Nascere fratelli e diventare entrambi calciatori professionisti è una cosa frequente, anche se alla fine non tutti i fratelli raggiungono i soliti risultati. Ci sono fratelli che riescono ad esprimersi a livelli altissimi, portando a casa molti trofei e la gloria come Kolo e Yaya Touré, Gary e Phil Neville, Ronald e Frank DeboerBrian e Micheal Laudrup, Jerome e Kevin Prince Boateng.

A volte diventano icone da "nemici/amici" come  Franco e Giuseppe Baresi. In altri casi condividano gran parte della loro carriera insieme come i gemelli Antonio e Emanuele Filippini e i gemelli Zenoni e i fratelli Paolo e Fabio Cannavaro. In altre occasioni sono diventati entrambi idoli delle tifoserie come i fratelli Lucarelli Cristiano (per il Livorno) e Alessandro (per il Parma). Altre volte i fratelli arrivano a giocare a buoni livelli e niente più come nei casi dei fratelli Nicolas e Guillerme Burdisso, i fratelli Nicholas e Sebastian Frey, il trittico della famiglia Lys, Alfred e Maurice Gomis, Balotelli ed Enock e molti altri che potremmo non finire mai di elencare. Ma in molte occasioni uno dei due lascia il segno nel calcio mentre l'altro svolge il suo compito in maniera discreta e niente più, come Christian e Max Vieri e Filippo e Simone Inzaghi.

In tutti questi casi non ha mai fatto scalpore che entrambi i fratelli giocassero ad alti livelli professionistici (con più o meno fortuna) ma ultimamente fa tanta rumore che due fratelli arrivino a giocare a calcio a buon livello e con questo criticare  è nata la COLPA di "ESSER FRATELLO DI...", come nel caso di Digão il fratello di Kakà (non a caso il titolo si riferisce a lui), di Antonio Donnarumma e adesso questa croce tocca anche al fratello di Paquetà!

Mi domando perché negli ultimi tempi si debba condannare una persona solo per il fatto che è il fratello di un giocatore importante, potrei capire questo accanimento nel caso venisse preso il fratello di un giocatore che fino al giorno prima ha fatto un lavoro e messo sotto contratto come calciatore, ma se già è un calciatore non ci vedo niente di male.

E' brutto che una persona (soprattutto in questo ambiente) venga riconosciuta come "il fratello di..." perché sembra che avere un fratello più forte sia una colpa e che lui sia lì non per meriti propri ma solo per "raccomandazione".

Vi dico solo che provare sulla pelle tutto ciò non è bello, perché vivere all'ombra di un fratello migliore di te spesso di relega nell'ombra dell'anonimato, con non pochi problemi, perciò dico che è SBAGLIATO affibbiare l'etichetta di "ESSER FRATELLO DI...", perché non hanno colpa se hanno deciso di intraprendere la solita carriera lavorativa.

In fondo non c'è niente di male a portare nella solita squadra (o in una limitrofe) il proprio fratello perché quando si gioca in piazzetta la prima scelta cadrà sempre suo TUO FRATELLO, perché i contratti passano, ma il legame di sangue e l'intesa di un fratello non hanno un prezzo!