Poco tempo fa Baggio, sollecitato su Dybala, ha detto: "In quel ruolo quando le cose non vanno bene si viene messi in discussione". Indubbiamente, per i numeri 10 le cose nel nostro paese non sono mai state così semplici. Un calcio tradizionalmente caratterizzato da un eccessivo tatticismo, ha sempre palesato una malcelata diffidenza nei confronti delle "bizzarrie" del cosiddetto fantasista. La carriera di Del Piero è senza dubbio emblematica: alla fine a trionfare è stato lui; oltrepassando le critiche, i dualismi e i dubbi che hanno costellato la sua carriera - specie in nazionale. Il riduzionismo tattico propugnato da tecnici di professione e della domenica alla fine ha dovuto arrendersi ed inchinarsi al genio del capitano juventino.
Parafrasando Kant potremmo dire che è sicuramente vero che la tecnica senza la tattica sarebbe cieca, ma sopratutto vero che la tattica senza la tecnica sarebbe vuota. Ammirare un giocatore dalle caratteristiche di Del Piero portava inevitabilmente con sé una certa dose di instabilità, inquietudine. Contrariamente a quei giocatori che possono affidarsi ad una struttura atletica rilevante, che gli consente, anche nelle giornate più difficili, di apparire combattivi e volenterosi, la prestazione di Alex, viceversa, si consegnava ad una serie di incognite.
Il tifoso di Del Piero ambiva a ben altro che alla semplice "sgroppata", all'ostentata manifestazione di impegno e dedizione. Il tifoso di Del Piero sapeva benissimo che questo giocatore non poteva fornire determinate certezze. Il tifoso di Del Piero era consapevole che affidarsi a Del Piero significa fare un salto nel vuoto. Quel vuoto che improvvisamente si tramutava in una giocata sensazionale, imprevista, stupefacente che lasciava sbigottiti. Mentre il coro di dissenso messo in atto dai tanti detrattori del campione juventino cresceva, ecco che Alex, quell'Alex che pareva indolente, distratto, stanco o inconcludente, dall'infinito abisso del suo talento puro traeva una pennellata sensazionale che si faceva beffe di tutte le disquisizioni razionali che fino ad allora erano state confezionate. Il tifoso di Del Piero era abituato all'irrequietezza suscitata dal 10 bianconero.
L'urlo liberatorio della folla che celebrava le sue splendide giocate, era consapevole del vuoto che circondava il suo talento, dell'indefinibile mistero da cui aveva origine. E' stato buffo nel corso degli anni assistere alle elucubrazioni tattiche dei vari commentatori aggrappati ai loro manualetti, che in vari modi decretavano il de profundis del campione bianconero.
Anche loro, col tempo, hanno dovuto fare marcia indietro, riporre per un po' i loro manuali e avere il coraggio di lasciarsi andare momentaneamente a quella dimensione insolita, in cui l'attimo imprevisto, la giocata inaspettata, fa irruzione nell'ordinato procedere delle cose, donando ad esse quel mistero e quella evanescenza, che l'abituale ragionevolezza con cui siamo soliti giudicare rende irrilevanti.