Molti si soffermano sulla cacciata di Maldini, sul budget e cose così, ma la cosa più grave di tutte (se ciò che temiamo dovesse rivelarsi realtà, e purtroppo c’è un 99% di probabilità che sarà così), il vero crimine che si sta compiendo, è questa tentata operazione di ingegneria genetica che si sta tentando di operare.

I grandi club italiani ed europei, che sostanzialmente sono, per storia, tradizione e bacino d’utenza Real Madrid, Milan, Liverpool, Bayern Monaco, Barcellona, Manchester United, Inter e Juve (new entry come City, Psg e Chelsea sono appunto new entry, l’Atletico Madrid non può essere menzionato essendo da sempre una Rometta deluxe, idem il Dortmund; l’Ajax avrebbe avuto le carte in regola per far parte di questo club ma paga l’appartenenza ad un movimento calcistico di quart’ordine), sono sempre stati caratterizzati da una differenza filosofica fondamentale rispetto alle provinciali: l’essere fabbriche di sogni, l’avere come obiettivo la vittoria.

Non nascondiamoci dietro un dito, se l’AC Milan, il Real, lo UTD ecc hanno milioni di tifosi in tutto il mondo e non sono tifati solo da persone nate e/o cresciute nella città sede del club (come succede per le provinciali e anche per le realtà “medie” come Dortmund, Atletico, Roma ecc ecc) è per quella ragione lì: per il loro essere fabbriche di sogni, per il loro essere casa di grandi campioni, per il loro saper scrivere pagine di storia indimenticabili (pensiamo soltanto a quanto successo a noi ad Atene dopo il dolore di Istanbul, una roba che manco in un film di Hollywood) e per il fatto che i loro fans sanno che a grandi dolori poi seguiranno grandi gioie, che le sconfitte si alterneranno ai trionfi ma ci sarà sempre quella consapevolezza di essere nati per essere protagonisti, nati per essere grandi, per sognare e rendere orgogliosi un popolo.
L’orgoglio di sentirsi speciali anche nella sconfitta, grazie alla consapevolezza di avere nel proprio destino la grandezza, e che per quanto nel calcio i cicli siano inevitabili, arriverà il momento in cui la ruota tornerà a girare dalla tua parte, perché è nel tuo destino, nel tuo DNA.

Quello che si sta tentando di fare con l’Ac Milan invece rappresenta l’opposto di tutto questo: si sta tentando di trasformare il club che dopo il Real Madrid è stato il più iconico della storia di questo sport a livello M O N D I A L E, in una fabbrica di soldi, nella quale i sogni sportivi vengono messi all’interno di una parentesi tonda la quale è a sua volta contenuta in una parentesi graffa.
Un club che non ha più alcuna differenza “filosofica” e “genetica” a separarlo da realtà come Udinese, Sassuolo, Bologna, in buona sostanza dalle provinciali, se non un fatturato che non può che essere, per ovvi motivi, svariati ordini di grandezza superiore ma, come dicevo ieri, la filosofia di gestione alla base, ossia gallina dalle uova d’oro che deve produrre sostanzioso cash flow per staccare assegni luculliani da spartirsi tra azionisti, è la stessa identica. L’unica cosa che cambia è che se un Bologna deve avere da parte 15 per spendere 5, il Milan deve avere da parte 150 per spendere 50, ma, per l’appunto, questa è ormai L’UNICA differenza tra noi e quelle realtà.

Un Milan che domani mattina si ritrovasse ad avere il fatturato del Bologna agirebbe in maniera totalmente uguale a quella del Bologna, così come un Bologna che domattina dovesse magicamente ritrovarsi un fatturato di 350 milioni agirebbe esattamente come il nuovo  “””””milan””””” (sia le virgolette che la lettera minuscola sono quantomai d’obbligo in questo caso).
E anzi, forse sono stato troppo duro… con il Bologna intendo, visto che Saputo è disposto a ripianare il passivo [URL=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Bologna/25-10-2022/bilancio-bologna-segno-rosso-saputo-ripiana-40-milioni-450804134576.shtml]https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Bol...804134576.shtml[/URL] , a differenza dei nostri che pretendono un Milan che generi utili per papparseli come un’Atalanta qualsiasi,

