Sono la massima declinazione del talento calcistico, un’evoluzione della specie che ha ampliato la più classica definizione di “fuoriclasse”, arricchendola di un carattere di continuità che li ha elevati a icone dello sport, mettendo in scena uno spettacolo che dura da 15 anni e che, si spera, possa durare il più a lungo possibile. 5 palloni d’oro a testa, svariati trofei, genio innato vs duro lavoro, Messi vs C. Ronaldo, il dibattito è più che mai acceso. È stato scritto di tutto su di loro, il che rende bene l’idea di quanto sia difficile scegliere, ma siamo sicuri che scegliere sia così indispensabile?

È il gioco più praticato da qualsiasi appassionato di calcio negli ultimi 15 anni. Non voglio sottrarmici nemmeno io, a condizione, tuttavia, di intendere la scelta non come rinuncia a ciò che lascio indietro, ma come semplice (e opinabile) preferenza personale, fondata su un’idea di calcio quale espressione di arte e genialità, fonte di divertimento (nella sua accezione originaria, il termine sport costituisce l’abbreviazione del termine inglese “disport”, che vuol dire, appunto “divertimento”).
La riassumo così, molto semplicemente: C. Ronaldo è di gran lunga il giocatore più forte del pianeta. Messi è di un altro pianeta. Lionel Messi rappresenta la forma più pura di genio e talento calcistico, vederlo giocare non appaga soltanto gli occhi, ma l’intelletto. Se dovessi scegliere una partita da vedere in TV, sarebbe sempre quella in cui gioca Messi, perché mi diverto come un bambino.
La cosa più straordinariamente incomprensibile è la facilità con cui fa delle giocate che qualsiasi altro calciatore non sarebbe in grado nemmeno di pensare.
E la poesia del suo calcio non è mai fine a se stessa: definirlo semplicemente un numero 10, infatti, risulta riduttivo, perché Messi ha elevato il calcio a forma d’arte, coniugando il bello estetico ad una concretezza e continuità innaturali.

Giusto un paio di numeri: 690 partite giocate (118 in meno di C. Ronaldo), 603 gol (stesso numero del portoghese, con 2 anni in meno di attività), 243 assist. Ma per chi lo vede giocare, i numeri non sono abbastanza: la grande bellezza si nasconde in quel modo tutto suo di creare i gol. Creare, come un Dio che plasma a suo piacimento, perché tanti dei gol di Messi sono una produzione originale: metà campo palla piede, 4-5 avversari saltati come birilli, dribbling al portiere o pallonetto. Perché un tiro al volo può riuscire a chiunque, almeno una volta, ma questa è roba da play-station, è la rivelazione di un MessiA venuto da un altro mondo per spiegarci che finora abbiamo praticato un altro sport.

Ma quindi, è davvero possibile confrontarli?
La provocazione, vedendo il modo in cui si è evoluto lo stile di gioco di C. Ronaldo, sarebbe quella di vederli giocare insieme: il portoghese è nato come ala sinistra, ma nel tempo ha sviluppato un killer instinct che lo ha avvicinato sempre di più alla porta, riducendo il numero di giocate per concentrarsi solo sulla ricerca del gol, e rendendolo, indubbiamente, il numero 9 più forte della storia del calcio, dati alla mano. Allo stesso tempo, Messi ha abbandonato il ruolo di “falso nueve” che aveva con Guardiola, evolvendosi sempre di più in un regista avanzato che vede trame di gioco inesistenti per i comuni mortali.
Entrambi, quindi, hanno assunto delle caratteristiche che li rendono incredibilmente complementari, un tandem di numeri 9-10 che rappresenta la coppia di giocatori (tra i) più forti della storia, un po’ come se mettessimo insieme Michael Jordan e LeBron James o Federer e Nadal.
Sarebbe illuminante vederli giocare insieme, perché sono espressione del massimo livello che l’evoluzione calcistica ha raggiunto. Nel frattempo, godiamoceli così come viene, perché la competizione stimola entrambi, e solo quando si saranno ritirati, guardandoci indietro, capiremo fino in fondo la profondità della grandezza che questi due atleti hanno lasciato allo sport del calcio, l’uno con una dedizione e una professionalità che lo hanno spinto oltre ogni limite, l’altro con una genialità fuori da ogni logica in grado di emozionarci ed esaltarci.