Non c'è molto da dire dopo ieri sera. Per la quarta volta in 4 anni la Juventus è stata eliminata da una squadra sulla carta abbordabile. Terza eliminazione di fila agli ottavi, rispettivamente contro Lione, Porto e adesso Villareal. Viene da sorridere perchè se si pensa che l'anno prima si sia toccato il punto più basso, la squadra riesce sempre a sorprenderti, ma in negativo. Contro l'Ajax, la squadra più forte tra le 4 citate, la Juve partiva si favorita dal pronostico, ma questo è stato prontamente smentito dalla sentenza del campo, sopratutto a Torino dove i Lancieri vinsero 2 a 1 in rimonta. Una prestazione fantastica contro una squadra, senza identità e con troppe paure addosso, che ricordiamo, aveva acquistato in estate Cristiano Ronaldo per centrare la Champions.
L'anno successivo il cambio in panchina, finisce l'era Allegri e arriva Sarri, l'arrivo di giocatori a parametro zero e strapagati come Ramsey e Rabiot, 85 milioni per De Ligt, il difensore a livello mondiale più promettente. Agli ottavi viene sorteggiato il Lione, una squadra abbordabile. Altra figuraccia, sconfitta meritata all'andata in Francia, con zero o quasi tiri in porta, ed ennesima rimonta mancata in casa, con una squadra senza uno straccio di gioco e di voglia di ribaltare il risultato. L'unico a provarci fu Ronaldo, che con una doppietta ribalta il vantaggio iniziale del Lione. Tutto inutile, la Juve esce con la coda tra le gambe dalla competizione più importante.
Terzo anno, nuovo cambio in panchina, addio tra le polemiche di Sarri, arriva Pirlo, per molti visto come un ripiego dato che il sogno di Agnelli era Guardiola. Pirlo, giocatore immenso ma allenatore praticamente senza nessuna esperienza, si ritrova ad allenare la squadra campione d'Italia, arriva Chiesa, Kulusevski, Morata, Arthur nello scambio con Pjanic con il Barcellona e il Texano McKennie. L'entusiasmo iniziale ha lasciato spazio alla dura verità, la Juve non è più la squadra da battere, a fine anno arriverà quarta conquistando la qualificazione in Champions grazie al regalo de Napoli, che pareggia in casa contro il Verona, venendo così scavalcato in classifica. Nella Competizione più importante il risultato non cambia, ennesima figuraccia.
La Juventus incontra il Porto, ancora una vota una squadra abbordabile. Una partita orrenda in Portogallo con relativa sconfitta non basta per svegliare la Juve, anche se parzialmente ci pensa Chiesa, il migliore in assoluto a salvare la faccia segnando il gol del 2 a 1 finale per il Porto. Al ritorno, nonostante un tempo e i supplementari con un uomo in più, la Juventus è riuscita nell'impresa di farsi eliminare.
Anno nuovo, nuovo allenatore, anzi "vecchio", in panchina ritorna Allegri, dopo due di vacanza, il mister toscano ritorna ad allenare una squadra, e lo fa ottenendo un contratto fantascientifico, 4anni di contratto a 9 milioni, bonus inclusi. Nel mercato estivo arriva il solo Locatelli, i rubinetti sono chiusi, se non parte nessuno non arriva nessuno. Molti i ritorni dai prestiti, Rugani, De Sciglio, Pellegrini e Perin. A scoinvolgere ogni piano ci ha pensato Ronaldo gli ultimi giorni di mercato, il giocatore vuole partire, e va a finire al Manchester United. Al suo posto la Juve, che aveva già trattenuto Morata rinnovando il prestito per un altro anno, prende Kean, nuovo ritorno dopo l'esperienze all'Everton e Psg. I risultati non sono esaltanti, la squadra risente della mancanza di un bomber, dei 30 e passa gol di Ronaldo insomma.
Se fino a novembre in campionato la Juventus ha arrancato, in Champions, tranne la disfatta di Londra contro il Chelsea, è andata discretamente bene.
A fine gennaio la svolta, in attacco arriva Dusan Vlahovic, attaccante della Fiorentina e probabilmente attaccante più forte del campionato. A centrocampo arriva Zakaria, centrocampista svizzero dotato di grande fisicità. Certo gli infortuni di Chiesa prima e McKennie dopo hanno tolto due giocatori imprescindibili ad Allegri. Soprattutto l'italiano, il giocatore più importante e decisivo di tutta la rosa, è un'assenza pesantissima.
