Minuto 53, l’arbitro Mariani ha da pochi istanti annullato un gol, per fuorigioco, di Patrick Cutrone; il Milan è sotto, a San Siro, 1-2 contro il Chievo di Maran e deve vincere per rimanere in corsa per un posto in Europa. Il gioco, però, non riprende, si attende infatti il responso del Var, che arriva perentorio, subito dopo, convalidando la rete. L’esultanza che segue del numero 63 del Milan è di una bellezza stordente che nulla ha a che fare con il calcio attuale: corre, impazzito di gioia, come se al posto di Tardelli avesse siglato il gol del 2 a 0 nella finale dei mondiali del 1982, mettendo in ginocchio la Germania Ovest; recupera il pallone, riportandolo al centro del campo e con veementi gesti chiama l’aiuto dei suoi tifosi per trascinare la squadra alla rimonta, che si completerà al minuto 82 con il gol di André Silva. Oggi quel ragazzo, classe 1998, dopo 90 presenze e 27 gol con la maglia rossonera, maglia di cui è sempre stato tifoso, è un nuovo giocatore del Wolverhampton, per una cifra che si aggira intorno ai 24 milioni di euro, bonus compresi. Cresciuto nel vivaio, per il Milan rappresenta una pulita e netta plusvalenza, necessaria per motivi di bilancio, imposti dal Financial Fair Play (FFP).

La cessione di Cutrone, considerato uno dei migliori talenti italiani della sua generazione, dettata da ragioni economiche rende maggiormente evidente la crisi di un calcio che sembra non esistere più, il Calcio romantico e sentimentale, sottoposto da anni ad un graduale processo di deterioramento: quel Calcio idillico che riempiva e colorava gli stadi; che permetteva ai bambini, al campetto, di immedesimarsi nelle bandiera della squadra di cui erano innamorati, da Totti a Del Piero, passando per Maldini, De Rossi, Zanetti, arrivando al mai dimenticato Agostino di Bartolomei; quel Calcio che ha fatto sognare, gioire, piangere appassionati e non, travolti entrambi dal turbinio di emozioni che un pallone in fondo ad una rete può provocare. Il suo declino coincide, inevitabilmente, con l’affermazione di un business impuro, feroce, dominato da poteri economici e finanziari che impongono regole inflessibili alle quali la passione stessa, che alimenta il gioco più bello del mondo, deve piegarsi.

Il destino ha voluto, come se cercasse di rendere il trasferimento meno amaro, che Cutrone, prima punta di altri tempi, venisse acquistato da una squadra la cui nascita è considerata una delle più romantiche del calcio inglese. Nel lontano 1877,il preside della St Luke’s Church School regalò un pallone ad una classe di alunni che aveva concluso l’anno con ottimi voti, dando inizio ad una serie di eventi che portarono alla fondazione del Wolverhampton Wanderers Football Club.

Nonostante la forte delusione da lui manifestata, a Malpensa, attraverso delle brevi dichiarazioni rilasciate a diversi giornalisti prima di imbarcarsi per il Regno Unito, Patrick avrà l’opportunità di cimentarsi in Premier League, a detta di tutti il campionato più bello del mondo, sotto ogni punto di vista (ad eccezione di quello tattico, segno distintivo del nostro campionato italiano), atletico, tecnico, infrastrutturale (non a casa le quattro finaliste delle due massime competizioni europee, la UEFA Champions League e la UEFA Europa League, sono state Liverpool, Tottenham, Arsenal e Chelsea). Giocare in Inghilterra gli permetterà di mettere in risalto le sue caratteristiche migliori, la grinta, la forza e l’innato fiuto per il gol, consentendogli di perfezionare il suo gioco, di diventare, cosi, uno dei pilastri della nuova nazionale italiana, magari già a partire dall’Europeo 2020.

Nella speranza che sia solo un "arrivederci" dalla Serie A, da quest’oggi i Wolves avranno un tifoso in più.