Altro giro, altra corsa, altro campionato terminato a Marzo, con buona pace di tutti.
La Juve ancora una volta dimostra la sua indiscutibile superiorità vincendo all'ultimo secondo una partita bruttissima sotto ogni aspetto. Ma sono proprio questo genere di vittorie a portare lo scudetto, le grandi squadre sono quelle che riescono a vincere anche giocando male. In sostanza, si può dire che una grande squadra è l'esatto opposto del Napoli, che nel frattempo è caduto in casa contro la Roma, prendendo la bellezza di quattro gol, tra l'altro.

Io da milanista non mi vergogno di ammettere che ho tifato Napoli. Li ho tifati perché mi piace il loro gioco, li ho tifati perché (al contrario di molti italioti) so che la città partenopea è un patrimonio italiano ed europeo, li ho tifati perché so per certo che una possibile vittoria dello scudetto a Napoli porterebbe festeggiamenti clamorosi che darebbero spettacolo e soprattutto li ho tifati perché non ne posso veramente più di veder vincere la Juve. Ne ho proprio le scatole piene.

Però ad oggi mi rendo conto che non ci ho mai veramente creduto nel Napli. Ci speravo, come molti italiani sperano di vedere il nostro palese uscire dalla crisi, ben sapendo che non succederà.
Perché dico questo? Perché a fronte del gioco, della simpatia dei calciatori, della schiettezza di Maurizio Sarri e dell'entusismo della piazza, il Napoli non è una squadra attrezzata per vincere dei trofei, almeno in Italia. Al netto delle recriminazioni, dei complottismi, delle colpe degli arbitri, rimane un fatto: la Juventus ha una panchina che se non vale quanto l'undici titolare del Napoli, poco ci manca.
Questa non è di certo una novità, perché nel nostro campionato hanno sempre prevalso le squadre dalle rose lunghe. Affronatare tre competizioni giocando in Serie A è molto diverso dal farlo giocando in Premier, nella Liga o nella Bundes, il nostro campionato, seppur incredibilmente povero di talenti rispetto al passato, continua ad essere il più duro e dispendioso.

Sapendo ciò rimane l'amaro in bocca per la decisione del patron napoletano, Aurelio De Laurentiis, di non aver voluto rinforzare la squadra a gennaio. Io davvero faccio fatica a capire le ragioni di quest'uomo, uno che ha l'opportunità di scrivere la storia di Napoli e del calcio italiano in generale ma preferisce tirarsi indietro, anche quando il sogno è a portata di mano.
Senza tirare in ballo i soliti Berlusconi e Moratti, io vorrei far presente che il compianto presidente della Roma, Franco Sensi, comprò Gabriel Omar Batistuta a neanche un mese di distanza dallo scudetto biancoceleste (e badate che la Roma era già di per sé uno squadrone all'epoca). E d'altronde ci sarà pure una ragione se tutti i top club europei decidono di spendere vagonate di milioni per costruire rose da trenta giocatori, in barba alle direttive UEFA e al FPF.

Purtroppo c'è poco altro da dire, chi vuole vincere deve spendere (e anche tanto) come fece la Juve agli inizi del suo ciclo (tutti ricordano i colpo Pogba e Pirlo a parametro zero, ma in pochi parlano dei vari Diego, Felipe Melo, Krasic ecc ecc) rischiando anche di non vedere fin da subito i frutti dei propri sacrifici. Io non so se siano vere le voci secondo cui De Laurentiis mantiene la sua impresa cinematografica (se si può davvero definire cinema l'imbarazzante sequela di cinepanettoni e commediole trash sfornate dal buon Aurelio) grazie agli introiti del Napoli.
Sarebbe davvero paradossale.
Quel che so con certezza è che non è la prima volta che vedo un presidente di una squadra italiana che si tira indietro al momento della verità. Accadde la stessa cosa qualche anno fa con la Fiorentina, quando i viola erano in lotta per il titolo e i Della Valle pensarono bene di non sganciare un euro nel mercato invernale, costringendo così la squadra ad una lenta ma inesorabile caduta.
E so con certezza che finché in Italia non avremo dei presidenti che non si  accontentino di vivacchiare prendendo in giro i propri tifosi (De Laurentiis, Della Valle, Lotito) e finché non avremo delle proprietà straniere serie e competitive (quindi non i vari Yongocoso, Suning e Pallotta), la Juve continuerà a vincere trofei senza il minimo sfrozo.
Però ragazzi c'è anche da dire che siamo in democrazia, quindi se alla maggioranza va bene così, io mi taccio e ne prendo atto.