Che le donne abbiano avuto sempre una grande importanza nella storia dell’uomo è noto, lo stesso è anche nel calcio. Ogni calciatore ha tanti aneddoti capitati durante i lunghi periodi di ritiro e spesso il ricordo è legato ad una donna. Per non prenderci troppo sul serio vorrei raccontarvi questa storia e parlare del binomio tra calcio e donne, oggi sarebbe più appropriato dire veline e calciatori, e dell’indissolubile nesso che vi è con la storia dei mondiali: perché chi dice donna dice... mondiali!

Nel 1934 la Nazionale italiana guidata dal CT Vittorio Pozzo, per preparare l’imminente Mondiale che si disputerà in Italia, va in ritiro sulle colline fiorentine. Oltre agli allenamenti le uniche distrazioni previste erano canti patriottici, preghiere e visite ai santuari della zona. I rapporti tra allenatore e giocatori all’epoca erano molto diversi se paragonati ad oggi, uno dei pochi che si poteva rivolgere al CT era il ventiquattrenne Giuseppe Meazza, il quale fece presente la sofferenza della squadra a quel regime militare e il bisogno di sfogarsi. Pozzo, uomo di mondo, capì la situazione ed acconsentì allo svago purché non si esagerasse. Negli anni Trenta vi erano le donnine delle case chiuse... Morale: un mese dopo l’Italia vince la Coppa del mondo Jules Rimet. C’è chi sostiene che per questa vittoria un ruolo fondamentale lo abbia avuto Mussolini e il Fascismo... macché, baggianate!

La storia si ripete quattro anni dopo, nel 1938 in Francia. Dopo la solita preparazione al limite della clausura, negli ottavi contro la modesta Norvegia i campioni in carica rischiano la fragorosa eliminazione. La squadra italiana non era brillante e i brasiliani, spettatori interessati in quanto probabili avversari nelle semifinali, si vedono con un piede già in finale. Ancora Meazza, che la sapeva lunga, va da Pozzo e spiega che il problema era sempre quello! Il CT, che non era un mago della tattica ma capiva le persone come pochi, diede il suo assenso. Nelle vicinanze, neanche fosse stato fatto apposta, c’era una maison tellier... Morale: l’Italia si impone sui francesi padroni di casa, poi supera gli increduli brasiliani e subito dopo l’Ungheria confermandosi campione del mondo.

Però le donne non sempre portano bene alla nostra Nazionale. Nell’edizione del '50, famosa per la grottesca crociera che porta i giocatori in Brasile, la sede del ritiro prescelta è un grande albergo nel centro di San Paolo. Non una brillante idea dato che tutte le notti si esibisce un’orchestra argentina e il suo corpo di ballo. Gli azzurri più che il pallone in campo videro le belle gambe delle ballerine.

Nel 1958 in Svezia l’Italia non c'è con rammarico delle svedesi data la nostra fama di amatori. Le ragazze scandinave allora si buttarono sulle Nazionali latine. Nella Nazionale brasiliana quasi tutti i giocatori non erano sposati e furono particolarmente presi di mira dalle mangiatrici di uomini locali. Il CT verdeoro Feola fu costretto a prendere drastiche decisioni e richiese la scorta armata. Garrincha, che aveva una gamba più corta dell’altra e compensato dal buon Dio con centimetri aggiunti in altre parti del corpo, con le sue finte era bravo sia a eludere la marcatura degli avversari ma ancor di più quella delle guardie del corpo del ritiro, tanto che una giovane svedese rimase incinta di lui. Agli argentini vennero fatte arrivare d’urgenza le mogli; diversi giocatori del Paraguay furono portati a forza sull’areo tra le lacrime. Per la cronaca vinse il Brasile sulla Svezia. Non vi stupite se i nati in quegli anni non hanno propriamente tratti somatici nordici.

Non di meno le ragazze inglesi nel '66, edizione famosa per l'eliminazione dell'Italia per mano della Nazionale nordcoreana. Proprio questi ultimi, per festeggiare la clamorosa vittoria, organizzarono una piccola festicciola tra alcol e donne. Non ci consola il fatto che per punizione furono deportati nei terribili gulag del paese asiatico dal momento che per puro caso si salvò il nostro castigatore, il presunto dentista Pak Doo-Ik, il quale rimase in albergo per dissenteria e non partecipò ai bagordi.

Molto calienti anche le muchachas messicane nel 1970. Il comitato organizzatore fornì infatti ad ogni comitiva Nazionale un cospicuo numero di hostess e accompagnatrici, naturalmente bellissime. Il giornalista Gismondi, fine umorista e riveriano che lo portava ad essere ostile al CT, raccontò che l’unica brutta era quella di Valcareggi. Al terzo portiere Lido Vieri - nomen omen verrebbe da dire rifacendoci al più recente Bobo Vieri – fu affidato l’ingrato compito di intrattenere il maggior numero possibile di signorine che ogni giorno assediavano il ritiro in cerca di avventure. Il livornese suo malgrado accettò e si sacrificò in nome della Patria... deve essere stata una faticaccia. Purtroppo la strategia funzionò fino ad un certo punto, fummo sconfitti in finale dal Brasile.

