E così a quanto pare Agnelli ci sta provando. L'intento è quello di offrire un ruolo all'interno della società ad uno dei più ammirati ed amati ex giocatori del recente passato bianconero. Certo, essere stato un grande calciatore non garantisce gli stessi o simili risultati da allenatore, dirigente o in qualsiasi altro ruolo gli ex più famosi si siano cimentati, ma la percentuale si alza notevolmente quando l'ex di turno è stato un centrocampista. Sul perché questo sia il ruolo che meglio predispone a fare bene anche in ruoli dirigenziali all'interno delle società di calcio, se ne potrebbe discutere a lungo e in molti lo hanno già fatto (Sacchi disse che l'allenatore perfetto dovesse essere un leader poco emotivo ed ex centrocampista). I numeri, che difficilmente mentono, mettono, ad ogni modo, questa evidenza in risalto e a questa bisogna attenersi. Del resto ci sarà pure un motivo se grossomodo il 50% dei mister europei è un ex centrocampista.

Sul perché, invece, ritengo Pirlo un sicuro bravissimo futuro dirigente o allenatore che sia e sul perché il suo apporto possa solo che far bene anche al futuro del calcio italiano, preferisco spendere due parole. In primis Pirlo non è un ex campione qualunque. Pirlo è un ex campione che ha svolto all'interno del terreno di gioco svariati ruoli e occupato differenti porzioni di campo. Se è vero che la sublimazione del suo intendere calcio si è palesata come play basso, il campione del mondo 2006 ha dimostrato negli anni una rara capacità di adattamento e adeguamento agli schemi e alle diverse caratteristiche degli innumerevoli compagni, che gli sono ruotati attorno. Molti di questi hanno visto esaltare ancor più le proprie caratteristiche. Se si esamina, pertanto, tutta la sua carriera e il repertorio dei suoi colpi, si può affermare, senza timore di smentita, che Pirlo sia stato un calciatore dall'intelligenza superiore. A suo merito va inoltre l'essere stato fra i pochi iper talentuosi giocatori di fantasia, che hanno saputo mettere questa al servizio della squadra, che hanno saputo gestire il proprio istinto, riorganizzare il proprio sistema di pensiero, con un duro lavoro fatto di sudore negli allenamenti, disciplina all'interno dello spogliatoio, senza dimenticare un'estrema correttezza nei confronti di compagni e avversari. Il tutto ne ha fatto un riferimento mondiale per caratteristiche tecniche, capacità di focalizzare gli obbiettivi e longevità di risultati. Chiedere ad Iniesta e Xavi a quale giocatore si siano maggiormente ispirati e da quale hanno cercato di carpire maggiori segreti.

Cos'altro può mettere Pirlo in gioco come dirigente? Pirlo è innanzitutto giovane e istintivamente ambizioso. Da giocatore lo ha già dimostrato: è una figura che sa accettare il ruolo di comprimario, se è necessario, così come le decisioni di chi sta sopra di lui, dando comunque tutto sé stesso, anche se in disaccordo. In quanto ambizioso, intelligente e uomo di poche, ma dirette e ben definite parole, Pirlo non ha mai fatto mancare, però, la sua opinione a chi di dovere, anche a costo che questa non piacesse. Ed è questo mix di caratteristiche, che ne faranno, per mia personale opinione, l'uomo giusto al momento giusto per quella squadra, che al momento sembra la Juventus, che volesse affidargli un programma da sviluppare nel tempo. Quindi, si! Ben venga Pirlo: in quanto amante del bel calcio e fautore della forza del gruppo all'interno di uno spogliatoio; in quanto anti personaggio e persona capace di riconoscere l'importanza di giocatori determinanti, come e anche più di lui ("se Dybala ha un problema ad accettare Ronaldo come punto di riferimento, allora Dybala ha un problema ben più grosso perché significa che è poco intelligente").

Ben venga Pirlo, che a questo sistema calcio Italia, che passettino per passettino sta cercando di decollare, può fare un gran bene: con e nella valutazione delle caratteristiche in prospettiva dei futuri aspiranti campioni; con il carisma di chi si è fatto strada chiedendo la palla in continuazione ai compagni, anche a rischio di farli imbestialire e prendendosi il rischio di fare errori madornali, ma che in pochi secondi gli sono stati perdonati, grazie a qualcuna delle sue imprevedibili invenzioni. Quindi, che venga dato a Pirlo ciò che è di Pirlo e venga lasciato lavorare nel tempo e con gli strumenti che merita. Perché non si ripeta quell'inaccettabile bruttura di vedere un Roberto Baggio messo alla porta, da chi anche grazie a lui ha ottenuto lustro e al quale è stato affidato un progetto biblico, come quello della rivoluzione del sistema dei settori giovanili e a cui non è stato concesso neanche il tempo di sedersi e prendersi e un caffè. Ma Baggio non era un centrocampista, sarà stato forse per questo?