Nemmeno un'invasione aliena potrebbe cambiare la narrativa del calcio italiano. Cristiano Ronaldo è stato acclamato come un extraterrestre quando è atterrato a Torino, un cinque volte vincitore del Pallone d'Oro che è arrivato in un paese dove nessun giocatore si era avvicinato al premio da quando Kaká lo ha sollevato nel 2007. L'attaccante portoghese avrebbe dovuto portare la Juventus alla gloria europea. Invece, hanno vinto un ottavo titolo consecutivo in Serie A e nient'altro. Ronaldo, considerandolo una prima punta, non ha toccato le vette ultraterrene dei suoi anni migliori a Madrid, ma 28 gol e 10 assist non sono certo una miseria. La sua tripletta ha salvato i bianconeri dopo un'incredibile prima partita contro l'Atlético Madrid in Champions League agli ottavi e ha segnato in entrambi i match dei quarti di finale con l'Ajax, ma ciò non è servito ai bianconeri per evitare la clamorosa eliminazione.

Tuttavia, pochi – anzi nessuno – potevano prevedere all'inizio della stagione che Fabio Quagliarella, Duván Zapata e Krzysztof Piatek avrebbero chiuso nei primi tre posti della classifica marcatori e davanti a Ronaldo. Il primo ha compiuto 36 anni a gennaio, il colombiano non ha mai superato gli 11 gol nelle sue precedenti cinque stagioni in Italia, mentre il polacco – passato a gennaio dal Genoa al Milan – è al suo anno d’esordio in serie A. Guardando oltre il dominio della Juventus, questa è stata una stagione piena di colpi di scena inaspettati. L'Atalanta, con un calcio vibrante e ambizioso, è finita al terzo posto, mai così in alto nei suoi 112 anni di storia. Hanno surclassato tutti, compresa la Juventus. I campioni d’Italia non sono mai riusciti a battere i bergamaschi in questa stagione – 2-2 all’andata ed 1-1 al ritorno – ed hanno subito anche l’onta di un 3-0 in Coppa Italia.

L'Inter, accreditata dai maggiori esperti come la probabile antagonista per il titolo nazionale, dopo aver ingaggiato Radja Nainggolan, Stefan De Vrij, Lautaro Martínez, Kwadwo Asamoah, Sime Vrsaljko, Keita Baldé e Matteo Politano, ha invece prodotto una rievocazione della loro precedente stagione - finendo con gli stessi punti e di nuovo acciuffando il quarto posto per un pelo all’ultima giornata. OK, forse la vittoria con l’Empoli era alquanto scontata, ma il finale di stagione è stato un supplizio per tutti i tifosi interisti, seppur abituati alla “pazza Inter”. Con otto punti di vantaggio sulla quinta posizione all'inizio del 2019, l'Inter aveva vinto il derby, battuto la Lazio per 3-0 a Roma e fatto risultati anche in casa contro il Barcellona e il Tottenham. Poi hanno iniziato male l'anno e la saga Icardi – il loro unico marcatore affidabile – spogliato della fascia di capitano ha fatto il resto. Il numero 9 argentino dovrebbe partire, così da poter permettere ad Antonio Conte di costruire una squadra a sua immagine.

Il Milan ha già scaricato il proprio malinconico attaccante argentino a gennaio. Gonzalo Higuaín avrebbe dovuto portare i rossoneri in Champions League. Invece il suo breve soggiorno sarà ricordato per l’espulsione ed il crollo emotivo contro la società madre Juventus, proprietaria del suo cartellino. Krzysztof Piątek è andato meglio, anche se i suoi gol si sono esauriti, dopo una sorprendente partenza in Serie A. Approdato al Genoa dal CS Cracovia per 4,5 milioni di euro lo scorso giugno, è stato venduto al Milan sei mesi dopo per quasi otto volte la somma spesa. Un affare sorprendente, che però per poco non si è tramutato in un fallimento dato che i rossoblù senza di lui sono scivolati giù fino al quartultimo posto, ad un passo dalla B. Hanno evitato la retrocessione solo grazie al vantaggio negli scontri diretti contro l’Empoli, arrivato anch’esso a 38 punti in classifica come i liguri.