Nel 1974 i Mondiali si svolgono in Germania
e accade di qualcosa di sconvolgente per quegli anni. Gli olandesi destano scandalo facendo accedere in ritiro mogli e fidanzate. La più avvenente di tutte è la moglie del più forte di tutti, Johann Cruyff. I tedeschi, capeggiati da Beckenbauer, invidiosi nel guardare tutte quelle belle ragazze seminude a bordo piscina, pretesero lo stesso trattamento dalla Federazione, che accetterà solo dopo accese proteste dei giocatori. Anche agli argentini furono fatte arrivare le mogli dopo varie intemperanze: il calciatore Ayala fece una proposta di matrimonio, prontamente respinta, a una giornalista teutonica che lo stava intervistando, mentre il compagno Telch farà di peggio. Le cronache dell’epoca parlano di violenza sessuale nei confronti di una cameriera “non molto bella”, ma la cosa rientra sembra dopo un grosso risarcimento danni. Morale: l'Argentina, inserita nel nostro girone eliminatorio, va avanti, mentre l’Italia torna subito a casa; la finale fu invece Germania Ovest-Olanda.

Arriviamo al 1982, Spagna. È la prima volta che una moglie mette piede nel ritiro italiano: sarà quella di Cabrini, chiamata di fretta e furia perché si sparse la voce che il marito se la intendesse oltre che in campo anche fuori col compagno di stanza Paolo Rossi. Voci parlavano anche di un fungo mischiato e passato dalla zona addominale di uno alla schiena dell’altro... Morale: gli azzurri l’11 luglio 1982 sono campioni del mondo. Disse male alla Germania, battuta 3-1, ed in particolare al suo fuoriclasse Rummenigge, cui in caso di vittoria avrebbe ricevuto in premio una notte con la connazionale Bettina Mey, starlette dell’edizione germanica di Playboy.

Ad Italia '90 ne successero di tutti i colori. Il più scalmanato è il secondo portiere Stefano Tacconi a cui stava stretto quel ruolo, quindi invece che darsi da fare in campo lo fece in ritiro. Alle immancabili diatribe col titolare Zenga seguirono scherzi ai compagni: fece bere aceto, spacciandolo per vino bianco, al compagno Marocchi, ma soprattutto riuscì a convincere Brighenti, vice del CT Vicini, che molti azzurri passavano le notti insonni gustandosi i film di Teresa Orlowski, attrice di film hard, costringendolo a girare di notte ed entrare all’improvviso nelle stanze dei giocatori che riposavano. Scandalo ben peggiore scoppia nel ritiro inglese dove i tabloid vanno a nozze. Esce fuori che la bella Isabella, nel ritiro in Sardegna, abbia preso troppo sul serio le sue consegne di accontentare in tutto gli ospiti, tanto da intrattenersi contemporaneamente con tre giocatori. Morale: qualcosa mancò di sicuro perché italiani e inglesi disputarono tra di loro solo la finale per il terzo posto. In particolare il nostro Zenga l’unica chioma bionda che vedrà sarà quella dell’argentino Caniggia in gol nella semifinale.

Ad USA ‘94 a trionfare è il Brasile sull’Italia vincente dopo la lotteria dei rigori. Subito dopo la partita il centravanti carioca Romario rivelò di aver fatto sesso la sera prima della partita decisiva. Deridendoci, a vedere i risultati, ipotizzò che Roberto Baggio avesse passato la serata in tutt’altro modo. Da lì a poco però smise di ridere quando la moglie del bomber verdeoro chiese il divorzio: evidentemente non era lei la donna che aveva allietato la notte del marito.

Finiamo con ricordi migliori: anche nel Mondiale tedesco del 2006 c’è lo zampino di una ragazza. La ragazza francese di origini algerine passata alla storia per la vittoria italiana è Lila Zidane, sorella di Zinedine. La storia la conoscono tutti: primo tempo supplementare della finale Italia-Francia, azzurri in completa balia dei francesi guidati da uno straordinario Zidane, alla sua ultima partita da professionista; gli avversari attaccano e hanno una grande occasione col loro numero 10, solo un miracolo di Buffon evita il gol; Materazzi ha una marcatura su Zidane un po’ troppo stretta, tanto che questo in italiano gli dice che dopo la sconfitta gli regalerà la maglia che sta strattonando; l'ex Inter, che non ha mai avuto senso dell’umorismo –-basta chiedere ai numerosi bomber che hanno avuto la malaugurata sorte di incontrarlo... molti ne riportano anche i segni - gli risponde che preferisce “la p. di sua sorella”, ossia Lila Zidane, unica femmina dei quattro fratelli del fuoriclasse transalpino. Come sia andata da quel punto in poi è inutile ripeterlo. Anche se non si ha una riprova certa, forse l’Italia ha alzato la coppa a Berlino anche per merito di una donna.

Ora avete capito perché chi dice donna dice mondiale... però sempre con moderazione come suggeriva Pozzo.