L’Atalanta è arrembante e cattiva, con i propri uomini accaniti su ogni pallone, palleggio piacevole ma sterile dato che il muro alzato dalla difesa bianconera respinge ogni possibile attacco dei bergamaschi. Il primo tempo segue più o meno questa riga, salvo Mandzukic che si divora un gol dopo una bella azione personale: difesa del pallone, sterzata su Masiello e scavetto che sbatte contro Berisha, bravo a non andare a terra. Unico vero pericolo il palo di Gomez che con un’altra grande prestazione ha rischiato di beffare proprio uno dei suoi idoli, forse non smagliante in un’uscita rischiosa (e forse inutile?) che stava per rimettere in bilico la qualificazione.

Nel secondo tempo Douglas Costa sfiora il vantaggio con una fantastica conclusione che avrebbe meritato il gol, anche per la prestazione offerta dal brasiliano, sempre più titolare di questa Juve. Ci pensa quindi Pjanic su calcio di rigore dubbio per alcuni, non per l’arbitro che posizionato a pochi passi dallo svolgimento del contatto Mancini-Matuidi non ha dubbi e concede il penalty.

Finisce così per 1-0 la gara di ritorno, con Dybala che entra e aiuta i suoi a gestire con classe il vantaggio ottenuto. 
Var o non Var, i bianconeri centrano quindi un’altra finale, l’ennesima per Mister Max sulla panchina juventina, che fa della difesa la propria solidità in una stagione in cui inizialmente ci si domandava se l’addio di Bonucci avesse lasciato un vuoto troppo grande da colmare. Lo stesso Bonucci che attende adesso di sfidare i suoi ex compagni e forse prendersi una rivincita contro quella società che lo ha ceduto fra mille polemiche.

Adesso sorge solo una domanda: riuscirà la Vecchia Signora ad aumentare i giri del proprio motore ed uscire con il bottino pieno fra Lazio e Tottenham?