'Non-Flying Dutchman!' così i tabloid inglesi lo definirono un tempo.
Non di certo in riferimento alle sue qualità, ma alla sua spudorata paura di volare. Alto, forte e dotato di qualità che pochi nel suo ruolo possedevano. Capace di segnare goal da distanze notevoli e angolazioni impossibili, piazzati e potenti da fermo e dopo giocate maestose, Dennis Bergkamp è probabilmente uno degli attaccanti più letali della storia.

Ciò che rendeva Bergkamp unico era la sua leggerezza e la sua spontaneità, dribbling da campetto di Bauru e una tecnica migliore di grandi nomi come Zidane o Ronaldinho. Ma c’è qualcosa che in pochi ricordano di questo campione, Dennis Bergkamp fu uno dei primi calciatori nella storia a specializzarsi nella tecnica del pallonetto. Scavetto, cucchiaio, come lo si vuole chiamare lo si chiama, Bergkamp ci riusciva in tutti i modi.


2 Marzo 2002 Newcastle vs Arsenal – Premier League (0-2 / Dennis Bergkamp 11′, Sol Cambpel 41′)
Vieira recupera il possesso con un contrasto vigoroso, come al solito, la lascia a Bergkamp che cambia fascia con sicurezza e corre subito per prendere posizione in attacco, Pires riceve palla sulla propria trequarti, avanza palla al piede in percussione dalla sinistra superando la metà campo, alza la testa in cerca di qualche compagno in area di rigore e vede Bergkamp che si libera della marcatura. Passaggio teso raso terra verso l’olandese che tocca lievemente il pallone con la punta del sinistro aggirando il difensore sulla destra, fa una piroetta su se stesso per staccarsi dalla marcatura, controlla nuovamente il pallone e con una freddezza degna dei migliori cardiochirurghi la piazza col destro alle spalle di Given. THE GOLDEN GOAL!
Nessuno come Bergkamp riuscì ad esprimere la vera competitività della squadra di Aresene Wenger. Quella vittoria e, in particolare, quel goal fecero capire ai Red Devil’s e a tutta la FA Premiership che anche senza Henry l’Arsenal era una squadra di veri campioni.


4 Luglio 1998 Olanda vs Argentina – FIFA World Cup (2-1 / Kluivert [Ola] 12′, Lopez [Arg] 18′, Bergkamp 89′)
Tutto inizia con una tipica azione arzigogolata dell’Argentina; 87′ Ortega riceve palla sulla destra, serie di finte in area di rigore, arriva di fronte a Stam e cerca di procurarsi un calcio di rigore simulando vistosamente, ma l’arbitro, ormai attento dopo una partita molto fisica, senza dubitare si avvicina all’attaccante argentino ed è secondo giallo! Argentina in 10. Il gioco riprende all’88’, ma l’Olanda non fa in tempo a superare la metà campo che i sudamericani ripartono all’attacco, cross dalla sinistra troppo alto e inconcludente. 89′ palla ora sui piedi di Frank de Boer che avanza lentamente con il suo solito andamento da pavone, a testa alta da vero playmaker, vede un suo connazionale correre verso l’area di rigore avversaria e senza pensarci innesca un lancio di 60 metri che termina perfettamente sul piede di Dennis Bergkamp. Controllo magistrale, nasconde la palla al difensore che perde la marcatura, a tu per tu col portiere con la punta la insacca sotto la traversa... ed è 2-1!
Lo stadio esplode, la panchina si alza in piedi e inizia festeggiare, van der Sar incredulo inizia correre sul posto senza sapere che fare o cosa fosse successo. La leggenda narra che il telecronista olandese al lancio di de Boer si alzò in piedi, dopo lo stop iniziò a singhiozzare, dopo il dribbling a piangere... e al gol a disperarsi come un bambino a cui hanno strappato dalle mani il giocattolo preferito.
In preda alla gioia inizia ad invocare il nome della madre, si strappa la camicia e lancia la cravatta giù sui cronisti spagnoli.
Non lo fermava più nessuno!

Dennis Bergkamp.