Da ormai 9 anni siamo abituati a dare la Juventus come prima favorita per lo scudetto, tuttavia mai come quest'anno è l'incertezza a dominare l'ambiente bianconero. Quanto meno nella mente dei tifosi e dei giornalisti sportivi, probabilmente non nelle convinzioni degli "addetti ai lavori". Difatti la dirigenza juventina, Andrea Agnelli in pole position, ha creduto fermamente nella decisione di Pirlo allenatore, così come nelle scelte di mercato e quindi nella conferma di Paratici. I proclami di vittoria non sono stati eclatanti ma neppure leggeri; si è cercato di mostrare una continuità nell'operato della dirigenza cercando di far capire che il progetto di miglioramento della squadra potesse andare di pari passo con il ringiovanimento dell'organico ed un (apparente) programmato restyling tattico. Sino ad ora, dopo 3 partite e una vittoria a tavolino, non si è visto nulla. Nessuna idea di gioco, nessun modo rivoluzionario di praticare calcio, nessuna ricerca nel cercare di imporre i propri schemi tattici. Forse perchè "il maestro" tanto maestro non è, ed il rischio è arrivare, tra qualche giornata, a rendere conclamata l'inesperienza del giovane allenatore bianconero. Intendiamoci, con tutta probabilità risulta ampiamente prematuro sostenere che Pirlo farà male, ma altrettanto lo è considerarlo un genio della panchina. Gli errori tattici dimostrati all'Olimpico con la Roma e a Crotone non sono figli della presunta stanchezza dei nazionali, ma della modalità con cui il mister ha messo in campo i giocatori. Lo scollamento tra difesa, centrocampo e attacco è risultato palese, il giro palla è stato veloce ma sterile, l'avversario è sembrato più pronto nell'impostazione della manovra e, aspetto assai più preoccupante, alcuni giocatori sono stati inseriti fuori ruolo.
La Juve Pirliana sarà pure "un cantiere aperto" ma, se il buongiorno si vede dal mattino, il futuro non appare molto roseo soprattutto analizzando il gioco sfavillante espresso dal Napoli, la compattezza del Milan e la rosa ricca di alternative dell'Inter senza dimenticare le collaudate Atalanta e Lazio.
La Juve è apparsa in grave ritardo tuttavia, a mio parere, e gli errori vanno indirizzati anche al mercato. Chiesa rappresenta il futuro del calcio italiano ed è un grande acquisto, tuttavia è andato a sostituire Douglas Costa, pertanto non può considerarsi un acquisto che sposta gli equilibri, ma un elemento fortissimo che ne ha sostituito un altro altrettanto forte.
Ciò che è mancato nel mercato bianconero è stato l'acquisto di un terzino sinistro alternativo ad Alex Sandro (tecnicamente sempre meno brasiliano, sempre più colpevole di errori di distrazione e continuamente falcidiato da infortuni) e l'inserimento di un centrocampista di grande valore come Pogba o Aouar. La Juve, infatti, appare orfana di alternative soprattutto in mezzo al campo e a sinistra. Inoltre Pirlo non ha ancora in mano la squadra e sembra che la sua calma olimpica nasconda in realtà una confusione tattica figlia anche di un mercato che non ha reso la rosa competitiva in tutti i reparti.
Sinceramente credo che, in una situazione del genere, dirottare il proprio pensiero tattico in un più equilibrato 4-4-2 rappresenta forse la scelta migliore. Il parco giocatori in fondo si presta alla difesa a 4 e soprattutto ad un centrocampo a 4 con due centrocampisti centrali (un mediano ed un regista) e due esterni alti (ad esempio Bernardeschi a sinistra e Chiesa a destra) con Kulusevski, Dybala, Ronaldo e Morata a giocarsi i restanti due posti in attacco.
Il 4-4-2 sarà anche inflazionato ma, da che mondo è mondo, il modulo deve essere plasmato sulla base dei giocatori che si hanno e delle loro caratteristiche. Chissà che Pirlo, scegliendo uno schema più convenzionale, possa togliersi maggiori soddisfazioni.
La speranza juventina, in ogni caso, è che "il maestro" abbia ben in mente cosa fare e non si dimostri il peggiore degli allievi.