Parto dagli acquisti. Sicuramente determinante il colpo De Vrij, un incognita, almeno per il campionato italiano Gentiletti e forse in questo sarebbe servito più coraggio per affiancare all'ottimo olandese un profilo con più esperienza nel campionato italiano. Basta va a coprire una lacuna spesso decisiva, in negativo, nella scorsa stagione. Anche Parolo rappresenta un buon innesto ma, secondo me, non aggiunge granché ad un centrocampo in cui Onazi e Gonzales, con lo stesso Lulic all'occorrenza, garantiscono già una buona dose di dinamismo. Discorso diverso, invece, se si fossero ceduti, e bene, i primi due. Per quanto visto domenica con il Milan e nel precampionato Djordjevic potrà essere un ottima soluzione per l'attacco dove però manca ancora qualcosa. Anche qui come per la difesa con un po' più di coraggio si doveva fare qualcosa, perché il Klose visto domenica desta più di qualche preoccupazione e l'ottimo, per quanto giovane Tounkara, non può bastare ad una squadra con l'ambizione dichiarata di raggiungere l'Europa. Grande punto dolente sono le cessioni. Troppi giocatori inutili non da Lazio con stipendi importanti che limitano il mercato trasferimenti. Per esempio, sfoltendo il centrocampo si sarebbe potuto prendere quel centrocampista di qualità che, partito Hernanes, manca come il pane e si vede. Cedendo due tra Ciani, Cana e Novaretti, si poteva puntare su un profilo diverso in difesa, qualcuno che faccia fare al reparto un ulteriore e più completo salto di qualità. Ma sul capitolo esuberi si potrebbe discutere per giorni. In definitiva, questa campagna acquisti mi ha soddisfatto? Ni, perché sulla scia di quella dello scorso campionato, il gong del calciomercato mi ha lasciato con la sensazione di non completezza, quell'ingrediente dimenticato che avrebbe reso la torta più buona, insomma quel "vorrei ma non posso" che da tempo caratterizza l'attuale gestione.