È stato triste vedere i toscani retrocedere: una squadra che cercava sempre di attaccare ed avere un atteggiamento propositivo sotto la gestione di Aurelio Andreazzoli. Forse, se non fosse stato brevemente rimpiazzato da Beppe Iachini a metà stagione, l’Empoli si sarebbe potuto salvare, nonostante il monte ingaggio più basso della A. Molti club più ricchi non hanno fatto tanto meglio. La Fiorentina ha finito a soli tre punti sopra la zona retrocessione dopo un crollo improvviso coinciso con le voci di un cambio tecnico programmato per la stagione successiva. Anche la Roma è stata una delusione, seppur non negli stessi termini. Monchi ed Eusebio Di Francesco sono spariti a metà marzo, mentre la stagione si è conclusa tra le polemiche per l’addio di Daniele De Rossi, l’unica bandiera rimasta ancora in cima dopo l’addio di Totti (che in queste ore sta anche meditando l’addio dai quadri dirigenziali giallorossi).

Più positiva l’annata per la Lazio, vincitrice della Coppa Italia, e per il Torino, che ha lottato fortemente per un posto europeo, così come Spal e Sassuolo, salvatesi agevolmente. Il Bologna è notevolmente migliorato dopo aver ingaggiato Sinisa Mihajlovic come allenatore a gennaio. Il Parma, dopo tre promozioni consecutive dalle categorie inferiori, ha consolidando la propria posizione anche in A. Il Napoli ha raggiunto il secondo posto con la stessa facilità con cui la Juventus ha preso il primo posto. Carlo Ancelotti merita credito per l'evoluzione della squadra lasciata da Maurizio Sarri e, facendo un uso migliore della profondità della rosa, ha ottenuto il massimo, anche se i punti sono diminuiti rispetto l’anno scorso.

Questa stagione di Serie A sarà comunque ricordata anche per gli eventi brutti fuori dal campo. Kalidou Koulibaly è stato vittima di cori a sfondo razziale a San Siro durante la sconfitta del Napoli contro l'Inter. Inoltre le partite nel giorno di Santo Stefano sono stato un esperimento mal riuscito che non sarà ripetuto. La morte del tifoso dell'Inter Daniele Belardinelli è una macchia indelebile. Anche Moise Kean, una rivelazione di fine stagione per la Juventus, è stato presa di mira durante una partita a Cagliari. La reazione molle delle autorità – che non hanno preso provvedimenti contro il club sardo – è stata scoraggiante. Ma la risposta del compagno di squadra di Kean, Leonardo Bonucci, che ha suggerito che la colpa “dovrebbe essere divisa 50 e 50” tra il baby prodigio e i suoi molestatori, è stata probabilmente peggio. Ronaldo si è trovato al centro di una triste storia a ottobre, quando la polizia di Las Vegas ha confermato che stavano riaprendo le indagini su un'accusa di stupro comminata contro di lui nel 2009. Il giocatore ha negato ogni addebito, ma la risposta della Juventus, attraverso un paio di tweet che mettevano in risalto la sua professionalità insieme al tempo trascorso dal presunto incidente, è stata tuttavia giudicata male. Di recente ci sono stati rapporti contrastanti sul fatto che il caso fosse stato abbandonato, ma i legali della Mayorga hanno specificato che la denuncia sarà riproposta a livello federale.

Queste brutte storie non possono essere spazzate via, ma è giusto celebrare anche gli aspetti positivi e gioiosi della stagione. Quindi, senza ulteriori indugi, ecco i miei Awards per la stagione appena conclusa.

I migliori Goal della stagione.

6) Tra infortuni, problemi con le auto e l'abitudine di presentarsi tardi agli allenamenti, il primo anno di Radja Nainggolan all'Inter è stato soprattutto una delusione. Ma ha comunque segnato una gemma assoluta contro la Juventus. (Inter-Juventus 1-1 27/04/2019)
5) Piatek non ha avuto bisogno di guardare la porta per sapere dove mettere la palla mentre correva verso il cross di Ricardo Rodriguez contro l'Atalanta. (Atalanta-Milan 1-3 16/02/2019)
4) Chi ha bisogno di Ronaldo, quando hai Rolando (Mandragora)? Un gioiello il suo gol e degno del portoghese. Stop di petto sul cross proveniente da destra e tiro al volo da 30 metri per un gol da guardare e riguardare. (Udinese-Genoa 2-0 30/03/2019)
3) Luis Muriel mette in ombra Gervinho nella sezione coast-to-coast. Il debutto del colombiano in maglia viola è da applausi. Una doppietta ed una prestazione mostruosa da far stropicciare gli occhi a chi lo paragonava al Fenomeno. (Fiorentina-Sampdoria 3-3 20/01/2019)
2) Andrea Belotti prima si fa parare un calcio di rigore dal portiere del Sassuolo Andrea Consigli, per poi rifarsi con gli interessi segnando in rovesciata, un gol da copertina. (Torino-Sassuolo 3-2 12/05/2019)

