Leggendo tra i commenti di vari forum, non è difficile capire che il mal contento del tifo giallorosso sia ormai ai livelli forse mai raggiunti prima: Garcia, accusato di non riuscire a dare un'identità ed un carattere alla sua squadra, Sabatini, accusato di infarcire la squadra di giocatori non all'altezza, Pallotta, accusato di non prendere in mano la situazione, la rosa, accusata di non soffrire per la maglia. Difficile capire chi abbia ragione. Fatto sta che ormai lo scarso credito che la dirigenza ebbe accumulato con la prima stagione e mezza di gestione Garcia sembra essere ormai esaurito. Il titanico impegno di Sabatini che sembra voler movimentare molto il mercato della Roma potrebbe essere un calmante per una piazza abituata a scaldarsi molto per ogni nuovo acquisto. Ed ecco quindi Perrotti, Debuchy, Adriano, El Shaarawy, Théréau pronti a rinfoltire le fila di una rosa che sembra non avere riserve di livello. Una serie di giocatori di buona qualità in cerca di riscatto per il prossimo livello, sperando che la rabbia e l'orgoglio possa fare il resto. Ma ci si deve chiedere se l'acquisto di nuovi giocatori possa davvero colmare delle lacune che penetrano un po' in tutto il sistema tecnico e gestionale. Ridando un'occhiata all'inizio del campionato, molti opinionisti avrebbero dato per certa una coppia difensiva composto dal duo Castan - Manolas, certi che le condizioni del giocatore brasiliano avrebbero permesso una rapida ripresa. Per colmare possibili ricadute è stato acquistato il giovane Antonio Rüdiger, anch'esso reduce da un infortunio piuttosto grave al ginocchio. Lo staff medico aveva dato certezze riguardo le condizioni di Castan ed una rapida ripresa del tedesco, ma in entrambi i casi si sbagliarono. Al contrario, Dignè e Florenzi stanno svolgendo un ottimo campionato nei rispettivi ruoli, ma al contrario delle aspettative, Torosidis e Maicon non riescono a dare le sicurezze necessarie (nonostante alcune prove maiuscole del secondo), e quindi la Roma è pericolosamente scoperta in caso di defezione di uno dei due. La frettolosa cessione di Cholebas sembra ancora più beffarda, considerando che avrebbe avuto modo di poter far rifiatare Dignè, senza affidarsi ad incognite come quella di Emerson Palmeri, fin'ora scarsamente utilizzato. Il centrocampo, nonostante l'abbondanza di soluzioni, sembra essere costantemente incompleto, e la partita con il Chievo ha messo a nudo la fragilità della panchina in quel ruolo. Per quanto riguarda l'attacco, sembra che anche in questo ruolo siano state fatte scelte sfortunate: dopo la conferma di Iturbe, poi venduto pochi giorni fa, più di un addetto ai lavori sta rimpiangendo Ljaljic, ceduto in prestito all'Inter. Se Dzeko non ha brillato, non è certo per mancanza di impegno: la sua presenza è sempre sentita, ma viene poco e male serto da una squadra che fa delle fasce il suo vero campo d'azione. Ma anche qui, l'assenza contemporanea e prolungata di Salah e Gervinho, hanno mostrato delle lacune che il solo Iago Falqué, per quanto abbia superato le aspettative, non può colmare. Anche in quest'ultimo caso, lo staff medico ha dato all'allenatore informazioni sbagliate, promettendo pronti recuperi che si sono trasformati in disastrose ricadute. Eppure, altri tecnici della serie A, sono riusciti a fare meglio con meno, come ad esempio Sarri, che con una squadra scarsamente rimaneggiata è incollata al secondo posto, in attesa di un passo falso dell'Inter. La Roma è stata senz'altro sfortunata a perdere alcune pedine importanti in questo campionato e a non trovare le conferme in alcuni giocatori fin'ora fondamentali anche se da comprimari. Nel calcio la sfortuna gioca un ruolo determinante, ma in ogni impresa che si rispetti, la capacità di cavarsela con quello che si ha a disposizione è una condizione fondamentale. E di questo, Garcia e Sabatini sono i principali responsabili.