La sconfitta dell'Inter contro la Lazio conferma alcune situazioni che già si erano evidenziate qualche mese fa.
Diciamo che l'Inter ha sempre avuto (tranne eccezioni) dei cali di tensione che ne hanno mostrato la fragilità di squadra relativamente giovane. Spesso in momenti decisivi contro squadre forti; vedi Borussia, Barcellona, ma anche contro il Sassuolo fuori casa e contro la Sampdoria - ricordate le partite? Gara in mano e gara riaperta in 10 minuti. Un film già visto, che penso l'Inter si porterà dietro per tutto l'anno e Conte lo sa.

Anche ieri è andata così. Handanovic forse ci avrebbe messo una pezza, ma "pezza" resta. Il problema non è Eriksen, ma la capacità della squadra di assorbire un giocatore che deve sicuramente recuperare dinamicità.

L'Inter in generale come società quest'anno ha posto le basi per il futuro. La presidenza cinese, Marotta, Conte, alcuni acquisti mirati e soprattutto un centrocampo di enorme prospettiva, con Sensi e Barella di 24 e 23 anni. Brozovic 27, Vecino 28, Gagliardini 25, Eriksen 28. Lukaku e Lautaro davanti.
La squadra è lì pronta per essere plasmata. Come dice Conte, c'è da lavorare e soprattutto bisogna crescere giocando insieme su un progetto condiviso. Non si inventa niente. Anche la discussione sullo schema e la difesa a 3 è sostanzialmente chiacchiera da bar. Ricordate la difesa a 4 di Mourinho con Maicon altissimo a destra? Non era in fondo una difesa a 3 con Chivu, Saamuel e Lucio mascherata?
Il calcio non è fatto di schemi sulla carta.
Ci vuole tempo. Speriamo di averne.