I Sacerdoti delle Cause Buone e Giuste sono sempre al lavoro: i Curdi hanno rappresentato una delle ultime tendenze. La rete è disseminata di occhi lucidi e cuoricini ansimanti. Nel mondo dopo la fine di un mondo, grottesca parodia del primo, nel quale persino il Bene è in vitro, l'effimero imperversa ed anche le bimbe misericordiose palpitano assecondando le mode. L'unanime indignazione dei terroristi dell'indignazione attraversa compatta la rete irretente abbracciando le "lotte" più disparate. "Vittime usa e getta" come telefonini: Curdi? Fatto! Avanti un altro! Every child is my child? Suvvia, chi è il prossimo? Un grosso e sciropposo baraccone mediatico che vorrebbe convincersi che possa esistere un'etica Vera dopo la fine dell'etica! Come diceva una raggiante esponente politica? Ah, è vero! "Dio, Patria e Famiglia... che vita de merda!"

L'unico Bene che ci è rimasto è quello stabilito a furor di like! Uno zuccheroso simulacro di Bene. Un Bene ipercalorico! Un'etica stabilita per plebiscito internettiano e farcita con mielosi slogan DOC! Le Milizie del Bene universale contro xenofobia, sessismo, omofobia, violenza sugli animali, inquinamento, e poi ancora contro il cancro, il vero/falso cambiamento climatico, ecc. ecc. Nell'epoca cosiddetta post-ideologica (?) proliferano decrepiti antagonismi. Si riesumano i resti di Hitler, Stalin e Mussolini per rendere la discussione più appassionante. Per oggi è fatta! A domani... E se il Male fosse rinvenibile nel tendenziale annientamento dell'individuo e dello spirito critico? Nell'ammaestramento delle masse? Nel dissolvimento di qualsiasi forma di limite? Nel nichilismo? Nella perdita di senso della vita che obbliga alla forsennata quanto patologica corsa all'eliminazione di ogni increspatura, ogni discontinuità, ogni diversità, ogni cambiamento, ogni seria discussione, ogni antagonismo?

L'obiettivo pare essere l'inabissamento nell'infinito mare dell'indifferenziato, l'annichilimento della singolarità e l'incorporazione dell'alterità  - altro che regno dell'individuo e del libero pensiero. L'oscurantismo contemporaneo, celato dietro abiti progressisti, lavora alacramente all'addestramento delle masse, alla soppressione di qualsiasi voce dissenziente e all'estinzione dell'individualità. Feroci pecore e rabbiosi agnelli attingono da una fonte inesauribile di risentimento nei confronti di tutto ciò che oppone resistenza al conformismo delle idee: un mondo monocromatico celato dietro le bandiere arcobaleno. Avanti, seppelliamo sotto ampi strati di color rosa pastello le contraddizioni dell'esistenza! Nell'epoca del pensiero debole (Vattimo) e del debolismo generalizzato, le contraddizioni sono troppo dolorose da affrontare per una Civiltà orfana delle illusioni del passato. Sbarazzatasi degli assolutismi della Tradizione, ciò che rimane è la volontà (peraltro infondata) di vita: Vincerò, Vincerò, Vincerò!

Ed eccolo passare su tutti i teleschermi l'esercito di "quelli che nonostante tutto ce l'hanno fatta"! Oh, commovente! Evidente appare la necessità di diffondere esempi di eroismo! Non resta che immergerci tutti insieme appassionatamente annegando nel mare dell'indistinzione nel quale, come scriveva Heidegger, ce la passiamo e ci divertiamo come ci si diverte; leggiamo, vediamo e giudichiamo di letteratura e di arte come si vede e si giudica. Ci teniamo lontani dalla "gran massa" come ci si tiene lontani, troviamo "scandaloso" ciò che si trova scandaloso", in questo essere-assieme che dissolve il particolare. L'illusoria convinzione di aver espulso il Male, disconoscendolo, o attraverso la sistematica soppressione delle differenze, delle identità, delle culture; la demonizzazione e "hitlerizzazione" delle contraddizioni e il ricorso ad una facile logica binaria: Brutto/Bello, Bianco/Nero, Bene/Male, ci sprofonda in un universo artefatto, un mondo di simulacri, irreale, un mondo in fuga da se stesso.

Ma la domanda sorge spontanea: in assenza di un preliminare accordo fondato su valori filosofici forti e condivisi, come sarà possibile giungere ad una soluzione? A quel punto non sarà proprio la Forza, i rapporti di potere esistenti nella società a stabilire ciò che è giusto o sbagliato? Ed allora, il Male buttato fuori dalla porta a colpi di hashtag e slogan sciropposi riemerge ancor più ferocemente dalla finestra, portando con sé il solito corollario di nuove discriminazioni e violenze da scaraventare addosso ai capri espiatori designati. La nostra Cultura si è infilata in un vicolo cieco: sbarazzatasi in fretta e furia delle eterne verità della Tradizione e immerso nel relativismo morale (ma, oserei dire, nichilismo) non è più in grado di rispondere neppure alla domanda su cosa sia il Bene ed il Male. Come ha insegnato Socrate, infatti, rispondere a queste domande significa interrogarsi sulla verità del Bene e del Male, su ciò che in Verità essi sono.

Ma la cultura antimetafisica odierna ripudia i fondamenti, le "Eterne Verità", i limiti imposti dalla Tradizione occidentale. Ciò che primeggia è il diritto "positivo", che non rispecchia una immodificabile "Legge naturale", ma è espressione delle volontà vincenti presenti nella società. Senza un accordo ancorato su fondamenti filosofici e morali, a decretare ciò che è giusto e sbagliato saranno i rapporti di forza vigenti con la conseguenza che quello che oggi viene stigmatizzato, un domani, mutati i rapporti di potere, potrebbe essere approvato e accolto con entusiasmo. Normale, dunque, se si ricorre sempre più spesso a quello che il filosofo Jonas definì "euristica della paura": si drammatizza, si enfatizza, si esagera, si rappresentano scenari apocalittici per spaventare la gente.

Siamo dunque agli antipodi dell'esercizio del pensiero, della riflessione. Non si pensa più, si recita un dettato imposto; non si esamina più, sì asserisce; non si discute più, si insulta, si scomunica, si demonizza. Dalla forza della Ragione alla ragione della Forza. Questa, in sintesi, la traiettoria descritta dalla Civiltà occidentale. Sintetizzando ancora: da Platone a Nietzsche. Il dovere dell'Occidente è quello di ritrovare il senso critico, quella radicalità di pensiero che rappresenta un che di unico sulla faccia del Terra. Come scrisse Pietro Barcellona: "Svelare il segreto delle parole che presiedono al dominio sociale è un compito politico".