Stanno compiendo un atto di una gravità inaudita, quella di trasformare un Re già spodestato da tempo in un villano qualsiasi, togliendogli anche i titoli nobiliari così che i suoi figli non sappiano neanche cosa è stato e siano convinti di essere dei paesani qualsiasi.
Siamo di fronte ad un processo uguale e opposto a quello avvenuto col Manchester City, nel quale abbiamo visto un club senza storia, tradizione, bacino d’utenza essere proiettato a calci nell’Elite da degli arabi la cui unica fortuna nella vita è stata quella di trovare l’oro nero e che, ad un certo punto della loro vita, hanno deciso che spendere l’equivalente del giro d’affari quinquennale del Cartel de Jalisco Nueva Generacion in una squadra di calcio fosse un’ottima idea.
Qui invece siamo di fronte ad un top club già da tempo ex top club come possibilità al quale sta venendo tolta anche l’ultima cosa che lo separava dalle provinciali: la volontà di vincere e di fare di tutto per tornare grandi.
A questo è servita la cacciata, che come modi e tempistiche ricorda quella che multinazionali come Deliveroo adoperano per la cacciata dei loro anonimi riders [URL=https://www.livornotoday.it/cronaca/rider-deliveroo-licenziamento-sms-mancata-consegna-livorno.html]www.livornotoday.it/cronaca/rider-...na-livorno.html[/URL] , di un uomo che, pur con tutti i suoi difetti, al bene del Milan teneva davvero. Teneva anche, se non di più, alla sua reputazione e al suo ego, senza dubbio, ma il Milan sapeva bene cosa fosse e ancora di più cosa NON dovesse diventare.

Quindi tutto è perduto? No. Possiamo ancora cacciare i mercanti dal tempio. Basta solo togliere loro l’unica cosa alla quale abbiano mai tenuto nelle loro vuote vite di psicopatici (non pazzi, psicopatici) privi di qualsiasi empatia: il denaro. “Affamare la bestia” diceva Reagan quando ero solo un ragazzino. Ed è ciò che dovremo fare, specie sapendo che la bestia ride di noi, si fa beffe di noi, sghignazza di noi con ghigno beffardo e deforme.
E vedrete che se chiuderemo i rubinetti questi ci metteranno molto, molto poco a telare.
Se invece decideremo di renderci complici di questo assassinio definitivo di ciò che era Milan (nel quale venne iniettato il germe della mediocrità e della sconfitta in quell’Estate 2006 in cui si decise di vendere Shevchenko e poi, con una Juve in quasi intera svendita a prezzo di saldo, fare mercato con Ricardo Oliveira arrivato il 31 Agosto. Da lì in poi è stato uno slippery slope sempre peggiore) che dire, godetevi l’AC Milogna (crasi tra Milan e Bologna) 2.0

Godetevi questo brave new Milan (parafrasando il titolo del romanzo distopico di Aldous Huxley “brave new world”), se ce la farete.
Io, dal canto mio, farò di tutto (fino a prova contraria) per boicottare i mercanti del tempio e cacciarli, e in caso io e altri non ci riuscissimo chiudendo i rubinetti (e se non ci riuscissimo sarebbe solo perché, nel caso, saremmo stati in troppo pochi a farlo, e quindi si torna al concetto di complicità di cui si è parlato sopra) tutto questo per noi diventerà semplicemente un ricordo del passato.
Perché il calcio, in fin dei conti, dovrebbe essere motivo di gioia e di svago, non di avvelenamento e incattivimento. E se il calcio da fabbrica dei sogni diventa una versione ancora più incattivita e spietata della vita vera, tale che ti viene voglia di tuffarti a capofitto nel lavoro per non pensarci (cosa che ho fatto moltissime volte in questi anni), forse vuol dire che è arrivato il momento di scrivere la parola FINE.