1) Al primo posto metto il capocannoniere, l’immortale Fabio Quagliarella che già in passato ci ha regalato perle assolute. Il tiro al volo contro il Chievo è stato piuttosto buono, ma quello che ha segnato contro il suo Napoli è stato ancora meglio. Un gol di tacco al volo che merita uno score altissimo. (Sampdoria-Napoli 3-0 02/09/2018)

Il miglior primo gol. Nicolò Zaniolo si è assicurato che tutti si sedessero per guardare mentre apriva il suo conto in Serie A contro il Sassuolo. Finta, controfinta, difensore e portiere a terra mentre l’ex Inter segna con un pallonetto morbido il primo gol tra i grandi.

Il miglior 11 della stagione.

In porta metto sicuramente il numero uno nerazzuro, Samir Handanovic. Spesso criticato dai propri tifosi, quest’anno è stata un’autentica saracinesca. Le sue parate sono risultate decisive per le sorti della squadra, come nell’ultima partita thrilling contro l’Empoli che si giocava la Serie A. Senza di lui adesso Marotta e Conte avrebbero altro a cui pensare…

Va menzionato sicuramente anche Sirigu, in questo ruolo l’età a volte è un fattore chiave, l’esperienza vuol dire affidabilità e il portiere del Torino è stato tra i migliori del proprio ruolo, meritandosi la titolarità tra i pali della nazionale italiana. Alle loro spalle Gianluigi Donnarumma, in ballottaggio fino all’ultimo con Cragno, reduce da un’annata a Cagliari che ne ha consacrato le proprie doti. Il numero uno del Milan ha beneficiato del cambio di preparatore tornando ad essere il degno erede di Gianluigi Buffon.

Terzino destro Joao Cancelo. Ad una prima parte di stagione a dir poco da fuori classe ha fatto seguito una seconda parte non così tanto brillante, però nel ruolo non vedo di meglio nelle altre squadre. Al centro della difesa, al fianco del gigante senegalese del Napoli Kalidou Koulibaly, di gran lunga il migliore nel suo ruolo, metto Armando Izzo. Sotto la gestione Mazzarri le prestazioni dell’ex Genoa sono notevolmente cresciute. Come terzino sinistro scelgo il capitano del Genoa Domenico Criscito. In panchina: l’atalantino Hans Hateboer, Gasperini fa crescere i suoi giocatori in maniera incredibile; Francesco Acerbi, sempre affidabile e corretto; Alessio Romagnoli, il capitano del Milan è stato uno dei pochi a salvarsi da una stagiona un po’ tribolata: Aleksandar Kolarov, nonostante l’età fa ancora il suo.

Tra i due di centrocampo scelgo Rodrigo de Paul e Remo Freuler. Per quanto riguarda il giocatore dell’Udinese va detto che il suo contributo tra gol e assist è stato fondamentale per la salvezza della sua squadra e non a caso è conteso a suo di milioni da Inter, Napoli e altre squadre estere. L’Atalantino, uno stantuffo infaticabile, invece è uno di quei giocatori poco appariscenti ma quando manca si sente: il suo apporto in termini di corsa e palle recuperate è fondamentale per il gioco di Gasperini. Tra le prime alternative Fabian Ruiz, l’ennesima scommessa vinta da Giuntoli, e Nicolò Barella, il classe ‘97 è già un perno della nuova Italia di Mancini ed è ad un passo dal vestire il nerazzurro Inter.