Come dicevamo, la Juve da novembre in poi ha iniziato la risalita in campionato, che l'hanno portata al quarto posto attuale. In Champions invece la squadra di Allegri deve incontrare il Villareal, altra squadra abbordabile beccata agli ottavi. All'andata in terra spagnola la partita finisce 1 a 1, al gol di Vlahovic, dopo 33 secondi dall'inizio della partita, risponde Parejo nel secondo tempo. Una partita in cui la Juve si è praticamente quasi sempre difesa, lancio in avanti per Vlahovic sperando che inventi qualcosa.
L'epilogo si è svolto ieri sera, il ritorno contro la squadra spagnola, stavolta a Torino. La Juve viene da un buon momento in campionato, c'è chi parla addirittura di Champions, ma la realtà è ben diversa. Nel primo tempo la Juventus ha sì attaccato, ma sempre giocando a due all'ora, senza cambi di ritmo, quasi come se fosse una partitella d'allenamento. Nella ripresa le cose sono addirittura peggiorate, sembrava una partita tra scapoli ed ammogliati, il Villareal a difendersi e la Juve che continuava in palleggio lento, inutile e snervante fino alla trequarti avversaria. Dalla panchina non è arrivato alcun segnale se non "calma, calma", così alla fine senza il minimo sforzo il Villareal ne ha approfittato. Sbavatura enorme di Rugani, inadeguato a certi livelli e in certe squadre, che regala un rigore agli spagnoli, dal dischetto Gerard Moreno non sbaglia. Arrivano i cambi, come al solito tardivi di Allegri, entra il redivivo Dybala, ma la reazione non arriva, anzi arriva il 2 a 0 del Villareal con Pau Torrres, lasciato solo in area di rigore sul calcio d'angolo. Altri cambi inutili di Max, Kean e Bernardeschi, che in 5 minuti non possono fare miracoli, anzi arriva anche il terzo gol degli spagnoli. Stavolta sbaglia prima Danilo, subito dopo De Ligt s'immola per bloccare un tiro destinato a finire in rete, ma respinge di mano, Danjuma dal dischetto non sbaglia.
3 a 0 e notte fonda per la Juve.
Il delirio di Allegri tocca l'apice nella conferenza post partita: "Aspettavo i supplementari, per questo ho aspettato a fare i cambi", in pratica il succo del discorso si racchiude qui.
La colpa non è solo sua, ma anche della squadra, non ha la personalità e la qualità per reagire, certo non c'è uno straccio di idea o di gioco, nessun cambio di passo e sappiamo di chi è la colpa. I giocatori, sono ormai talmente abituati a giocare a due all'ora che continuano sempre così, ed è così da almeno 5 anni. Colpa principale di una dirigenza che dopo la partenza di Marotta, non ci ha più capito niente, da Paratici e Nedved fino ad Agnelli, il maggior responsabile di questo disastro, colui che dall'arrivo di Ronaldo in poi ha sempre agito d'impulso. Ha preso Ronaldo senza badare ai costi, non costruendo una squadra intorno a lui, l'eterna riconoscenza ad alcuni giocatori a fine carriera, premiati con rinnovi dai costi insostenibili, le scelte degli allenatori, più per amicizia che per competenze, vedi Pirlo e il ritorno di Allegri, totalmente inutile in una squadra che deve ricostruirsi completamente. La riconoscenza ingiustificata verso i senatori, ormai più un peso che un bonus per la squadra, prima con Buffon, lasciato andare e dopo un anno ritorna all'ovile da secondo scomodo.
Anche Bonucci, dopo un anno al Milan, ripreso in cambio di Caldara e con un contratto faraonico fino al 2024. Dal suo ritorno si ricordano più le prestazioni negative che quelle positive con la maglia bianconera, e ora aumentano anche gli acciacchi dato che va per i 35 anni e non gioca praticamente da un mese.
Per finire Chiellini, difensore fantastico, ma da anni troppo fragile, gioca 10/15 partite all'anno e giustamente la Juve ha deciso di rinnovargli il contrato per due anni in modo da fargli giocare il mondiale, sempre se ci andremo. Il difensore ha detto di voler "finire degnamente la sua carriera", doveva chiuderla con la vittoria dell'Europeo, non c'era uno scenario migliore, ora è praticamente una palla al piede costosa, visto che è sempre in infermeria 
Da mesi si parla invece di rinnovi, per Bernardeschi, De Sciglio, Perin, Cuadrado e soprattutto Dybala, tutti in scadenza 2022. Personalmente rinnoverei solo a Perin, portiere affidabile, gli altri per motivi diversi possono andare via.
Gli altri per un motivo, giocatori mediocri tipo de Sciglio Bernardeschi, oppure per infortuni ed età avanzata, vedi Dybala e Cuadrado li lascerei andare via.
Se rivoluzione deve essere, si deve fare per bene. Chissà poi cosa ne pensa John Elkann dei disastrosi risultati del cugino, magari lo scossone avverrà anche lì.