elaborazione, non solo per proteggere i Lupi contro i club rivali, ma anche per premiare il 45enne che ha afferrato questo famoso e vecchio club per il bavero della camicia e gli ha dato una forte scossa. “Dall'oscurità viene la luce” è il motto della città di Wolverhampton, e questi ultimi due anni circa sotto Nuno sono stati illuminanti.
È davvero lo “Special One” di Molineux, ma non aspettatevi che dica molto al riguardo.