Chiarezza, trasparenza e fiducia: nessuno è indispensabile nel nuovo Milan di Fassone & Mirabelli

"Esami di maturità". È da poco suonata la campanella dell'ultimo giorno di scuola, l'estate incombe alle porte con le sue temperature roventi che scioglierebbero persino il più glaciale degli Zeman. Gli studenti fremono, e stanno per abbandonare le loro aule, chi per per un paio di mesi, chi per sempre. Per molti, ma non per tutti. Proprio così, perché se per molti è arrivato il momento di staccare la spina e godersi le più o meno meritate vacanze, per altri è finalmente giunto il momento dei tanto attesi e temuti esami di maturità. Non stiamo più parlando di scuola, ma di calciomercato; di quel calciomercato che a Milano sponda rossonera è stato fermo da troppo tempo sui prestiti, i diritti di riscatto e i parametri zero.

Il compito più atteso e più arduo dell'estate 2017 spetta di diritto alla coppia Fassone&Mirabelli, che oltre al compito di riaccendere il lumino di speranza presente dentro i più scettici tifosi rossoneri, illusi e maltrattati, si somma anche il più difficile compito di ripulire l'immagine infangata dalla pessima gestione degli ultimi anni della società precedente.

"Chiarezza, trasparenza e fiducia". Dal primo giorno in cui Marco Fassone si è seduto al tavolo in qualità di Amministratore Delegato sono emerse le caratteristiche di trasparenza, chiarezza e sicurezza. "Fiducia totale a Montella", "Donnarumma e Suso uno priorità", "Mercato di alto livello" e "Tornare in Champions League" sono appunto le prime frasi pronunciate dall'A.D, e che ogni tifoso milanista ripete dentro di sé come se fosse un mantra.
Il lavoro - seppur precoce dopo poco meno di 2 mesi - si può dire ben avviato.
A inizio giugno Vincenzo Montella rinnova con la società fino al 2019, nel frattempo Mirabelli, che negli ultimi mesi si è visto più partite di un abbonato di SkySport, ha già piazzato due colpi: Musacchio corteggiato già dalla precedente gestione, ma che guarda caso non è mai arrivato, e Kessié, vera rivelazione del campionato assieme all'Atalanta.
La notte della Finale di Cardiff l'accoppiata F&M si trova al Millenium Stadium per fare due chiacchere con il procuratore di Morata e Jorge Mendes, procuratore fra gli altri di Diego Costa, André Silva e James Rodríguez. Da un Rodríguez all'altro, perché nella notte del 5 giugno un blitz di Fassone in Germania fa sì che si raggiunga l'accordo con il terzino sinistro Ricardo Rodríguez, atteso nella giornata di domani per le visite di rito.
Ma il "Milan cinese" non si ferma mica qui. Come detto, la rosa ha un urgente bisogno di un mercato all'altezza, poiché la squadra è praticamente da rifondare. Dopo aver individuato i pilastri su cui fondare il nuovo undici da mettere in campo - Donnarumma e Suso in primis - la società ha iniziato a trattare con i loro procuratori i rinnovi, non senza difficoltà esterne, ma pur sempre con estrema chiarezza e lucidità. Risulta dunque tanto importante confermare ed acquistare nuovi giocatori per dare vita alla nuova creatura, quanto venderne per snellire la rosa e fare un po' di cassa. La dirigenza, infatti, avendo le idee chiare ha già avuto modo di incontrarsi con i procuratori di quei giocatori che non fanno più "parte del progetto": i vari Poli, Bertolacci, Bacca, De Sciglio, oltre al preannunciato addio di Honda, ai quali, ringraziandoli con una forte stretta di mano, è stata indicata la via d'uscita.

"Nessuno è indispensabile, specialmente controvoglia". Se è vero che il "Milan cinese" fra gli obiettivi principali si è posto quello di mettere in luce il Marketing, è anche vero che per far fruttare nel modo più rapido tale investimento occorre avere un ottimo prodotto di qualità. Il marchio A.C. Milan è a livello mondiale uno dei principali marchi assieme a quello del Real Madrid, del Barcellona, del Bayern Monaco, del Manchester United e della Juventus. Ad oggi, non esiste un solo giocatore di calcio sul pianeta Terra che, ricevendo un'offerta da uno dei club sopracitati, temporeggerebbe chiedendo tempo per poter decidere se accettarla o meno. Si potrebbe riassumere in questa frase il "Fassone&Mirabelli pensiero", fondamentale per riacquisire quel carisma e quel fascino perduto a livello mondiale.
Il nuovo messaggio che la società vuol far filtrare è che nessuno è indispensabile, specialmente controvoglia, indipendentemente dal fatto che si tratti di un giovane ragazzino che si è appena lanciato nel mondo del calcio o che si tratti di campione affermato fresco di Champions League. 

È l'ultimo il caso di Álvaro Morata che, stando a quanto riportato dai giornali, dopo essersi confrontato con la società rossonera avrebbe fatto un passo indietro perché "poco convinto dal progetto". Partendo dal presupposto che attualmente si trova nel migliore club del mondo e che molto probabilmente faccia fatica a scendere dal trono, occorre ricordare a Morata che farebbe bene a riflettere sul suo futuro, dato che quest'anno, sono state più le volte che si è dovuto accomodare in panchina a vedere i suoi compagni vincere che quelle in cui è sceso in campo. Farebbe bene a tenere conto che con il rientro in organico di Gareth Bale, il suo futuro con i Blancos sembrerebbe essere poco roseo anche per la prossima stagione, perdendo di fatto un altro anno. Specialmente se si considera che nel 2018 è l'anno dei Mondiali, e che ad oggi, l'unica squadra che potrebbe offrirgli una vetrina di livello nazionale ed internazionale come protagonista indiscusso - garantendogli una maglia da titolare tutte le domeniche e tutti i giovedì - è solo il Milan. Perfino Gerard Deulofeu, giocatore che era sparito dai radar di Lopetegui è riuscito a rientrare nel giro della nazionale delle Furie Rosse, il ché sta a significare che l'allenatore della Spagna qualche partita del Milan l'ha guardata.. È vero che sulle sue tracce c'è l'occhio attento e sempre vigile di José Mourinho, ma al Manchester United avrebbe lo stesso spazio e la stessa considerazione?  Discorso simile si può fare per lo stesso Donnarumma, per cui non occorre aggiungere singola parola - su di lui e su Mino Raiola - più di quante ne siano già state scritte in questi mesi. La decisione finale spetta a lui com'è giusto che sia, ma qualunque risposta essa sia sembra ormai chiaro che la nuova dirigenza non voglia far uscire calpestata l'immagine dell'A.C. Milan.

Nessuno è indispensabile e/o obbligato a restare se non giustamente motivato, specialmente controvoglia. La proposta ad oggi della dirigenza c'è. Occorre solo dare tempo a questo ragazzo e prendere atto della risposta, qualunque essa sia, nella speranza, per il Milan ed in particolare per il calcio italiano, che oltre alla maturità fra i banchi arrivi anche la maturità dell'uomo.