Tra i fantasisti a supporto della punta inserisco sicuramente i due atalantini Josip Ilicic e Papu Gomez. Lo sloveno, nonostante qualche infortunio di troppo, è stato il valore aggiunto che ha permesso alla squadra di Gasp di ottenere la storica qualificazione alla prossima Champions. Il capitano invece è stato sempre costante e nonostante il contributo in zona gol sia inferiori alle passate stagioni, i suoi 11 assist hanno permesso all’attacco (77 gol) di essere il più prolifico di tutta la Serie A. Nel ruolo inoltre l’onnipresente Cristiano Ronaldo, su di lui c’è poco altro da aggiungere. Ma vanno citati anche altri giocatori che hanno fatto la differenza nelle proprie squadre: Joaquin Correa, l’argentino ha giocato a corrente alternata ma alla fin dei conti le sue prestazioni sono valse la vittoria in Coppa Italia; Rade Krunic, il neo milanista è stato tra i migliori dell’Empoli; Nicolò Zaniolo, nella parte centrale della stagione si è caricato sulle spalle l’intera Roma, tanta roba alla sue età, un predestinato; Suso, seppur ha avuto dei periodi di appannamento, è l’unico nel Milan e tra i pochi in A capace di saltare l’uomo; Stephan El Shaarawy, ogni anno viene dato per panchinaro salvo poi ritagliarsi un ruolo da protagonista, con 11 gol è stato il miglior marcatore della Roma; Dries Mertens, il folletto belga è tra i miei giocatori preferiti, segna, salta l’uomo, crea sempre pericoli nella trequarti avversaria, ed ha colpi da fuoriclasse.

Prima punta indiscutibilmente Fabio Quagliarella. Per l’attaccante della Sampdoria parlano i numeri: 26 gol e 8 assist a 36 anni suonati sono un bottino sbalorditivo. Valide alternative e degni sostituti, il secondo e terzo classificato nella classifica marcatori di A: Duván Zapata e Krzysztof Piatek.

(4-2-3-1) Samir Handanovic; Joao Cancelo, Armando Izzo, Kalidou Koulibaly, Domenico Criscito; Rodrigo de Paul, Remo Freuler; Josip Ilicic, Papu Gomez, Cristiano Ronaldo; Fabio Quagliarella. Sostituti: Salvatore Sirigu, Gianluigi Donnarumma, Hans Hateboer, Francesco Acerbi, Alessio Romagnoli, Aleksandar Kolarov, Fabian Ruiz, Nicolò Barella, Joaquin Correa, Rade Krunic, Nicolò Zaniolo, Suso, Stephan El Shaarawy, Dries Mertens, Duván Zapata, Krzysztof Piątek.

Allenatore della stagione. Quando José Mourinho è stato a capo dell'Inter, disse che Gian Piero Gasperini era stato l’allenatore più difficile con il quale si era mai dovuto confrontare. Gasperini era allora alla guida del Genoa, ma avrebbe proseguito il suo percorso proprio con i nerazzurri: fu esonerato dopo appena cinque partite nel 2011. Ci è voluto del tempo per riprendersi. Ma ciò che è così impressionante per l’allenatore di Grugliasco è che continua a evolversi, anche a 61 anni. Per la maggior parte della sua carriera, i suoi schemi erano basati sull'idea che una squadra avrebbe dovuto avere una buona tenuta difensiva. All’Atalanta invece ha esortato i suoi giocatori a ingaggiare duelli uno contro uno, in ogni parte del campo, e ha raccolto incredibili risultati. Gasperini ha anche tratto il meglio da ogni singolo giocatore osservando ed esaltando le qualità che gli altri non avevano intuito. La struttura muscolare di Zapata portò molti a presumere che fosse più adatto a comportarsi come un uomo d’area, che doveva tenere la palla e far salire la squadra. In questa stagione invece di giocare spalle alla porta è stato incoraggiato a cercarla con maggior frequenza avendola frontalmente. Ha segnato 23 volte. Quindi è lui, Giampiero Gasperini, il miglior allenatore della stagione.

Peggior allenatore della stagione. Giampiero Ventura, senza lavoro da quando non è riuscito a qualificare l'Italia alla Coppa del Mondo 2018, è tornato alla ribalta – in negativo – con il Chievo a ottobre. Ha presieduto tre sconfitte e un pareggio prima di consegnare le sue dimissioni. Come ha osservato il giornalista Giovanni Capuano, aveva “solo 363 giorni di ritardo”. Twitt: Italia-Svezia 0-0 (13/11/2017), Chievo-Bologna 2-2 (11/11/2018). #Ventura si è dimesso con 363 giorni di ritardo.

