Anima e cuore della squadra della sua città, novello idolo di un popolo che da sempre ha bisogno di esempi non solo in ambito sportivo, punto fermo della "nazionale del bel gioco" di Roberto Mancini. E' indubbiamente il momento di Nicolò Barella.

In un campionato dove i giovani talenti non crescono mai, il numero 18 rossoblù a soli 21 anni è marito e padre, oltre che uomo leader di una squadra che sotto la cura di mister Maran sta regalando ai propri tifosi un'annata particolarmente positiva. Di certo Barella non ha bisogno di acclimatarsi alla categoria, formarsi, maturare con calma affinchè il suo talento non venga bruciato. Lui il suo Cagliari se l'è preso a 17 anni, quando ha esordito in serie A con la educata sfacciataggine di chi non ha paura di nessuno ma molta fiducia in se stesso. Un anno a farsi le ossa a Como (con il rimpianto di non averlo trattenuto nell'isola) ed eccolo di nuovo titolare, sempre più pedina imprescindibile del centrocampo sardo. Perchè, nonostante sia stato accostato a inesauribili rubapalloni del passato, Nicolò Barella non è il classico cagnaccio dai piedi ruvidi e dalla grandissima capacità polmonare.

La sua caratteristica più nitida è la duttilità: se nel Cagliari ha operato in tutte le posizioni del centrocampo mostrando grande temperamento, grinta, facilità di corsa alternate a ottima propensione agli inserimenti sottoporta e discrete capacità balistiche, in nazionale interpreta perfettamente la mezz'ala accanto al regista di un 4-3-3 che si fonda sul pressing alto e la capacità di ripartire con qualità.

Non è un'eresia, quindi, affermare che Barella è pronto per calcare palcoscenici calcistici più consoni alle qualità che ha mostrato. Ed è questo il bivio fondamentale per la carriera del centrocampista sardo; le grandi del campionato italiano si sono già fatte avanti per avvalersi dei suoi servigi ma ora sta a lui scegliere il meglio. E qual è la soluzione migliore affinchè il suo talento non vada sprecato? Senza ombra di dubbio il ragazzo ha dimostrato che è nato pronto, la vetrina internazionale non lo ha turbato e giocare con continuità appare la giusta via.

Senza entrare nel merito di offerte provenienti da altre realtà continentali Juventus e Inter non sembrano le soluzioni più adatte: i bianconeri sono tra le prime 4 squadre d'Europa ed è molto difficile che vi sia un posto da titolare potenziale per un giovane non ancora affermato, l'Inter di Spalletti gioca con un modulo il 4-2-3-1 che ha degli interpreti abbastanza diversi da Barella a livello di caratteristiche tecniche. Si è parlato anche di Roma e Milan due realtà che ultimamente appaiono propendere per i giovani italiani. I giallorossi con il giovane rossoblu potrebbero tornare al 4-3-3 tanto caro a Di Francesco introducendo nel meccanismo Roma un motorino che garantirebbe tecnica, gamba e inserimenti; nel Milan, poi, sarebbe salutato come manna dal cielo diventando quasi certamente un titolare inamovibile sia se si tornasse al centrocampo a 3 tanto caro a Gattuso che con qualsivoglia altro modulo.

La scelta che Nicolò Barella farà a giugno sarà probabilmente lo snodo fondamentale della sua carriera, che sembra promettere vette molto alte.

Se poi il cuore prevalesse sulle logiche della ambizione e il ragazzo volesse restare in rossoblù, per uno, cinque o 15 anni, il popolo sardo non gli farà mai rimpiangere di certo questa scelta.