Giocatore della stagione. Ronaldo doveva essere la carta vincente per alzare la Champions League. Invece, si sono schiantati contro l'Ajax. Il calcio giocato è stato scialbo e incolore e Massimiliano Allegri è stato allontanato. Tuttavia, Ronaldo è stato il miglior interprete individuale in una squadra che ha vinto la Serie A in una passeggiata. Se la Juventus è stata in grado di fare 24 vittorie e tre pareggi nelle prime 27 partite di campionato, è stato in parte perché aveva un giocatore in grado di risolvere tutto da solo anche quando giocava male. Si sperava di più. Ma solo perché le aspettative erano molto alte.

Il riscatto più veloce. L’atalantino Zapata sbaglia il rigore per pareggiare dopo che la sua squadra era sotto per 3-0 contro la Roma, ma si rifà comunque 45 secondi dopo.

Il più sottovalutato. Dopo aver segnato il gol vittoria contro la Fiorentina, il giocatore del Frosinone Daniel Ciofani ha rivelato che si era messo come primo panchinaro nella sua squadra di fantacalcio, con cui gioca insieme ad altri compagni. Il suo prezzo all’asta ad inizio stagione era il minimo, un solo credito, ed è stato l’unico a credere in sé stesso. 5 gol al prezzo di un credito, miglior rendimento in base al prezzo. Un affare.

Menzione d'onore. Alla vigilia della stagione è stato chiesto a Kevin-Prince Boateng se poteva essere il Ronaldo del Sassuolo. “Forse sì. Ma sono a corto di 500 goal.”

Migliore coreografia. I tifosi della Spal hanno impegnato tutta la curva per ricordare a Mattia Destro il clamoroso errore sotto porta della stagione precedente.

La migliore personalizzazione. Il tifoso dell'Inter che ha voltato le spalle a Mauro Icardi in favore di una vera leggenda del club. Con del nastro adesivo ha modificato la maglia numero 9 di Icardi con la 29 di Dalbert.

Il motivo più importante per restare. Carlo Ancelotti ha dichiarato che sperava di rimanere a Napoli per molto tempo così da poter completare un tour di tutte le pizzerie della città. Una volta che mangi la pizza a Napoli, non la mangi più da nessuna altra parte. Lo stesso vale per la mozzarella. Ecco il vero motivo per cui Carlo Ancelotti non lascerà Napoli presto. Il sentimento tra lui e i pizzaioli della città è reciproco.

Un doveroso omaggio ad un’icona giallorossa. Non mi restano abbastanza parole per rendere giustizia a De Rossi. Un magnifico centrocampista nel pieno della sua carriera, ed è qualcosa di più della caricatura del tackle che ha tatuato sul suo polpaccio destro. Non si ritira una leggenda come Francesco Totti. Né ha avuto la possibilità di vincere uno scudetto con la Roma, come ha fatto il suo ex compagno di squadra. Ma De Rossi è riuscito a vivere quella gloria in un modo diverso: come tifoso, come ragazzo delle giovanili prima e come giocatore poi. Questa è sempre stata la sua squadra, molto prima che lui avesse la possibilità di giocarci. Rimarrà tale, quando tornerà, come promesso, a guardare le partite dalla tribuna con un panino e una birra. Il suo viaggio come calciatore professionista non è ancora finito, comunque. Forse il vincitore della Coppa del Mondo 2006 avrà la possibilità di alzare ulteriori trofei lontano da Roma.

Prima di finire però, voglio dare una menzione anche a Marek Hamsik. Ha trascorso 11 anni e mezzo al Napoli, gli ultimi cinque di questi come capitano - superando Diego Maradona come miglior marcatore di tutti i tempi del club. Il suo trasferimento in Cina a febbraio ha segnato anche la fine di un'era; non tutti gli eroi devono necessariamente provenire dalle giovanili o aver vestito la stessa maglia.

Grazie di tutto, ragazzi. Speriamo che il prossimo capitolo sia altrettanto gratificante ed emozionante come quello appena vissuto.